È presto per definire “bolliti” i Dallas Mavericks?

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La regular season NBA procede molto velocemente verso l’ideale giro di boa rappresentato dalla settimana dell’All-Star Game, e con i ritmi infernali dettati dai top team si rischia di perdere di vista alcune squadre immischiate nel limbo di metà classifica che difficilmente colgono l’attenzione del grande pubblico. Ad avvalorare tale tesi si potrebbe prendere come esempio i Dallas Mavericks, autori di un buonissimo inizio di stagione (record 15W-10L) che vale alla franchigia texana la sesta posizione nella Western Conference.

Considerando la pioggia di critiche caduta su Dallas dopo due stagioni spese in estenuanti (ed infruttuosi) corteggiamenti (citofonare Deron Williams e Dwight Howard) c’era da attendersi il classico nubifragio che spazza via tutto, ma alcune considerazioni sembrerebbero scongiurare forti precipitazioni almeno per ora.

Nel record attuale di Dallas si possono leggere le prime statistiche interessanti: in 11 dei 25 incontri la squadra di coach Rick Carlisle si è ritrovata ad affrontare squadre con record di vittorie superiore al 50%, portando a casa quattro vittorie (di rilievo quelle contro Portland, Golden State e Houston) e sette sconfitte.
L’approdo in Texas di Josè Calderon ma sopratutto quello di Monta Ellis (il piano-B della dirigenza Mavs) ha senz’altro arricchito l’arsenale offensivo che comprende già un “sempreverde” Dirk Nowitzki (da 21 punti e 6 rimbalzi di media) oltre alla premiata ditta di veterani Shawn Marion-Vince Carter.

Le geometrie di gioco dello spagnolo (4.5 assist a partita per lui), unite alla capacità di attaccare il ferro del “Missisipi Bullet” (secondo miglior marcatore di Dallas con 20.8 punti di media a cui aggiungere anche 3.4 rimbalzi e 5.5 assist) stanno avendo un discreto impatto sul livello di gioco offerto dai Mavericks, come riportato di seguito:

Statistiche offensive dei Dallas Mavericks

Di contro difensivamente Dallas lascia sul terreno di gioco punti importanti, sopratutto a rimbalzo evidenziando alcuni limiti strutturali sotto le plance, territorio di caccia principale di Nowitzi e Samuel Dalembert (6.8 punti e 6.5 rimbalzi) a cui si aggiunge il contributo di DeJuan Blair (8.7 punti e 4.5 rimbalzi) in uscita dalla panchina.

Statistiche difensive dei Dallas Mavericks

Tirando le somme la domanda chiave è se questa versione un pò “attempata” dei Dallas Mavericks può davvero ritagliarsi un posto tra le forze portanti della Western Conference. La risposta potrebbe essere negativa basandosi esclusivamente su dati puramente statistici, tuttavia va tenuto in considerazione l’apporto in termini di esperienza di tanti giocatori consapevoli dell’importanza di arrivare sani e motivati ai playoff senza dimenticare il vantaggio derivato dal viaggiare a “fari spenti” lavorando quotidianamente in tutta serenità.

Infine va sottolineato il gran lavoro (sottotraccia) sin qui svolto dell’ottimo coach Carlisle e anche considerando il discreto margine salariale per la prossima stagione (con soli 26.5 milioni di dollari impegnati) ed i rinnovi contrattuali del trio Nowitzki, Carter e Marion forse c’è ancora tempo per una stagione a grandi livelli prima di una sana ricostruzione.