Dopo 16 stagioni T-Mac dice addio alla NBA!

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Probabilmente era nell’aria, o comunque in molti si aspettavano una notizia del genere, ma semplicemente quando una news diventa ufficiale non fosse altro perché comunicata dal diretto interessato la tristezza colpisce tutti gli appassionati di basket. Molto semplicemente in un intervista ad ESPN Tracy McGrady ha annunciato a tutto il mondo l’intenzione di abbandonare l’attività agonistica nella NBA (lasciando aperta la porta al campionato cinese), dopo 16 stagioni disputate con le maglie di Toronto, Orlando, Houston, New York, Detroit, Atlanta e San Antonio. Per tanti appassionati probabilmente la miglior guardia del secondo millennio almeno per un paio di stagioni, nei primi anni del 2000 ha dominato la Lega con giocate assolutamente spettacolari tanto da risultare il miglior realizzatore della lega per due stagioni (2003-2004). Effettivamente ripercorrendo la carriera di T-Mac si ha la sensazione di essere stati di fronte ad un vero e proprio fenomeno che se solo avesse avuto un po’ più di continuità e soprattutto una schiena normale avrebbe potuto tranquillamente dominare la Lega per tante stagioni oltre a raccogliere tanti riconoscimenti di squadra oltre che individuali.

Sfortunatamente la schiena era di un settantenne malandato, la voglia di dominare andava e veniva ed il risultato sono state molte stagioni da primo della classe probabilmente in squadre non proprio da titolo, almeno Toronto ed Orlando, dove è esploso ed ha raccolto le sue migliori stagioni. Probabilmente ci si aspettava molto di più da T-Mac in maglia Houston dove in coppia con Yao Ming poteva davvero raccogliere qualcosa in più che piazzamenti ai playoff. Ma la sorte non l’ha accompagnato nell’avventura texana visto che tanti problemi fisici suoi e del centro cinese hanno sempre condizionato le stagioni dei Rockets di quegli anni. C’è da dire che però in maglia Houston T-Mac ha scritto una delle più incredibili delle prestazioni individuali mai avvenute su un parquet NBA: il 9 dicembre del 2004 realizza 13 punti in soli 35 secondi trascinando Houston ad un insperata quanto clamorosa vittoria contro i San Antonio Spurs per 81-80 (per chi non l’avesse mai visto ecco il video).

Possiamo dire che la carriera NBA di T-Mac si è conclusa in Texas, molto semplicemente perchè le successive 6 stagioni sono state disputate da un suo sosia, o meglio da un giocatore lontano anni luce rispetto al McGrady ammirato ad Orlando e Houston, con caviglie e ginocchia malconce, oltre alla solita schiena ballerina.
The big Sleep” ha comunque diviso sempre le platee, fra chi lo amava e chi lo ha sempre definito un perdente visto che le sue squadre con lui in campo non hanno mai superato un primo turno ai playoff, probabilmente condizionato anche da compagni di squadra non sempre alla sua altezza. Resta il fatto che anche adesso a qualche giorno dalla sua decisione i dibattiti non mancano visto che il giocatore potrebbe concorrere per l’inserimento nella Hall of Fame. Siamo certi che il giocatore verrà senza dubbio introdotto nel l’olimpo dei grandi di questo sport perché rientra in quel ristretto numero di giocatori che in un modo o nell’altro hanno rivoluzionato il basket. Fra punti in carriera (oltre 19000), partecipazioni agli All-Star Game e riconoscimenti individuali McGrady i numeri per entrarci li ha tutti perchè in un modo o nell’altro resta un’icona di questo sport dell’ultimo decennio, che senz’altro rimpiangeremo.