Western Conference, aggiungi un posto a tavola…

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Meglio aggiungere un posto a tavola, che ad Ovest c’è una contender in più: un simpatico motivetto del genere potrebbe recitarlo ogni tifoso degli Houston Rockets i quali, da valida squadra di centro classifica, sta per trasformarsi in una temibile avversaria per il titolo della Western Conference, pronti ad insediare quel circolo d’elite formato da San Antonio Spurs, Oklahoma City Thunder, Los Angeles Clippers e Memphis Grizzlies.
Una rivoluzione tecnica partita dall’ingaggio di Dwight Howard, più che pronto a diventare il nuovo co-padrone dei razzi texani. La firma di Superman sul sontuoso contratto (triennale da circa 64M$ con player option di circa 23M$ per il quarto anno) inizia a far sognare i tifosi Rockets, che in due anni hanno visto arrivare due Superstar.

A convincere DH12 ci ha pensato in primis il progetto tecnico di Houston e l’espressione non troppo convinta di Kobe Bryant nel riabbracciare in squadra un compagno con cui non c’è stato un grandissimo feeling. Mentre in Texas a fare gli onori di casa ci penserà James Harden, pronto a dividere la spicchia con il suo blasonato compagno, oltre all’ex fenomeno Jeremy Lin ed al turco Omer Asik al quale, con ogni probabilità, spetterà un ruolo di centro backup. Sempre dalla panchina tra i lunghi si va ad aggiungere anche Marcus Camby, valido gregario che porta in dote (se sarà sano fisicamente) esperienza e solide skills difensive.

Oltre ai sopra citati non va poi dimenticata la presenza in squadra di Chandler Parsons, giovane ala che Houston ha pescato alla 38esima scelta al draft 2011 e che in poco tempo ha guadagnato la fiducia di allenatore e compagni, ripagate con cifre di tutto rispetto (15.5 punti e 5.3 rimbalzi) proiettandosi come uno dei punti cardine del progetto Houston a medio-lungo termine.

A completamento del roster dal mercato dei free agent il GM Daryl Morey ha pescato giocatori solidi e di esperienza: dal ritorno di Aaron Brooks e la ri-firma di Francisco Garcia, agli ex Cavaliers e Bobcats Omri Casspi e Reggie Williams pronti a portare energia dal pino, senza dimenticare l’ex Treviso Donatas Motiejunas.

Tirando le somme è giusto includere Houston nel novero delle pretendenti allo scettro di sfidante a Ovest per il titolo NBA, una candidatura avallata dall’ingaggio di Howard che esalta le caratteristiche di un roster giovane, aggressivo e con tanta voglia di fare bene. Tuttavia la vera sfida, più che contro avversari molto quotati, Houston dovrà affrontarla contro se stessa. Il primo anno dei Big-Three di Miami e la versione stellare dei Lakers dello scorso anno insegnano che in NBA collezionare figurine prestigiose è tempo perso: per vincere in una lega super competitiva la chimica di squadra e la coesione del gruppo sono doti essenziali e i Rockets dopo quello di bene fatto vedere lo scorso anno, dovranno ritrovarle.

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