Connecticut-Kentucky per l’ultima retina

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Nella notte tra lunedì e martedì all’AT&T Stadium di Arlington, Texas, davanti a 80mila spettatori, gli Huskies di Connecticut, testa di serie numero 7, sfideranno i Wildcats di Kentucky, numero 8 del seeding, per il titolo NCAA 2014. Nelle due semifinali, manco a dirlo, sono stati ribaltati i pronostici con UConn che a sorpresa ha battuto 63-53 i Gators di Florida, numero 1 del ranking e unica testa di serie rimasta in corsa, mentre UK si è sbarazzata 74-73 dei Badgers di Wisconsin grazie alla tripla decisiva di Aaron Harrison, per la terza gara consecutiva autore del game winner shot. Sarà la finale con le teste di serie più alte nella storia, 8 contro 7, e per la terza volta dal 1979 non ci sono n. 1 o n. 2 del tabellone.

FLORIDA-CONNECTICUT

I Gators, arrivati alla Final Four con 30 vittorie consecutive, cadono proprio contro l’ultima squadra che li aveva battuti in stagione, gli Huskies di Connecticut. A dire il vero la partita non sembra avere storia, con i ragazzi di coach Billy Donovan che partono 16-4. Da lì in poi è un dominio di UConn con Napier e Boatright a decidere il ritmo e uno spaziale DeAndre Daniels a mangiare in testa agli atleti di Florida. All’intervallo gli Huskies guidano 25-22 mentre nella ripresa la squadra di Ollie riesce sempre a tenere la testa davanti, grazie anche al contributo del berlinese Giffey. L’ultimo sussulto di Florida, che non ha praticamente nulla da Wilbekin, dolorante al ginocchio destro, da Frazier II e da Finney-Smith, è firmato da Patric Young, il lungo che chiude con 19 punti ma che non può evitare il successo di Uconn.

Per Connecticut è pazzesca la prova di DeAndre Daniels, l’ala junior di Los Angeles reclutata, come tanti altri, da Jim Calhoun, l’uomo che ha scelto Kevin Ollie come suo successore. Daniels ha chiuso con 20 punti, 10 rimbalzi e 9 su 14 al tiro e ha tenuto vivi i suoi nell’inizio difficile. Ottimo Giffey, 11, super Boatright, 13, 6 rimbalzi e 3 assist e la solita faccia tosta. Maiuscolo Shabazz Napier, il senior, campione nel 2011 da sparring partner di Kemba Walker, che ha giocato da leader e generale: 12 punti con appena 6 tiri, 3 rimbalzi, 6 assists e 4 recuperi. Per gli Huskies sarà la quarta finalissima della storia – tutte vinte le precedenti tre 1999, 2004 e 2011 – mentre coach Kevin Ollie ha centrato la Final Two al primo torneo da allenatore (seconda stagione alla guida di UConn). Da sottolineare come gli Huskies, per arrivare al Championship Game, hanno battuto i campioni dell’Atlantic 10 (Saint Joseph’s), della Big East (Villanova), della Big 12 (Iowa State), della Big Ten (Michigan State) e della SEC (Florida).

KENTUCKY-WISCONSIN

Nella seconda semifinale, molto equilibrata, sono i Calipari boys a prevalere sulla squadra di coach Bo Ryan, una delle storie di questa Final Four, la prima per lui. Kentucky ha vinto al termine di una gara punto a punto, con la tripla di Aaron ‘Cool Blood’ Harrison per il 74-73 a 5 secondi dalla fine. Il gemello col numero 2 sulla maglia, dopo aver ucciso Louisville e Michigan, ha fatto tris contro i Badgers, dimostrando di avere sangue gelido nelle vene. Nell’ultimo possesso Travon Jackson ha provato la replica ma il pallone, dopo il bacio al tabellone, è stato sputato dal ferro. 12 punti per TJ, 15 di Brust e Dekker, meno bene l’atteso big man Frank Kaminsky, 8 punti con soli 7 tiri.

La superiorità fisica dei Wildcats ha fatto la differenza, a rimbalzo Dakari Johnson (10 e 7 rimbalzi) e Alex Poythress (8 e 7 rimbalzi) si sono sentiti, mentre per i punti ci han pensato i soliti Julius Randle, 16, e James Young, 17, con il contributo degli Harrison, periferici (9 Andrew, 8 Aaron) ma alla fine determinanti. Calipari ha portato fino in fondo un altro gruppo di freshmen dopo quello del 2012, arrivato al titolo con Anthony Davis e gli altri: Randle e compagni han prodotto 66 punti, più dei 61 dei Fab Five di Michigan del 1992. Il record di coach Cal con UK al torneo è di 18 vinte e 2 perse, e considerando che l’anno scorso non erano nel tabellone, gli Wildcats hanno vinto le ultime 11 gare. L’ultima sconfitta? Nella semifinale del 2011 guarda caso contro Connecticut, la stessa che gli contenderà il titolo nella notte tra lunedì e martedì alle 3.10 ora italiana.

4 COMMENTS

  1. Harrison dopo ste partite mi sa che scalerà non poco nel mock… cmq offtopic ma redick fuori per tutta la stagione?

  2. Se dobbiam restar ai clutch moments…obbligato a prendere “il tiro”, Harrison è freddo ed efficace ma nella gestione della partita, rifuta tanti, tantissimi tiri…Play-maker non lo è di certo ma una bella guardia potrebbe venirne fuori. Io son rimasto impressionato da James Young…taleto offensivo di prim’ordine.

  3. Harrison (2) avrà pure il sangue gelido nel finale (cosa grandiosa, per carità!), ma nel resto della partita è in un mondo parallelo tutto suo.
    Di Kentucky mi impressiona Young, che in NBA secondo me può fare davvero bene. Di Randle un po’ sto dubitando: fortissimo nel pitturato, ma quando l’ho visto giocare l’ho sempre visto un po’ a disagio nei tiri dalla media (che al piano di sopra saranno fondamentali).
    Tifo tutta la vita UConn per disprezzo assoluto verso la politica dei one-and-done. NAPIER MOSTRUOSO. Lillard 20.14?

    • Randle sarà una presa sicura mal che vada ti diventa un brandon Bass, ma ha un non so che di Z-Bo sarà la mancina che mi frega. Per il tiro dalla media sono fiucioso, le mani sono comunque educate (se l’ha messo su Griffin….) Harrison 5 non mi piace.
      Harrison 2 invece mi piacerebbe vederlo in un attacco con meno prime punte. E’ comprensibile che si escluda un po’ quando hai 4/5 Nbaers in squadra, ti rilassi più facilmente, ma secondo me lui ha talento…
      Young ottimo.

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