Notte NBA: nel Martin Luther King Day dominano i lunghi

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Curiosità

Andrea Bargnani è l’unico italiano a scendere in campo nel Martin Luther King Day visto l’ennesimo DNP di Gigi Datome. L’ala di New York nella disfatta del derby parte dalla panchina e segna 5 punti (2/6 al tiro) in 19 minuti.


Per la prima volta dal 24 febbra+io 1978 ben 5 giocatori chiudono con una partita da 15 punti e 20 rimbalzi: Zach Randolph 23+20, LaMarcus Aldridge 27+20, Joakim Noah 15+20, Anderson Varejao 18+21 e DeAndre Jordan 16+21.


LaMarcus Aldridge mette a segno la sua terza partita stagionale da 25+20, il resto della NBA combina in totale per 3.
Dal 1990, Joakim Noah è l’unico giocatore dei Chicago Bulls con almeno una partita da 15 punti, 20 rimbalzi e 5 assist (seconda volta che mette a referto queste cifre).
Zach Randolph con la sua 11esima partita da 20+20 in carriera, diventa il quinto giocatore in attività dietro a Dwight Howard, Kevin Garnett, Tim Duncan e Kevin Love.
Al Jefferson è il primo giocatore dei Charlotte Bobcats (quindi dal 2004/05) a chiudere una gara con 22 punti, 19 rimbalzi e 7 assist.


Nick Young è il primo giocatore dei Lakers in questa stagione a chiudere una partita con 30 punti; ora solamente i Denver Nuggets non hanno avuto una prestazione da 30 punti da parte di nessun giocatore.
Anthony Davis diventa il giocatore più giovane della storia NBA a mettere a referto più di 25 punti, 10 rimbalzi, 4 recuperi e 4 stoppate in una partita a 20 anni e 315 giorni. Il record spettava a Kevin Garnett a 21 anni e 326 giorni.

 

Risultati della notte

Cleveland Cavaliers (15-26) – Dallas Mavericks (25-18) 97-102
(Irving 26; Ellis 22)


Detroit Pistons (17-24) – Los Angeles Clippers (29-14) 103-112
(Stuckey 29; Crawford 26)


Charlotte Bobcats (18-25) – Toronto Raptors (20-20) 100-95
(Sessions 23; DeRozan 25)


Washington Wizards (20-20) – Philadelphia Sixers (13-28) 107-99
(Beal 22; Carter-Williams 31)


New York Knicks (15-26) – Brooklyn Nets (17-22) 80-103
(Anthony 26+12; Johnson 25)


Memphis Grizzlies (20-20) – New Orleans Pelicans (16-24) 92-95
(Randolph 23+20; Davis 27+10)


Atlanta Hawks (21-19) – Miami Heat (29-12) 121-114
(Millsap 26; James 30)


Chicago Bulls (20-20) – Los Angeles Lakers (16-26) 102-100 ot
(Augustin 27; Young 31)


Houston Rockets (28-15) – Portland Blazers (31-10) 126-113
(Parsons 31+10; Aldridge 27+20)


Golden State Warriors (26-17) – Indiana Pacers (33-7) 94-102
(Curry 24; George 23)

 

Highlights

54 COMMENTS

  1. Qualcuno ha visto Bargnani?Diciamoci la verità’ Bargnani e’ un giocatore che per certi momenti della regular season
    si assenta dal gioco si prende un periodo di vacanze e’ per questo che non sarà’ mai un crack nell’nba.

    • Penso che neanche il giornalista più markettaro della gazzetta l abbia mai definito un crack,al massimo può essere un cracker..

  2. Bargnani da il meglio di se alla sua squadra dalla panchina.
    Ma non quando si alza per entrare in campo: proprio quando se ne sta seduto in panchina senza giocare.
    Non è assolutamente un giocatore da NBA e per il suo stesso bene se ne dovrebbe tornare di corsa in Italia.
    Ugh, ho detto ! 🙂

  3. “Per la prima volta dal 24 febbraio 1978 ben 5 giocatori chiudono con una partita da 15 punti e 20 rimbalzi: Zach Randolph 23+20, LaMarcus Aldridge 27+20, Joakim Noah 15+20, Al Jefferson 22+19 e DeAndre Jordan 16+21.”

    Jefferson 19 rimbalzi, che non sono 20

  4. Andrea non è messo nelle condizioni di fare quello che serve, perché i compagni non fanno quello che lui non sa fare.
    Non è in un sistema.
    E di colpo si evidenziano tutti i suoi difetti, perché non puoi chiedergli di andare a rimbalzo al posto di Chandler (o di fare le chiusure difensive sui piccoli in penetrazione o di muovere i piedi in contenimento.E’ vero Andrea è atipico e condizionante:non ha mai imparato o potuto imparare ad allargare il proprio gioco, anzi fa sempre meglio le cose che ha sempre fatto bene e fa sempre peggio le cose che ha sempre fatto male. Vittima del suo status di prima scelta assoluta, carnefice di se stesso e della foglia d’acero.Ed allora io trovo lacerante che un giocatore come lui passi da un sistema di pallacanestro deficitario e traballante come Toronto ad uno non meno confusionario e destrutturato come quello di Woodson a New York.
    Nessun piano difensivo, demineralizzati isolamenti in attacco, qualche inevitabile pick and pop centrale, approccio ed atteggiamento irritante dei compagni. Come fai a crescere qui?
    Non può essere solo colpa sua, perché specie nella NBA è impossibile avere il totale controllo della propria carriera e perché quel maledetto draft 2006 condiziona verso il basso ogni giudizio. Ma sembra quasi che Bargnani faccia apposta a svicolare dalla possibilità di crescere e diventare un giocatore migliore in un posto ideale.
    Perché sì, pur con tutti i suoi limiti, Andrea a San Antonio o Chicago sarebbe di colpo e comunque un giocatore migliore. Ma non è affatto un caso che Spurs e Bulls non si sognino minimamente di metterlo a roster.
    Cosa ne pensi Marco? (riferito a Belinelli).Continuo inoltre dicendo che La mia inderogabile idea sul Mago ed il suo gioco è certamente poco simpatica ed ancora meno condivisibile dai suoi tanti rispettabilissimi tifosi: il bilancio tra quello che ti dà in attacco e quello che ti toglie in difesa è in passivo.Sta migliorando, si dice. Può ancora diventare Nowitzki, si assicura. Ma intanto persino la Nazionale di Pianigiani gioca meglio e vince senza di lui, diversamente dalla Germania.
    Sono passati ormai 6 anni da quella prima scelta assoluta nel draft 2006: il Bargnani di allora era così decisamente inferiore e diverso dal Bargnani di oggi? No, il Mago non è sufficientemente migliorato per aspirare al Gotha di questa Lega: fa ancora meglio quelle poche cose che ha sempre fatto benissimo, ma fa ancora peggio quelle troppe cose che non è mai stato in grado di fare.
    Ed a 27 anni non si può più pretendere di aspettare che faccia il salto di qualità decisivo, raggiungendo quel presunto potenziale inespresso ormai inesprimibile.
    La sua inettitudine in difesa è indifendibile, perché ha risvolti realmente preoccupanti. Non è solo uno scarso difensore, come potrebbe essere il suo modello Nowitzki, ma è addirittura un difensore dannoso perché non riesce a garantire nemmeno quel minimo sindacale che un ominide dotato di capacità motoria e respiratoria deve fornire su un campo di pallacanestro.
    Non solo omette, ma compromette.

  5. io non lo vedo così male bargnani… come giocatore titolare o sesto uomo in una squadra con un buon sistema sarebbe ottimo, poi dalle partite che ho visto mi è sembrato anche ci mettesse più impegno del solito.
    lakers che si giocano una partita fino alla fine fanno notizia… gasol sempre più lontano da los angeles.
    si dice che boston stia cercando di fare una trade per rondo o green… vediamo chi si aspettano di avere in cambio.
    i clips hanno anticipato la gara di schiacciate dell’all star weekend.
    indiana mi sta stupendo per la sua continuità.

    • Il problema di Bargnani è il suo contratto (per lui mica tanto problema :)). Nel 2015 sarà FA e potrà essere preso (a cifre modiche) da una squadra seria per completare il quintetto e vedrete che finalmente vedremo un giocatore di tutto rispetto.

    • I Lakers sono tre partite di fila che se le giocano fino alla fine. Non è certo un bene: o si tanka quest’anno in cui il draft è lungo o mai più. Quando ieri evidenziavo che c’erano molte partite da giocare era per dire che speravo che potessero tankare alla grande, nonostante le vittore su Celtics e Raptors. Dopo l’ultima, persa all’OT, però, mi pare che non lo vogliano fare. Mah!

      • non possono perderle tutte spudoratamente, qualcuna devono pur fare finta di giocare… poi la maggior parte son delle pippe, ma danno il massimo per essere riconfermati l’anno prossimo o per farsi vedere

          • L’argomento sesto uomo quest’anno è stato accantonato per mancanza di spunti, non ci sono sesti uomini in gara … IMHO Jackson dei Thunder è il favorito.

          • Secondo me tra i papaili ci sono:
            Stuckey, Waiters, DJ Augustin, Wroten, Ginoili, Mo Williams, Jamal Crawford, R.Jackson, Carter, Young, Burks, Mozgov.

            Per me questi i papabili. Se guardiamo il rendimento individuale vince a mani basse Young, se gardiamo anche i risultati se la giocano Ginobili, Crawford e Mo Will, con Jackson outsider (molte presenze in quintetto però).
            Green è partito titolare in più di emtà delle gare e Bledsoe starà fuori ancora un po’, quindi non credo sia candidabile.

  6. Bargnani non ha mai giocato in una squadra degna di questo nome. Prima scelta in draft di basso livello, non è mai stato considerato e non sarà mai un crack ne un forse un all-star. Ba un buon giocatore NBA sì. Quanto agli inviti di tornarsene in Europa, ricordo le stesse cose dette al Beli fino a 2 anni fa, oggi invece “Beli è il miglior italiano…”.

    Questo forse è il periodo in RS più nero di Miami da quando stanno insieme i 3 caballeros? Tirano il fiato per il gran finale o ci sono delle difficoltà oggettive? Lo sapremo solo ai PO. Antic l’ho battezzato come finito e invece il suo lo fa. Le statistiche per 36 (per quanto possano significare) sarebbero quelle di un buon centro. Mi fa piacere per lui.

    Bella vittoria di Houston. Va beh, gita in texas con 2W e 1L direi che Portland ci poteva mettere la firma.

    Indiana fa davvero paura. E’ la squadra più forte di questa RS. GSW a questo punto fra le prime 4 non ci arriva. Vedremo ai PO cosa combineranno.

    Davis è fantastico. 4 rubate e 4 stoppate, con quelle braccia lì può fare tutto, può slacciarti le scarpe mentre ti stoppa. Sulle orme di KG, ma bruciando le tappe però…

    • quoto su Bargnani! la sua maledizione è stata essere first pick! fosse stato scelto alla 6a-9a non sarebbe un problema. Però in NBA ci può stare sempre però scendendo dal pino. E in una contender con i giusti crismi tecnico-tattici può fare anche la differenza.
      Io anche avrei messo la firma per 2W e 1L in texas! oltretutto 1. abbiamo vinto una partita di PO con SAS (quintetti molto in campo e grande intensità), 2. Abbiamo sverniciato i Mavs (che comunque erano in un buon momento) 3. Abbiamo perso da Hou che le metteva dentro anche dal parcheggio (un po’ come noi in altre partite).
      Che dire: ci siamo come squadra. adesso Stotts sta dando un po’ di fiducia anche ad altri della panchina oltre a Mo. Spero che da qui alla fine si cerchi di far entrare in ritmo le second Unit per avere aiuto in ottica PO. e speriamo che da Freeland, TRob e Leonard riescano a tirare fuori 20 min di buon gioco.
      Per me Wade è frollo, Allen quasi, adesso si mette a prendere rimb. Se l’alieno vuole il trhee peat deve affidarsi a Bosh. però sta venendo su bene Cole.
      Ma Jennings ieri ha giocato o scriveva sms solo 6 assist in 20 min? tirava mattonate!!!
      Davis è meraviglioso, sembra l’uomo gomma. Però se non avrà un’altro serio vicino sarà proprio come KG a Minnie indi non arriva al secondo turno PO mai.
      Indiana o adesso (e credo proprio che sarà così) o mai più.

      • Wade mi sembra abbastanza andato,però tra i primi 20 NBA ci rientra per me,e con lui anche Bosh,quindi James non mi sembra solissimo.Certo per Indiana, complice la situazione salariale,o la va o la spacca ,non so quante altre volte beccherano gli Heat in queste situazioni,ossia con un Wade malconcio e altri acciacchi vari nel roster

        • mi era andato il primo commento in lista moderazione!!!:-)
          Il Wade di adesso non entra neanche tra i primi 50! io spero che si stia veramente tenendo buono per i PO altrimenti può fare quello che fa allen adesso agli Heat!
          Boston dovrebbe vendere tutti, anche Rondo, e ricostruire. Jennings non gli serve a nulla, Monroe invece lo terrei se me lo danno.

      • Avrai scritto che rubio è un cecchino da tre
        Cmq jennigs ieri 0/7 per me sente area di trade,lui e monroe sn con le valigie magari a boston per rondo e green( lo so fantascienza)

        • Da quello che ho capito Boston li può dare via sia Rondo che Green ma in cambio vuole il nulla… o gente in scadenza o scelte al draft. A me pare che stiamo facendo un casino di spazio sperando nelle scelte e nei FA del 2015…

          • Non sto capendo nulla delle mosse di Ainge a Boston e delle conseguenti prospettive. Buon segno per i tifosi Celtics.Erano gli anni precedenti alla diabolica estate 2007: Danny Ainge ammassava giocatori e scelte al draft da cui chiaramente non avrebbe cavato fuori un uomo franchigia ed indicava con moderazione a coach Rivers l’unica via possibile da percorrere, ovvero quella della
            Da un lato in campo non andavano solo ed esclusivamente i più giovani (Jefferson, Perkins, Tony Allen, West, Gomes, Gerald Green) per maturare ed essere messi in vetrina, ma senza alcuna apparente ragione venivano concessi preziosi minuti a ruderi assortiti come Ricky Davis, Raef LaFrentz, Wally Szczerbiak e Mark Blount.
            Dall’altro Ainge non faceva una singola mossa coerente con la precedente, nella più evidente navigazione a vista che la storia recente della NBA ricordi, cavalcando di volta in volta occasioni o ispirazioni, ingolfando il cap senza lasciarsi possibilità di manovre e soprattutto agli osservatori di prevederle.
            Nel 2007, punto di arrivo di quegli anni improduttivi di fuffa, finalmente era tutto pronto per l’assalto a Oden o Durant, col secondo peggior record NBA e tante palline per ottenere una delle prime due scelte al draft.
            Arrivò puntualmente la quinta, coi sorpassi subiti nell’ordine di chiamata da Portland (Oden), Seattle (Durant) e Atlanta (Horford), nella proverbiale sfiga che si accanisce sui Celtics in lotteria, come se sconfitte e tanking non fossero degni della loro storia e gli si rivoltassero contro di default.
            Ma nel pieno dello stato di panico, quale occasione migliore per esaltare colui che aveva fino al giorno prima cambiato rotta settimanalmente, elevando così la navigazione a vista al grado di scienza esatta?
            Il resto è storia, nelle figure di Allen e Garnett giunti in Massachusetts nel giro di un mese.
            Oggi mi sembra di essere tornato di colpo a quegli anni.
            Non vedo un singolo giocatore nel roster di Boston in grado di spostare qualcosa nel futuro di questa Lega: Jeff Green, Bradley, Sullinger, Olynyk, Faverani, tutta gente favolosa come complemento di una contender, del tutto inadeguata per qualsiasi cosa in più.
            La stella già presente non è Pierce ma Rondo, saggiamente tenuto a bagnomaria cavalcando un infortunio su cui come al solito l’NBA reitera un gravissimo silenzio che fa perdere credibilità al sistema. Ma questa è un’altra storia.
            E come per il Capitano all’epoca, il metodo Ainge prevede anche per Rajon scenari di cessione, tuttavia senza urgenza e non in saldo perché la scadenza contrattuale nel 2015 coincide col momento fissato per la ripartenza.
            Sì, 2015 domani come 2007 ieri.
            Mi aspetto nei prossimi due anni un GM dei Celtics nuovamente in versione navigatore a vista, attivissimo a prescindere, immischiato in qualsiasi trattativa di mercato e con qualsiasi giocatori a roster che vivrà il suo momento di celebrità nella pagina dei rumors.
            La procedura è sempre la stessa: scelte al draft (non necessariamente la prima assoluta, ma se capita non si butta via) e contratti tanto pesanti quanto inutili (Green e soprattutto Wallace) da inserire insieme ai più giovani per pareggiare i salari della controparte nella trade.
            Nel frattempo, sconfitte.
            Obiettivo semplice: almeno tre All Star contemporaneamente a roster (Kevin Love è chiaramente il primo obiettivo) ad ottobre 2015, non importa come. Poi la squadra si completa sempre in qualche modo col Posey o il P.J. Brown della situazione, come gli stessi tre amigos insegnano.
            Riuscirci per la seconda volta è più difficile, un po’ perché i rivali hanno imparato a conoscerti e temerti, un po’ perché Kevin McHale fa altro, un po’ perché devi anche testare il giovane capo allenatore, un po’ infine perché le motivazioni sono diverse ed inferiori.
            Se non fosse per quella didattica esperienza del 2007, sarei nuovamente sul piede di guerra contro Ainge, che ai miei occhi sta sbagliando letteralmente ogni mossa recente, in primis modalità e tempistica dell’allucinante cessione di Pierce e Garnett.
            Ma ora non ci casco più: se c’è una persona che può nuovamente riportare in alto Boston, a modo suo, inconcepibile e sconclusionato, quello è sempre e solo Danny Ainge.
            E meno ci capiremo di quello che sta facendo, più precoce e vincente sarà la nuova dinastia in biancoverde.Ma il senso di tutta questa frenesia? C’è, anche se nemmeno lui sa quale sia di preciso.
            Non si possono valutare le singole mosse di Ainge in quanto tali, perdendo di vista il discorso d’insieme, perché sono tutte parte di un percorso troppo più ampio e troppo più inesplorato da poter essere individuato ed analizzato passo per passo.
            Per esempio l’ultima operazione, con l’arrivo di Joel Anthony ed una scelta (di Philadelphia) in cambio di Crawford e Brooks, è a prima vista piuttosto urticante per i tifosi biancoverdi. Figuriamoci poi considerando anche il favore finanziario fatto ai grandi nemici di Miami.
            Anthony, nella sua inutilità, ha una player option che certamente eserciterà per il prossimo anno di circa $4 milioni: un salasso; la scelta, qualora Philadelphia non arrivi ai playoff nel 2015, sarà solo per il secondo giro: parzialmente inutile; e Crawford, per quanto in scadenza, è stata la più lucente sorpresa stagionale di Boston: svenduto.
            Ma Ainge non vuole quadrare il cerchio adesso, se ne frega di fare favori o sfavori agli avversari e si muove oggi solo in funzione di potersi muovere ancora meglio ed ancora di più domani.
            Con Rondo sulla via del ritorno, questo era il momento per liberarsi di Crawford, altrimenti a fondo perso tra pochi mesi. Mentre Anthony e le scelte sono solo altri asset che vanno ad aggiungersi alle 7 scelte future non proprie dei Celtics che Danny ha accumulato in questi anni.
            Sono materiale per futuri scambi ancora più grossi, oggetti in vetrina, occasioni contabili, calcoli catastali, esattamente come sono stati ora Crawford e Brooks ed esattamente come sono e saranno tutti i giocatori a roster, da Rajon a Faverani, da Falchetti a Mengoni, a seconda delle esigenze.
            Ainge non si muove per essere più forte o per svuotare il cap, ma solo per essere più pronto a fare altre mosse in vista di quelle decisive. Con l’unico obiettivo di presentarsi nel 2015 con due se non tre stelle a roster, tra chi già c’è e tra chi arriverà, via draft, via free agency o via trade.
            Perché l’importante nel frattempo è rispettare l’unica missione che il campo impone, a dispetto dell’avvio pazzerello: perdere e perderemo.
            Ovvero tutto quello che serve per tornare a vincere il prima possibile, anche se tutto sembra andare nella direzione opposta.

      • Sono d’accordo, Wade non ne ha più. No secondo me oggi fra i primi 20 non ci sta per niente. Come roster sicuramente meglio Indiana. Penso che se vuole la finale st’anno deve fare il miracolo Lebron. Ma poi oh, ai PO qualche sorpresa esce sempre fuori… più probabile sia a ovest però!

          • guarda mettici l’accento perché “pompe” nun se po’ sentì ! 😉
            comunque gran bella analisi sulla situazione boston. incomprensibili alcuni movimenti ma molte squadre arriveranno libere al 2015 e se si punta sull’appeal della città boston non sarà la prima.

            per i 20 giocatori che spostano più di wade ti rispondo io:
            johnson-irving-george-sthepenson-james-bosh-wall-nowitzky-ellis-curry-thompson-parsons-harden-howard-paul-griffin-j.crawford-m.gasol-conley-davis-holiday-durant-dragic-lillard-batum-aldridge-leonard-parker-duncan-cousins

            e secondo me per miami conterà più la forma di ray allen che quella di wade nei PO…

        • Non sono d’accordo Wade soffre il fatto di essere il terzo dopo
          James e anche Bosh se andasse ad una squadra dove potrebbe fare
          il number one ritornerebbe quello del primo titolo a Miami.

          • Sì, e le ginocchia gli ritornano di colpo quelle di un ventenne? Wade è in crollo fisico, quest’anno (giustamente e prevedibilmente) si sta limitando al massimo in RS ma non esagerate, si sta tenendo per poter essere in forma nei PO dove comunque deciderà 1-2 partite che contano (finali di conference o Finals).

            Per quanto riguarda i giocatori citati da Lam20… no, veramente pochi in quella lista spostano più di Wade quando si faranno i PO (george-sthepenson?-james-nowitzky-curry-harden-howard?-cp3-durant-lillard-aldridge-parker-duncan)

          • Sì, anche io penso che ai PO un paio di partite possa ancora deciderle, più o meno come ha fatto l’anno scorso. Però non sono sicuro che quest’anno basti. 20 che spostano più di lui, non credo nel singolo match, ma in una serie a 7 ne trovi eccome. Per esempio Stephenson (ovviamente mi sbilancio perché ai PO è tutto da testare) sicuramente sulla singola partita non te la farà mai la prestazione alla Wade, che è uno che andrà in all of fame. Però nell’ottica della serie molto probabilmente sarà molto più costante e chiudere con numeri migliori. Fra i 2 prenderei “born ready” oggi.
            Ovviamente il discorso lascia il tempo che trova, perché magari Wade si è curato bene, ora sta tirando il fiato al massimo e poi ti fa dei PO spaventosi. Questo non possiamo saperlo.
            Fra i 20 visti citati in giro, sicuro non prendo Ellis per Wade!

          • Io adoro Flash! forse ho già detto che a parte Portland simpatizzo molto per Miami (sarebbe la mia finale sogno!!!) e non dai tepi dei big three ma dai tempi del grande nZo….
            Detto questo secondo me Wade è alla frutta e come tale avrà ancora due/tre cartucce (grandi prestazioni) da fare, e se le terrà per Indy in finale (tanto ce lo porta l’alieno). Poi andrà a fare il sesto uomo da 20 min a partita che ti gira la partita (alla Ginobili). Poi, contentissimo se sarò smentito, ma non credo. il prox anno Miami dovrà comunque integrare il reparto esterni, anche Allen mi sembra in via di deperimento.

  7. Sulle ragioni del cambiamento del gioco negli ultimi 10 anni, c’è un’interessante intervista di Kobe, che, tra le altre cose, rimpiange le difese dure precedenti all’introduzione del divieto di “hand check” durante la stagione 2004/05. Sostiene che impedire il contatto del difensore a fini di controllo dell’attaccante avrebbe favorito il successo di giocatori più modesti, perché prima l’attaccante doveva avere un bagaglio di soluzioni e movimenti molto più ampio. Ciò avrebbe favorito la “small ball” che Kobe non apprezza.
    Per chi vuole leggersela:
    http://espn.go.com/los-angeles/nba/story/_/id/10325177/kobe-bryant-los-angeles-lakers-calls-nba-finesse

    • ahahah… il senso è solo “io so più forte perché facevo 30 punti contro difese VERE, adesso nessuno po esse più forte de me!”. Ovviamente il fatto che oggi siamo a un livello atletico che 10 anni fa non esisteva è una cosa a cui non si fa cenno…

      • Beh, ma da Kobe cosa ti aspetti?
        Comunque è vero, l’atletismo di oggi è impressionante. C’è un’intensità incredibile e poi recuperano subito. E’ un fenomeno cui assistiamo in tutti gli sport, anche nel calcio. Chissà cosa prendono…

        • Il doping esiste da quando esiste lo sport. Ovvio che più vai avanti più diventa migliore…
          Oltre l’atletismo considera poi che oggi possono anche giocare a zona, e che esistono molte più squadre organizzate difensivamente. Oh, non so se sono controcorrente io, ma secondo me il livello continua ad alzarsi.

          • Gamba tesa sul doping:David Stern, come ogni capo di una lega privata che se la canta e se la suona con le proprie regole negoziate e per i propri – giustificabili – interessi, ci raccontò nel 2005 che non c’è alcuna prova del benché minimo utilizzo di steroidi o doping da parte dei giocatori NBA.
            Ma purtroppo andò pure oltre:
            Uno sport come il basket, in cui sono esaltate la rapidità, l’agilità, la destrezza e l’abilità rispetto a tutti gli altri attributi fisici, non si presta per migliorare le prestazioni all’uso di steroidi o sostanze dopanti, che sono principalmente utilizzate per costruire la massa muscolare, la forza e la resistenza.
            Certo, ed io ho annullato la cena di domani con Charlize Theron perché Natalie Portman stasera mi ha ricordato che sono già impegnato con Jennifer Connelly.
            Già pensare che il doping nella NBA si concentri soprattutto nella banalizzante diatriba degli steroidi per gonfiare i muscoli, è ingenuo oltre che errato.
            La reale utilità del doping oggi si manifesta nelle situazioni intermedie e collaterali alla partita: recupero più veloce per gare ravvicinate, guarigioni più rapide, copertura del dolore, capacità di lavorare più a lungo e con maggiore intensità durante la preparazione, persino approccio più aggressivo alla gara.
            Ma pensare poi che nella NBA non esista il doping perché nessuno (tranne qualche mammalucco pizzicato per salvare la facciata) viene trovato positivo, è semplicemente ipocrita.
            Nello sport professionistico di alta finanza, dove non ci sono i controlli o questi sono insufficienti e non trasparenti, c’è sicuramente doping.
            Il presupposto necessario è allora sapere come avvengono questi test, per svelare il bluff e la residenza delle magagne. Ed è emblematica la più grave di queste per ipotecare tutto il resto: nella NBA non si effettuano esami del sangue, ma solo test delle urine.
            Proprio come nel calcio, la lobby dei giocatori ha regolarmente vinto questa battaglia di Pulcinella, giustificando il rifiuto dell’ago con l’insopportabile e subdola fesseria dell’eccessiva invasività dei prelievi.
            Rivolgersi ai ciclisti per avere un’altra versione della faccenda.
            Ci sono quindi sostanze dopanti, tipo il celeberrimo ormone della crescita (GH) o la famigerata eritropoietina (EPO), che non sono di fatto rintracciabili nei test NBA così condotti, perché praticamente assenti o presenti per troppo poco tempo nelle urine.
            Quanto al numero di controlli, secondo il contratto collettivo ogni giocatore è sottoposto durante la stagione a 4 pisciatine random, formalmente a sorpresa, più altre due in offseason.
            Intanto sono cifre assolutamente ridicole, specie nel momento storico in cui il monitoraggio costante dell’organismo dell’atleta sta diventando la panacea di molti mali tramite il passaporto biologico, la cui effettiva o mancata adozione ormai scinde gli sport e le federazioni che combattono il doping da chi se ne frega.
            Ma anche l’effetto sorpresa è del tutto eludibile, perché tra il momento in cui il giocatore sa di dover essere sottoposto al test ed il momento in cui si effettua il test, grazie al necessario filtro dello staff medico-tecnico della franchigia di appartenenza ed alla collusione che si crea coi tester, può passare un tempo sufficientemente ampio per coprire la frode.
            Grazie ad una buona rete di informatori posizionati legalmente nei posti giusti (talvolta può persino bastare il personale di sicurezza del campo pratica), al giocatore basta quindi sapere per quanto tempo la sostanza assunta si trova nel suo corpo per aggirare senza alcun eccessivo impegno qualsiasi tipo di rischio.
            Per le verifiche offseason poi la buffonata è totale, visto che per sapere dove si trova il giocatore è ovviamente necessario un contatto preliminare diretto col tester per mettersi d’accordo. Eufemisticamente stupefacente che in 15 anni di protocollo non vi sia stato un solo caso noto di giocatore non trovato nell’ubicazione prevista o punito per aver mancato un test estivo o, figuriamoci, trovato positivo.
            Ci si potrebbe sbizzarrire con altri dettagli, tra cui la totale assenza di pubblicità degli esiti, di trasparenza delle procedure e di effettivo funzionamento degli organi di controllo, ma sarebbero comunque tutti orientati ad una sola ineluttabile conclusione: è un grande imbroglio, che va bene a tutti.
            Da spettatori ed appassionati, nessun problema: possiamo tranquillamente chiudere un occhio o guardare altrove, godendoci lo spettacolo che deve andare e sempre andrà avanti.
            Ma farci passare anche per fessi, cavalcando immoralmente questa ipocrisia senza alcuna intenzione di voler davvero azionarsi a favore del fondamento dello sport, personalmente mi pare troppo difficile da accettare.

          • Concordo al 100% con Jacopo. Aggiungo che il doping danneggia sia i giocatori più tecnici, perché consente recuperi altrimenti impossibili, sia i giocatori naturalmente più dotati atleticamente, perché annulla quelle differenze che invece ci sarebbero. Ma l’NBA è un prodotto che si deve vendere e il doping danneggia l’immagine.

  8. Bargnani non è da NBA per un motivo semplicissimo: non è capace di fare il role player.
    Lui in una squadra può fare solo la stella: la prima opzione offensiva che tira 25 volte a partita.
    Solo così prende ritmo e fa al meglio l’unica cosa che sa fare, ovvero lo scorer.
    Ma questo, ovviamente, lo può fare solo ad uln livello più basso, mai e poi mai nella NBA.
    Per questo quando gli scadrà il contratto (ma i Knicks potrebbero anche tagliarlo prima), NON potrà riciclarsi come 6° uomo a basso costo.
    O fa la stella o niente.

  9. Dopo un barlume di luce da parte dei miei Knicks di nuovo luce. Gli infortuni non aiutano, ma anche vero che se sono K-Mart e questo Stat a fare la differenza stiamo freschi, quindi bisogna ammettere che escluso Melo sono tutti sottotono, nessuno ci crede e molti giocatori sono più controproducenti che altro. Ma non resta che chiudere gli occhi e aspettre un paio d’anni che scada qualche contratto, tanto scambi non ne possono fare.

    Chi ha detto che Howard ormai è bollito? Secondo me sta disputando una delle sue migliori stagioni di sempre. Le cifre sono ottime, seppure inferiori al passato, sicuramente anche per il calo atletico che ha avuto, ma ha aumentato il suo bagaglio tecnico, gioca con un atteggiamento ben diverso da quello di LA, non si lamenta ed apre bene gli spazi per i tiratori.

    • Io concordo con Dade su Howard,sta davvero giocando bene.I mie Mavs vittoriosi nonostante un Dirk in calo in queste partite …ci sta abbondantemente , sia per età sia per la grande stagione che sta disputando.Brooklyn non penso ci sia troppo da esaltarsi,stanno giocando abbastanza bene (in particolare Blatche e JJ),ma ai playoff non li vedo troppo bene , certo squadra scomoda e di esperienza,ma con i ritmi di giocare ogni due giorni per me il lor miglior difensore (KG) va nettamente fuori giri e se Garnett non regge la vedo dura.Davis dominante,e c ‘era chi diceva che era il solito pompato dal college.Josh Smith sta giocando malissimo, anche ieri 11-21,e’nettamente il peggior tiratore NBA insieme a Rubio e in più Cheeks deve capire che non può giocare con quel tiro da 3 come ala piccola.JJ Redick che si conferma un gregario di lusso e Blake che,oltre alla Umpton,schiaccia ogni cosa gli capiti tra le mani

      • Brooklyn quasi quasi ha convenienza ad arrivare settima od ottava. Se becca una delle contender al primo turno può avere più chances che non al secondo turno vista la loro età avanzata. Inoltre molto dipenderà da Lopez..mi pareva di aver letto che ci fosse una possibilità che torni per i playoffs. Senza di lui sono molto più difendibili, visto che la loro opzione più credibile vicino a canestro ora è Blatche!

        • Sicuramente come dici tu , però in una serie a 7 partite li vedo sempre troppo col fiato corto .Poi sicuramente aiuterebbe tornasse Brook;comunque io cercherei una trade per un buon lungo,ad esempio alla Mike Scott, perché così sono parecchio corti,a meno che di non voler giocare con AK47 da stretch four

          • C’è sempre Bynum a piedi. E con i recenti scambi (traylor) dovrebbero aver liberato anche un po’ di spazio.

  10. Devo dire che quest’anno ci sono davvero delle belle squadre ma Indiana le supera tutte GEORGE e’ un superbo giocatore ma anche Stevenson, HIBBERT davvero auguri a questa squadra ma mi piacciono
    anche Portland e Warriors in attesa di notizie da Boston.

    • Avevo copia e incollato da li ok dovevo mettere il link lo ammetto,e’stata una bambinata ammetto pure questo,però mi sembrava interessante

  11. E poi io seguo il basket da relativamente poco e no.n sono mica un esperto come voi,quindi anche questo mi ha spinto a copiare l’articolo,so che è stata una roba da bimbominkia,quindi scusate ragazzi,la o le prossime volte riporterò il link dell’articolo (come avrei dovuto fare)

    • infatti jacopo volevo solo dirti di citare la fonte perchè, pur non essendo un avvocato e non conoscendo appieno la legislazione in materia, credo proprio che tu possa essere denunciato dall’autore del blog se non lo citi come fonte.

      inoltre le analisi di wegotgame.playitusa.com sono a mio avviso tra le migliori che si possano trovare e mi pare giusto fare un po di pubblicità agli autori

      • Si si hai ragione.Mi scuso ancora una volta con gli utenti del sito,sia questo che we got game e soprattutto con Gerry.In ultima cosa concordo sul fatto di fare pubblicita’al sito

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