I numeri delle NBA Finals: la rivincita tra Spurs e Heat

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Nessun’altra franchigia ha vinto quanto loro nell’ultima decade in termini di gare playoff, con San Antonio (92) leggermente avanti a Miami (89), anche se gli Heat hanno una percentuale di vittorie (0.654) di poco superiore agli Spurs (0.626). Le avversarie? Tutte lontanissime. Nella storia delle Finals bisogna tornare agli epici scontri tra Bulls e Jazz, e prima ancora tra Celtics e Lakers, per trovare un tale predominio. Nonostante un inizio di playoff ricco di colpi di scena, di scontri decisi e decisivi, è ancora Heat contro Spurs, la finale che tutti si aspettavano. Per capire se Miami avrà ancora la meglio o se San Antonio porterà i suoi “vecchietti” nuovamente in Paradiso non servirà attendere molto. Lo spettacolo può cominciare (tutte le gare in diretta e in esclusiva su Sky Sport).

Alla Vigilia

Gli Spurs vogliono partire col botto. In tutti i “Game 1” delle Finals con loro protagonisti hanno raccolto solo vittorie, con un margine di 10.4 punti sulle avversarie. Il record di 9-1 in casa in questi playoff non può che incrementare le speranze texane. San Antonio arriva a questa serie con il secondo miglior offensive rating dell’attuale post-season (111.2 punti ogni 100 possessi) e il secondo miglior defensive rating (101.1 punti concessi), prima assoluta come net rating tra le due statistiche (+10.1). Dopo le difficoltà incontrate contro i Mavs, quando la difesa ha concesso 106.8 punti ogni 100 possessi, la cassaforte Spurs si è chiusa ottimamente contro i temibili attacchi di Blazers e Thunder, anche grazie a un sempre crescente apporto in termini di rimbalzi difensivi con l’andare delle serie.

Parlando di stelle: Tony Parker è stato fenomenale in questi playoff, soprattutto nel decidere la difficile sfida contro Dallas; Tim Duncan sembra non sentire il peso dell’età, tanto che in finale di Conference ha preso 14 rimbalzi in più (60) di Kevin Durant (46), secondo nella statistica; il sempre più sorprendente Danny Green ha il miglior net rating, tra tutti i giocatori con almeno venti minuti di utilizzo medio, in questa post-season (+15.2). Se a ciò aggiungiamo che, con Ginobili, Leonard e Splitter in campo insieme, gli Spurs hanno un net rating di +27.1 punti ogni 100 possessi, si ha un’idea di quanto il roster di Gregg Popovich sia squadra vera prima ancora che grandi individualità. E che squadra.

Gli Heat, dal canto loro, non scherzano affatto. Il loro offensive rating è stato il migliore in questi playoff (113.7 punti ogni 100 possessi), mentre dal punto di vista difensivo scendono al sesto posto (105.3 punti concessi). Il net rating, neanche a dirlo, è secondo solo dietro ai texani (+8.3). Miami ha eliminato fin troppo facilmente i Bobcats e, nei round successivi contro Nets e Pacers, ha alzato esponenzialmente il suo fatturato offensivo, soprattutto nei dodici minuti finali (130.6 punti ogni 100 possessi), mentre è calata in termini difensivi (111.8 punti concessi). Se è vero che a rimbalzo offensivo la franchigia della Florida è migliorata con l’andare delle serie, resta comunque la peggiore in questa post-season, avendo raccolto solo il 17.6% delle opportunità disponibili.

Quando la palla scotta, gli Heat sono ancora più caldi e tirano con il 59% e 8/16 da oltre l’arco nei clutch moments. Certo, con giocatori come LeBron James, che ha il PIE più alto di questi playoff a quota 21.1%, oppure Ray Allen, che porta con sé l’offensive rating più alto, per giocatori con almeno 20 minuti di impiego medio, con 119.7 punti ogni 100 possessi, tutto è più semplice. Chris Andersen è un fattore sotto canestro, soprattutto in post-season, e raccoglie il 32.2% dei rimbalzi difensivi disponibili, mentre Rashard Lewis ha stupito tutti con un rendimento impressionante e un plus/minus di +58 nella finale di Conference contro Indiana. Per Miami tutto dipenderà, oltre che dalla decisiva vena del Prescelto, dalla condizione di Dwyane Wade, che sembra aver recuperato a pieno dai problemi alle ginocchia, e in questa post-season è stato un fattore determinante per le vittorie della sua squadra.

Match-Up e Uomini Chiave

E’ stato a un solo tiro libero dal diventare, probabilmente, anche se mai lo sapremo, il più incredibile MVP della storia delle Finals: Kawhi Leonard quando incontra gli Heat è come un toro che vede rosso ovunque. La sua difesa su James, nella scorsa serie finale, è stata una delle migliori mai viste sul Prescelto e in questa stagione regolare Miami ha segnato solo 87.9 punti ogni 100 possessi con Leonard sul parquet, perdendo per altro la bellezza di 16 palloni, mentre ne ha segnati 114.5 quando siedeva in panchina. Leonard ha il miglior plus/minus di questi playoff con un pazzesco +111. Più arrabbiato e voglioso di rivalsa è solo Tim Duncan, disastroso l’anno passato in termini di clutch shots (0/6), e colpevole di un errore grossolano su un facile gancio, che di fatto è costato la vittoria in gara 7 agli Spurs. Il caraibico ha dimostrato di tenere particolarmente alla sfida già in RS, quando ha segnato 23 punti di media agli Heat, massimo fatturato considerando qualsiasi avversario incontrato.

Lo scorso anno Wade ha faticato non poco nella serie a causa dei problemi fisici e San Antonio ha superato Miami di 54 punti con Flash in campo, mentre ha subito 49 punti di deficit quando era in panchina. In stagione regolare Wade ha tenuto entrambe le squadre sotto la soglia di un punto a possesso quando ha calcato il parquet, mentre, quando è uscito dal campo, tutte e due hanno segnato una media di più di 117 punti ogni 100 possessi. Chi ha, altrettanto, deluso le attese nelle Finals 2013 è stato Manu Ginobili. Le otto palle perse della disastrosa gara 6 a Miami, oltre a giocate discutibili nei momenti chiave della serie, sono state sintomo dei suoi alti e bassi. In questi playoff l’argentino non ha traballato ed è sempre un possibile e probabile fattore in uscita dalla panchina.

Parlando di fattori, non si possono dimenticare le 25 triple segnate da Danny Green nelle scorse Finals. Non che, nel frattempo, si sia scordato come essere decisivo, tanto che la sua effective field-goal percentage è a quota 63.4% in questa post-season, la migliore per chiunque abbia tentato almeno 75 tiri. Due aspetti che potrebbero fare la diffenza per gli Spurs sono di marca europea: Tony Parker e Marco Belinelli. Il francese ha tirato 11/42 fuori dal pitturato nella scorsa serie finale e, sebbene abbia deciso Gara 1 con una prodezza, è sembrato in difficoltà contro gli Heat, come per altro è successo anche nella scorsa regular season. La franchigia della Florida tira con una percentuale effettiva del 63.1% con il play sul parquet. Il suo infortunio alla caviglia in gara 4 contro i Thunder potrebbe comprometterne ancor maggiormente l’impiego ad alti livelli. Serve considerare la prestazione fenomenale della panchina degli Spurs nelle passate Finals per capire l’importanza del nostro connazionale, soprattutto per quanto riguarda il tiro da oltre l’arco. Belinelli è stato, però, l’unico giocatore dei texani con un plus/minus negativo (-42) nei suoi minuti d’impiego in questi playoff. Per il bolognese sarà fondamentale ritrovare l’efficacia dimostrata in stagione regolare per trovare un posto da protagonista in questa serie.

Per quanto riguarda gli Heat, serve una difesa sugli standard degli scorsi playoff (-4.8 punti concessi ogni 100 possessi e -2, 6% al tiro) se non si vuole concedere troppo spazio allo scatenato attacco di San Antonio. In assenza di Mike Miller, devastante lo scorso anno, ancora più pressioni saranno sulle spalle dei veterani Allen e Battier. I due sanno come essere decisivi e lo dimostrano, per il primo, l’assurda tripla del pareggio a 5 secondi dal termine di Gara 6 e, per il secondo, il 6/8 da oltre l’arco in gara 7, quando gli Heat sono stati a un passo dall’oblio.

Pronostico

Detto del fantasmagorico score degli Spurs nei loro esordi finali, se ci aggiungiamo lo 0/7 di LeBron James quando ha aperto una serie playoff in trasferta, con 12.3 punti di deficit medio, sappiamo probabilmente come andrà gara 1, anche se tutto può succedere. Ricordare che il Prescelto alla fine ha vinto quattro di quelle sette serie, però, sembra altrettanto giusto. Il formato di queste Finals sarà il 2-2-1-1-1 classico di ogni serie playoff e non più il 2-3-2 tipico della serie finale fino allo scorso anno.

Chi venga favorito da questa decisione è puramente arbitrario. Altrettanto vale nel definire se per gli Heat sia stato un vantaggio o meno il fatto di giocare contro avversari di livello più basso finora, trovandosi in Eastern Conference, rispetto a quanto abbia dovuto fare San Antonio in Western. Potrebbe accadere che la minor tensione patita dagli Heat in questi playoff potrebbe condizionarli in negativo, almeno agli esordi della serie, che potrebbe arrivare in Florida sul 2-0 Spurs. Auspicando che Miami prosegua la sua perfetta striscia in casa in questi playoff (8-0), probabilmente si tornerà in Texas sul 2-2. Gara 5 sarà quella che sposterà davvero gli equilibri e deciderà le sorti di questo titolo NBA. Pronostico secco? Vittoria da leggenda per James in gara 5 (ricordate Jordan in quella gara 6 a Salt Lake City?) e successiva chiusura all’American Airlines Arena sul 4-2 Heat. MVP delle Finals? Non scherziamo dai..

41 COMMENTS

  1. qualcuno passeggiava sui prati ad est e qualcun altro spostava macigni ad ovest. gli Spurs meriterebbero l’anello solo per le tre serie affrontate, a proposito chapeau a Rick Carlisle e ai Maws.
    mi intriga la serie 2-2-1-1-1, con S.A. che sa vincere fuori come in casa. Miami secondo me, meno forte come squadra dello scorso anno, ma devastante come individualità e con Lebron troppo dominante. io spero solo che ci siano gare avvincenti come le ultime tre dello scorso anno e la butto lì, il Beli decisivo almeno in una gara casalinga.

    • Io sinceramente non vedo questo cammino degli Spurs tanto più impervio di quello degli Heat.
      Alla fine i Mavs si sono rivelati una brutta gatta da pelare, ma dove arrivano i demeriti di SAS (ancora cattivo stato di forma di Green ecc.) e dove iniziano i meriti di Dallas? Secondo Miami con Dallas faceva 4-1 ad andar male.
      Portland non aveva possibilità ed è stata una serie comodissima con distacchi abissali. Secondo me molto peggio incontrare in Nets ai PO che Portland. Altra storia avesse passato il turno Houston.
      Sulla finale ok, OKC più tosta dell’Indiana che è arrivata a fine stagione. Ma giocare 2 partite con Ibaka out gli ha dato un bella bella mano. Con lo “spagnolo” in campo hanno dovuto sudare forte. Dall’altra parte Indiana, con tutti i problemi, è comunque la squadra con cui gli Heat si accoppiano peggio.

      Insomma, potendo scegliere anche io avrei fatto il percorso di Miami, però non ci vedo ste differenze abissali. Caso mai una run micidiale era quella di OKC…

      • Miami sempre sufficiente nei po fino ad ora, pure troppo. L’est non e l’ovest ed e’ un dato di fatto e se non fosse per un miracolo di hallen e del fattore campo, nelle scorse finals, ora parleremmo d’altro.

        • Allen, non Hallen.
          L’Ovest é superiore come conference all’Est e sto dicendo un’ovvietà incredibile. Detto questo però condivido in pieno l’analisi di Pompeio sui rispettivi cammini playoff non al 100%, al 200%

          • Allora convincimi che charlotte vale Dallas, che ciò che resta dell’ambizioso progetto nets vale la stagione dei blazers e che i rottami dello spogliatoio di indiana rendono quanto okc . Io credo che sia palese chi ha faticato maggiormente, considerando che sulla carta Miami è anche la più forte.
            P.s. Scusa per il mio hallen ma il mio nuovo cellulare sta al basket come me alla sua tastiera.

          • La stagione di Portland è un conto. Il fatto che ai PO preferisca incontrare loro piuttosto che un quintetto con D-Will, JJ, Pierce, KG, Plums + Blatche, Teletovic, Ak, Livingston ecc. è un altro. Infatti hanno dovuto faticare. OKC meglio di questa Indiana sicuro (forse :)), ma non OKC senza Ibaka. La serie è iniziata sul 2-0 Spurs praticamente. Meglio Dallas che Charlotte ok, ma non venirmi a dire che chissà quale squadrone sia Dallas. Prima della serie gli davano 0 possibilità di passare il turno…

            La storia che senza Allen parleremo d’altro ecc…è il classico equivoco “quello è l’episodio che ha deciso la serie!”. In realtà le serie sono decise da 200 episodi, ad esempio…
            Il miracolo di Parker in gara1 (perché quello è un miracolo) vale meno della bomba di Allen? Per me no, forse senza quel miracolo non si arrivava manco a gara7.
            L’errore di Duncan all’ultimo tiro di gara7 è un altro episodio. Ha sbagliato lui, peggio per lui. Hanno avuto le occasioni per vincerla, non l’hanno vinta, son più forti gli altri. Si va al meglio delle 7 partite per questo.

          • Cioè secondo te il canestro di Parker in gara-1 (jumper impossibile con gli Spurs SOPRA di 2 a 5 secondi dalla fine) vale quello di Allen in gara-6 (tripla impossibile in allontanamento con Miami SOTTO di 3 a 5 secondi dalla fine in un elimination-game)?

          • Devi guardare il risultato: il canestro di Parker e quello di Allen ti hanno fatto vincere una gara. Gara6 era più importante di gara1? Sicuramente.
            Ma resta il fatto che per vincere una serie devi vincerne 4.
            Per cui quelli sono “solo” due episodi all’interno di una serie

          • Tifo Spurs, ma quoto Pompeio.
            Le serie di Miami sono state più facili, ma in concreto San Antonio non arriva certo distrutta dalla fatica alle Finals.
            Quello di Parker è stato un tiro talmente improvvisato che mi pare un miracolo più di quello di Allen: Miami è stata costruita pezzo per pezzo da Riley e Allen l’hanno preso proprio per la sua specialità, cioè la bomba decisiva con tiro rapidissimo.
            L’hanno scorso entrambe potevano vincere: ha prevalso alla fine chi ha sbagliato di meno. Ha senso parlare di sfortuna? Quando hai l’occasione per vincere, devi vincere. Se sbagli con chi ti incavoli? Con l’avversario, che fa la sua parte?

          • apprezzo il solito tentativo di attaccarmi il pippone, ma non mi pare proprio di aver fatto una “classifica di importanza degli episodi”, perché non ne sono in grado. Tu sì? congratulations. 🙂
            Il senso è: la bomba di Allen è stato un episodio importante ma non è stato l’unico. Ne ho citati altri 2, i primi che mi sono venuti in mente, ma posso aggiungerci anche il libero sbagliato da Leonard. La somma di questi episodi decide una serie e la fortuna non c’entra niente, vince il più forte. C’entra poco anche citarne uno singolo, come “quel tiro ha deciso la serie”, perché non è così.

          • Quel tiro (o meglio, quel rimbalzo e quel tiro) ha deciso la serie, l’ha decisa in quanto non c’era il tempo di fare altro e in caso di errore avrebbe conseganto il trofeo. Come ci si è arrivati è merito e demerito degli episodi della partita ma “il tiro”, la palla veramente pesante, era quella.

            Se poi generalizzi che tutti i tiri sono importanti allora che parliamo a fare? La serie è stata decisa da quella azione per antonomasia.

            Se quello non è l’Episodio con la maiuscola allora semplicemente non esiste.

          • Senza il tiro di Parker avevi comunque ottime possibilità di vincere la PARTITA. Senza il tiro di Allen avevi perso la SERIE.

            Ecco fatta una “classifica di importanza degli episodi”.

  2. Quoto. Io dico però che questa formula avvantaggia gli heat. Questa è una serie che non finirà, almeno da pronistici unanimi, in 4-5 gare. Sapere, a inizio serie, che avrai una tra gara 6 e gara 7 in casa è vitale… L’anno scorso gara 5 non è stata pivotal, è stato più pivotal avere in casa game 6 and 7…
    Detto ciò, vantaggio o non vantaggio campo, vince Miami, reduce da 2 titoli negli ultimi 2 anni e 4 finali in 4 anni… SAS ha vinto il titolo nel 2007, non ci credo io al “è un caso” nel basket, soprattutto nelle serie playoffs…
    Favorita Miami, ha lebron. Vincerà il titolo.
    Tatticamente è più bestia nera Miami per SAS che il contrario.

  3. Io dico 4-2 SAS (così pareggio il pronostico dell’altro giorno e non posso sbagliare :))

  4. Io sono curioso degli adattamenti, Bosh centro, quindi Duncan centro?
    A Miami Haslem? o Lewis?
    Quanto giocherà Splitter? ecc ecc queste cose m’incuriosiscono da pazzi!

    • Vero. E sono altrettanto curioso di vedere gli aggiustamenti “dinamici” per far fronte alle varie situazioni che si verranno a creare

        • Secondo me Pop non fa partire Bonner in quintetto perché altrimenti gli Spurs vincono 4-0 e Silver si lamenta per la mancanza di spettacolo 🙂

        • La definizione di Bonner se non sbaglio era “fattore”.. Scherzi a parte, secondo me Miami è favorita… Parker sta male e lbj è troppo forte per tutti.
          Unico appunto, Miami non deve partire lenta, come se stesse giocando contro indiana, allora si che potrebbe avere problemi nella serie.. Miami non perde mai due di fila, staremo a vedere se regge il taboo.
          Gli uomini su cui ruota tutto: bosh e Leonard secondo me

          • “Miami non perde mai due di fila”
            Pedono, vincono, perdono, vincono, perdono, vincono, perdono … titolo Spurs 😉

            Vaffa il pronostici … io tifo Spurs (e l’hanno scorso tifavo Heat) perchè c’è il Beli e in periodo di mondiali siamo tutti fottutamente italiani! 🙂

          • … nemmeno troppo, se guardi gli Heat hanno concesso la prima fuori casa anche ad indiana e vinto quella dopo (nel rispetto della regola mai due di fila), scivolano in casa, pareggiano e poi la serie si incanala sul fattore campo. Penso che la maggior parte delle serie a 7 siano andate così.

  5. Vince sas a gara 7 tanto per restituire il favore a the queen…
    cmq mi sbaglieró ma esclusi I big 3 quest’anno miami ha perso il suo amuleto… mike miller!

  6. Direi che ci troviamo con le Finals più giuste, visti sia i PO che la RS, nonchè con le migliori che ci potevamo aspettare.
    La sfida è interessante anche perchè le squadre sono praticamente identiche all’anno scorso, quando tra l’altro si erano sostanzialmente equivalse, ma arrivano con percorsi un po’ diversi e il fattore campo invertito. Gli Heat non sono stati quasi mai messi a dura prova finora, in RS sono parsi meno brillanti dell’anno scorso ma è difficile valutare. Gli Spurs hanno superato gli ostacoli con grande autorità (Blazers, le ultime due coi Thunder) ma hanno avuto anche qualche imbarcata di troppo (la serie coi Mavs, le prime due partite a OKC).
    Fra temi tattici, tecnici ed ovviamente emotivi c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Un’incognita le condizioni fisiche di Parker, un terno al lotto come sempre le ginocchia di Wade, Ginobili invece sembra avere più benzina dell’anno scorso. Gli Spurs hanno affinato ancora di più il gioco tra i loro lunghi con Splitter e Diaw più coinvolti, vedere le prestazioni di quest’ultimo contro i Thunder, Popovich potrebbe insistere ancora su questo aspetto. Ma il problema è sempre lo stesso, per tutte le squadre: come fermare il quintetto piccolo di Miami? Diaw può, almeno a sprazzi, mettere in difficoltà James da 4?
    L’anno scorso Leonard e Green alzarono di tantissimo il loro livello nelle Finals ma non è scontato che si ripetano, visto che in stagione non hanno dato seguito a quelle prestazioni con miglioramenti sostanziali. Dall’altra parte, gli Heat trovarono in un paio di partite contributi quasi insperati al tiro da parte di Miller e Battier: quest’anno il primo non c’è più e il secondo è un po’ in calo. Salirà in cattedra qualcun altro, ad esempio Norris Cole che coi Pacers ha fatto benissimo?

    • intanto condivido la tua analisi con un… me cojoni! 🙂
      Aggiungo che secondo me Splitter, come l’anno scorso, il campo non lo vede.

      • ahhahaha erano anni che non superavo le due righe in un commento, ho fatto un ritorno in grande stile 😀
        In linea di massima vedo ancora Miami favorita per il famoso quintetto piccolo. Nessuno ancora ha trovato un antidoto quando James gioca da 4, con 3 tiratori e Bosh come unico lungo. quello che volevo dire è che adattandoti non risolvi niente quindi a sto punto gioca con quello che hai(magari hai ragione il mio discorso era più rivolto a diaw che a splitter)

  7. @Mercury non sto mica sminuendo quel tiro, dico che non si può ridurre tutto a quello.
    Cioè, se Leonard non avesse sbagliato il libero? SAS avrebbe vinto l’anello. Quindi perché quell’errore è meno importante di quella prodezza?
    E se Duncan non avesse sbagliato quel comodo gancio?
    Cioè non stiamo parlando di una finale dei mondiali di calcio decisa da un rigore, stiamo parlando di una finale al meglio delle sette (SETTE!) partite. In questo contesto, IMHO, ogni discorso del tipo “e se fosse successo…?” rientra nella categoria “e se mio nonno avesse tre palle?”

    • io dico l’ultima e taccio fino alla fine delle gare di finale. per me esiste una gerarchia degli episodi anche nel basket e nelle serie al meglio delle sette, vuoi per il momento, vuoi per il contesto, vuoi per la preparazione di quell’unico attimo.
      finale passata: prodezza di Parker in gara 1, il messaggio è vinciamo a casa vostra e prendiamo il titolo. prodezza di Allen in gara 6: questa non la vincete e il titolo resta a noi.
      io concordo che ci sono tanti episodi in una serie di sette ma poi confluiscono in uno o due momenti chiave che canalizzano l’inerzia della serie stessa.
      e comunque S.A. se l’è sudata di più!

      • Guarda, non volevo fare il polemicoso 🙂
        Fate la gerarchia degli episodi, fate come ve pare. Comunque mi concederete almeno che se Leonard metteva il libero Allen poteva tirare pure da casa sua che tanto perdevano di 1? Quindi se proprio dovete fare una classifica degli episodi almeno fatela bene 😀

  8. Forse c’è molto romanticismo in molti appassionati di basket perchè la maggior parte deì pronostici vanno a favore dei texani. James e Wade che scendono in campo a gara1 di finale dopo esser stati a riposo una settimana mi fanno paura anche 2 contro 5. Per vincere la finale contro Miami devi praticamente far sempre canestro come Dallas 4 anni fa o S.A. per parte della scorsa serie. Non sempre però i Green, Barea o Stojakovic della situazione tirano da tre col 60%. Se questo non si verifica per me è Miami 4-2

    • Beh, Dallas più che fare canestro sempre ha proprio giocato meglio di Miami (che giocava ancora con il quintetto classico con un centro e Lebron da 3) sia come squadra che come singoli.
      Nel confronto diretto solo Wade uscì vincitore, perfino Lebron fece una figuraccia (marcato benissimo da Marion).

  9. Concordo con leo
    miami non puó essere sempre sculata dalla panchina. Per me quest anno le prestazioni miracolose dei vari miller cole e battier, non ci saranno… peró con un wade sano il quintetto diventa molto piú difficile da arginare per gli spurs.
    stessa cosa vale per sas, non sono cosí convinto che green faccia la prestazione della finale scorsa, anche se in questi po ha alzato il ritmo e non poco rispetto a una regular anonima.
    cmq vado a sensazione duncan ha detto che quest anno vincono loro.. questa è la prima volta che si sbilancia… se vincono si ritira col quinto anello in tasca… e con la gioia di tutti gli amanti del gioco.

  10. più che altro per la gioia di tutti i faker rosiconi! 🙂
    A me gli Spurs stanno pure sulle balle…

  11. Ti stanno sulle balle perchè non capisci niente di basket. Una squadra dove gioca ginobili secondo me dovrebbe essere tifata a prescindere.

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