Portland: molto più di un semplice upgrade

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Le grandi rivoluzioni non nascono mai dall’oggi al domani, ed in una Western Conference in cui si danno aperta battaglia tante ottime compagini, non si può pensare di avviare un nuovo ciclo e comandare da subito la classifica generale.

Prendiamo ad esempio i Portland Trail Blazers. Dopo una season 2012-2013 molto complessa chiusa in 11° posizione (record 33W-49L) la squadra dell’Oregon ha iniziato la nuova stagione con una carica e un’amalgama di gruppo notevole che ne fanno ad oggi la miglior squadra della Western Conference (16W-3P) e la seconda di tutta la lega (dietro agli Indiana Pacers).

Un grande “step-over” che non è figlio di grandi e macchinose manovre ma semplicemente frutto di quel decantato lavoro in palestra, invisibile ai più fino al day-1.
Tenendo anche in considerazione i “rumorosi mal di pancia” di LaMarcus Aldridge,  la compagine allenata da Terry Stotts ha lavorato di fino per ritornare di diritto tra le migliori della conference occidentale. Il tutto con una soluzione “in tre mosse”.

  1. Più concentrazione in difesa.
  2. Maggiore precisione in attacco.
  3. Rotazioni più frequenti.

Per migliorare l’intensità difensiva dentro e fuori il pitturato la dirigenza di Portland è intervenuta sul mercato, senza operare grossi stravolgimenti.
In primis si è deciso di salutare J.J. Hickson (reduce da un’annata in doppia doppia da 15.8 punti e 12.8 rimbalzi) per accogliere nella line-up titolare il “piccolo” di casa Lopez (Robin). A fronte di statistiche inferiori a quest’ultimo (8.3 punti e 8.1 rimbalzi) l’ex Hornets porta in dote alla causa quei centimetri in più determinanti per limitare i rimbalzi offensivi concessi agli avversari.

In seconda battuta la promozione di Thomas Robinson e Joel Freeland come lunghi di backup (al posto di Meyers Leonard) fornisce ad entrambi la chance per giocarsi un’opportunità importante (e forse irripetibile) per continuare la propria esperienza in NBA.

Reparto lunghi a parte, i miglioramenti dal punto di vista difensivo hanno coinvolto tutto il gruppo diretto da coach Stotts ed in molte statistiche chiave, come è possibile osservare dalla seguente tabella:

Statistiche difensive dei Portland Trail Blazers

Mentre i miglioramenti ottenuti da Portland nella fase offensiva del proprio gioco sono invece da ricercare nel naturale processo di crescita avviato al termine della passata stagione:

Statistiche individuali a confronto

Mentre in maniera più settorializzata si riscontrano grandi progressi nel numero di punti a partita, percentuale dall’arco, numero di assist e rimbalzi offensivi a partita:

Statistiche offensive di Portland

L’ultima mossa nel piano di riscossa Blazers ha interessato le rotazioni durante la partita: rispetto alla passata stagione la line-up di Portland è impiegata sul parquet per 34 minuti di media (invece di 36). Ciò ha permesso di assegnare più minuti e responsabilità ad elementi della panchina come Mo Williams e Dorell Wright (acquisiti quest’estate) oltre ai su citati Robinson e Freeland come ricambi nel settore lunghi.

Tale mossa può far pensare ad una precisa volontà nell’ottimizzare la gestione delle energie per i titolarissimi di Portland in vista di un’incandescente post-season (se dovesse arrivare). Lillard (20.2 punti e 5.7 assist), Batum (13.5 punti, 6.3 rimbalzi, 5 assist, 1.3 recuperi e 0.5 stoppate) e Matthews (16.4 punti e 50% da tre) stanno gestendo nel migliore dei modi il loro compito su entrambe le metà campo, mentre il leader maximo, che sta giocando un’altra stagione da All-Star è LaMarcus Aldridge, che viaggia a 23.5 e 9.7 rimbalzi tirando con il 47.6% dal campo.
In realtà il buon lavoro fatto sul mercato per allungare la panchina permette a coach Stotts di poter contare su più giocatori in forma e motivati; ciò rappresenta un fattore molto importante, sopratutto quando è necessario costruire le proprie possibilità di vittoria con la second unit in campo.

In queste prime 19 gare di regular season le statistiche premiano in pieno l’upgrade portato avanti dai Blazers quest’estate: più tempo speso in palestra e meno sui giornali fa di Portland una delle squadre più interessanti e pericolose della West Coast ed in generale dell’intera lega. Tuttavia per un gruppo giovane come quello dell’Oregon un consiglio va dato: attenzione a non sedersi sugli allori, la meta è ancora lontana.

4 COMMENTS

    • Bell’articolo ma due frasi fanno stare attenti, l’ultima e quella riferita ai lunghi di riserva “giocarsi la chance di stare in NBA”.
      Ai PO con gente che deve giocarsi le chance non vai lontano!!
      io penso che ci sarà un calo ma che faremo bene….. e mi fermo qui!!

  1. Portland si è mossa bene! ha rimpolpato la panca e ha preso un centro che non sarà un fenomeno ma porta cmq chili,cm,protegge il ferro meglio di jj ma sopratutto permette ad aldrige di dare il meglio da ala forte..

  2. andrebbe aggiunto all articolo anche la shot chart di aldridge veramente spaventosa!
    serio candidato a questo punto per l MVP?

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