L’NBA è una questione di famiglia

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Quest’anno come non mai ci sono tanti fratelli sparsi nelle squadre NBA, ben 8 coppie; non è una rarità che nella Lega giochino parenti (oltre ai fratelli ci sono alcuni cugini) ma in questa stagione il numero è salito di molto rispetto al solito. I più famosi e talentuosi sono i catalani Gasol divisi tra Memphis, dove Marc è il giocatore da cui dipendono i destini dei Grizzlies e Los Angeles, dove Pau è ormai concentrato sul suo futuro da free agent. Altra coppia sono i gemelli Morris, Markieff e Marcus, due ali che giocano ai Phoenix Suns; abituati a giocare con la stessa maglia già a Kansas per i Jayhawks, si sono ritrovati in Arizona dopo che Marcus è stato scambiato dagli Houston Rockets lo scorso febbraio per una seconda scelta 2013.

Gli altri gemelli più conosciuti sono i Lopez, Brook a Brooklyn (infortunato e fuori per tutta la stagione) e Robin a Portland. Entrambi provenienti da Stanford University, Brook ha consolidato nelle ultime stagioni un importante ruolo nei Nets e l’anno scorso ha partecipato all’All Star Game; Robin, dopo Phoenix e un passaggio a New Orleans, si è fatto strada nei Blazers che hanno appena conquistato il pass per i playoffs.

Restando vicino a canestro troviamo la famiglia Plumlee, Miles e Mason: il primo, centro-ala al secondo anno in NBA e al primo a Phoenix, ha trascorso il college a Duke, dove è stato capitano durante l’ultimo anno e ha accolto in squadra il fratello minore, Mason, centro-ala alla prima stagione ai Brooklyn Nets. Per entrambi una carriera da costruire cercando spazio nelle rispettive squadre: nei sorprendenti Suns Miles si è ritagliato uno spazio importante, favorito anche dalla cessione estiva di Gortat, mentre nei Nets di Jason Kidd Mason è diventato decisivo da centro nel quintetto con quattro piccoli che ha rilanciato le ambiziosi dei newyorkesi.

Altra coppia di lunghi sono gli Zeller, Tyler a Cleveland e Cody a Charlotte. Il primo e maggiore è stato lanciato nel quintetto base come centro titolare l’anno scorso dopo l’infortunio di Anderson Varejao, guadagnandosi un posto nell’All-NBA Rookie Second Team ma quest’anno è di fatto uscito dalle rotazioni di coach Brown. Cody, simile nel ruolo, di un anno più giovane sta trovando discreto spazio nei sorprendenti Bobcats che hanno raggiunto i playoff.

Da sotto canestro spostiamoci nel reparto guardie, anche qui ci sono coppie di fratelli: i due Teague: Jeff, alla quinta stagione con gli Hawks dove è diventato uno dei leader della squadra e Marquis, scelto al Draft dai Chicago Bulls dopo il titolo nazionale NCAA vinto nel 2012 a Kentucky, ma quest’anno spedito ai Nets dopo non essere riuscito a far breccia nel cuore di pietra di coach Thibodeau.

Ha fatto parecchio parlare la storia degli Smith, JR e Chris, ai New York Knicks. Sono i fratelli della ‘discordia’, nel senso che a inizio stagione il meno noto Chris è stato accusato da Brandon Jennings di giocare in NBA, guarda a caso nella stessa squadra di JR, solo per la presenza del fratello maggiore. Chris alla fine è stato tagliato dai Knicks il 31 dicembre e attualmente è senza squadra dopo qualche apparizione con gli Erie BayHawks in D-League. E’ comunque certo che Jennings non si è fatto degli amici presso la famiglia Smith.

Infine lo scintillante Steph Curry di Golden State ha un fratello minore, Seth, ruolo simile, che ha fatto avanti e indietro in stagione tra NBA e D-League. Partito dai Santa Cruz Warriors, squadra affiliati alla squadra della baia, ha fatto qualche apparizione senza troppo successo con Grizzlies e Cavaliers. Steph non ha bisogno di presentazioni, Seth invece dopo una brillante carriera a Duke, non è stato scelto nel Draft 2013 ma con un contratto non garantito ha iniziato la stagione in squadra con il fratello maggiore prima di essere trasferito nella lega di sviluppo.

Dati questi esempi e i molti altri visti nel passato, si può sostenere la tesi che il talento, in alcuni casi, scorre nei geni di famiglia!