NBA Draft 2014: protagonisti positivi e negativi

5
2046

Bellissimo e terribilmente difficile da giudicare il Draft NBA è da sempre la scienza meno esatta che esiste. Quasi impossibile valutare la scelta di un giocatore senza averlo mai visto giocare al livello Pro, ma è anche vero che spesso i bust clamorosi che ci sono stati erano previsti.
Proviamo quindi a dare dei giudizi sulla notte del Draft, sui giocatori scelti e sulle decisioni prese dalle franchigie.

 

BIG TIME DRAFT

 

LOS ANGELES LAKERS: hanno, molto semplicemente, scelto il meglio rimasto in circolazione. Anzi, a dir la verità, Julius Randle, power forward da Kentucky, alla settima scelta non sarebbe nemmeno dovuto arrivare secondo la maggior parte dei pronostici alla vigilia. Spesso paragonato a Zach Randolph, anche se molto più atletico e deciso, soprattutto quando si tratta di attaccare, dovrà migliorare il jumper e la questione difensiva, anche dal mero punto di vista statistico. E’, però, un ragazzo senza timore e non sembra particolarmente propenso nemmeno a soffrire un’arena infuocata come lo Staples Center. Sarà pronto a dare il meglio già da quest’anno per diventare, chissà, la futura star della franchigia. Una possibile steal potrà essere poi quel Jordan Clarkson, guardia da Missouri, tutto forza e atletismo, che doveva finire già verso la fine del primo round. Una fortuna averlo trovato ancora disponibile nel secondo per i Lakers, che si sono assicurati un ottimo tiratore, con punti nelle mani (17 a partita a Missouri), che dovrà sistemare, come Randle, soprattutto la fase difensiva.

NEW YORK KNICKS: si, finalmente i Knicks ne hanno fatta una giusta. Sarà la presenza del Maestro Zen al timone della nave, ma entrare in questo Draft, dopo aver lasciato Tyson Chandler e Raymond Felton ai Mavs, alla numero 34 con un giocatore come Cleanthony Early, ala da Wichita State, ha tutto il sapore di un colpo gobbo. Nasce ala piccola, ma può adattarsi anche al posto 4, ha un jumper già straordinario e un atletismo riscontrato in pochi altri giocatori, anche se dovrà ancora migliorare a rimbalzo e la stazza non convince a pieno. Sembra, però, una possibile e probabile steal. Alla 51 è arrivato Thananis Antetokounmpo, ala da Delaware e fratello maggiore del giovane Giannis in forza ai Bucks, meglio dotato offensivamente. Nonostante ciò, Thananis è perfetto in transizione e difensivamente ammirevole, capace di usare la sua esplosività al meglio sui due lati del campo. Insieme a Early potrebbe riportare un po’ di spettacolo puro al Madison Square Garden. Chissà mai che sia l’anno buono per ritrovare anche del buon basket nella città della Grande Mela. Per ora una cosa è certa, il Draft ha regalato loro delle ottime scelte.

ISAIAH AUSTIN & THE NBA: “With the next pick of NBA Draft 2014, the NBA select Isaiah Austin“. La storia del centro da Fresno la conosciamo ormai tutti. A pochi giorni dal Draft, Austin, probabile scelta da primo round, ha dichiarato, in un’intervista alla ESPN, di essere malato della sindrome di Marfan, il che ha interrotto per sempre il suo sogno di entrare a far parte della Lega. In tutta risposta, Adam Silver l’ha invitato come ospite alla cerimonia e l’ha selezionato a nome della NBA, regalandogli almeno la gioia di sentir chiamato il suo nome e di essere applaudito da una standing ovation senza fine. Complimenti a tutti, a Austin per il suo coraggio e la sua tenacia, a Silver per la sua magnanimità.

 

MORE OR LESS

 

MILWAUKEE BUCKS: la peggior squadra della scorsa stagione, arrivata seconda in lottery dietro ai sempre più fortunati Cavs, trova in Jabari Parker un innesto a dir poco straordinario. L’ala da Duke sarà il riferimento offensivo per i Bucks già nella sua stagione da rookie e il talento offensivo per esserlo certo non gli manca. Il suo atletismo e un jumper mortifero sono armi che potrà usare per riportare Milwaukee almeno a livelli di decenza. Non ha una velocità di piedi incredibile e difensivamente può ancora migliorare, ma sembra davvero che Parker sia destinato a diventare tra i migliori prospetti dell’intera Lega. Sarà tutto nelle sue mani, dal suo futuro a quello della franchigia. Alla 31 è arrivato Damien Inglis dalla Francia, un gigante che andrà a far compagnia a Sanders e Antetokounmpo nel roster dei lunghi(ssimi) in forza ai Bucks. Sicuramente non è ancora NBA ready per molti aspetti del suo gioco, ma è già un buon tiratore e potrà dire la sua nelle rotazioni di Milwaukee. Draftato anche Johnny O’Bryant, ala forte adattabile al ruolo di centro, potente e dal discreto jumper, anche se ancora carente dal punto di vista difensivo. Una certezza: peggio dell’anno scorso non può andare.

MIAMI HEAT: nessuno discute Shabazz Napier, nemmeno il Prescelto. King James ha twittato il suo prediletto, Miami ha risposto acquisendolo subito dagli Hornets. Napier, point guard da Connecticut, è sicuramente uno dei grandi colpi di questo Draft e Charlotte ha fatto un affare ad assicurarselo con la chiamata numero 24. Il titolo di quest’anno vinto a UConn, con annesso il premio di Most Outstanding Player, fanno di lui un pezzo pregiatissimo, che gli Heat, grazie al consiglio del loro miglior giocatore, sono riusciti ad accaparrarsi. Si tratta senza dubbio di un upgrade rispetto a Mario Chalmers e Norris Cole, ma la decisione di lasciare tre scelte agli Hornets per averlo non convince a pieno. O meglio, avrebbe convinto in qualunque altro team, non gli Heat. La franchigia della Florida avrebbe davvero necessitato di mettere più legna da ardere al suo roster, invece che prendere una sola pedina. Napier ha i mezzi, però, per smentirci.

 

ARE YOU KIDDING ME?

 

PHILADELPHIA 76ERS: l’anno scorso si diceva che i Sixers sarebbero presto tornati al vertice, grazie al ritorno sul parquet di Nerlens Noel e alla terza scelta in uno dei Draft più ricchi di sempre, oltre a svariate altre picks nei piani alti. Ancora una volta, i Sixers si sono assicurati un potenziale campione, Joel Embiid, centro da Kansas, che però è infortunato e, quasi sicuramente, dovrà saltare per intero la sua stagione d’esordio nella NBA. Se Embiid viene paragonato ad Hakeem Olajuwon un motivo c’è sicuramente, ma il grave infortunio al piede destro preoccupa non poco in vista dell’inizio della sua carriera professionistica e potrebbe comprometterne le performance. Sulla carta, un frountcourt costituito da Noel ed Embiid mette paura a qualunque avversario, così come, sulla carta, Dario Saric è un futuro prospetto da tenersi stretto. L’ala croata, però, non giocherà in NBA almeno per le prossime due stagioni e resta quindi un altro punto di domanda sul futuro della franchigia. Ennesimo dilemma per i Sixers, che sembra abbiano davvero esagerato con le scommesse. Se vanno tutte a segno, abbiamo i possibili futuri campioni NBA. Se, però, non sortiranno gli effetti sperati, a Philadelphia il tanking sarà selvaggio ancora per molto tempo.

TORONTO RAPTORS: la franchigia canadese aveva sott’occhio Tyler Ennis per la sua scelta numero 20, ma i Suns hanno rovinato loro i piani, assicurandoselo qualche scelta prima. Toronto decide, quindi, di spararla grossa: Bruno Caboclo, ala forte brasiliana. Come non conoscere il famosissimo “Kevin Durant brasiliano”, assente in qualsiasi Mock Draft della vigilia e con nessuna squadra a tenerlo d’occhio. E’ giovanissimo e dovrà attendere, con tutta probabilità, ancora molti anni prima di essere pronto per sbarcare nella Lega. E’ giusto guardare al futuro e assicurarsi un prospetto dal sicuro talento (anche se il paragone fatto dai suoi connazionali sembra ancora tutto da dimostrare), ma guardare tanto avanti pare un azzardo che non vale la posta in gioco. C’era ancora molto di meglio disponibile. Toronto non si è riscattata nemmeno con la scelta successiva, DeAndre Daniels, ala forte da Connecticut. Atletico come pochi nel ruolo, ma dalla scarsa forza fisica, sarà penalizzato non poco nel suo gioco difensivo e nel dosaggio sul parquet. Se il Canada ha festeggiato con la seconda prima scelta consecutiva, grazie al fenomeno Andrew Wiggins, l’unica franchigia canadese in NBA ha fatto un vero e proprio disastro.

ZACH LAVINE: il suo comportamento, dallo sguardo sconsolato alle parole di “sconforto” pronunciate a bassa voce, ma ben intuibili dal labiale, al momento della scelta fanno capire quanto sia scontento che i Timberwolves abbiano voluto puntare proprio su di lui. LaVine, guardia da UCLA, sicuramente può essere un futuro fattore sui due lati del campo e potrà portare energia e atletismo alla causa, ma la presentazione non è stata certo delle migliori. Il ragazzo dovrebbe probabilmente chiedere ad Isaiah Austin quanto avrebbe pagato per essere al suo posto, anche in una città come Minneapolis. Assicurato che tornerebbe umile molto in fretta.

5 COMMENTS

  1. Phila alla 32 secondo me ha pescato bene: K.J. McDaniels. Atletico, un po’ basso per il ruolo (misurato 1,98), veloce, verticalista, gran rimbalzista, difensore di prima categoria, mentalmente duro, paragonato da tale Larry Brown a…Kawhi Leonard. E scusate se è poco.

  2. Sì, ho visto il suo scouting report e potrebbe essere una delle steals di questo draft, davvero incredibile quanto a ricchezza rispetto a quello dell’anno scorso.
    Ma la notizia del giorno è che Wade (e anche Haslem) è uscito dal contratto:
    http://www.nbareligion.com/wade-segue-lebron-esce-dal-contratto-e-sara-free-agent/
    Il fatto che abbiano preso Napier, la PG del draft preferita da Lebron, induce a credere che quest’ultimo e Wade rifirmeranno. A questo punto stiamo a vedere cosa farà Bosh.

  3. Secondo me,
    Vincitori: Jazz (Exum+Hood tanta roba), Celtics (Smart+Young), Hawks (Payne alla 15 è tantissima roba), Lakers.
    Da Valutare: Magic (coppia difensiva di livello NBA in Payton-Gordon ma rinuncia a tanto talento)
    Perdenti: Suns e Kings (già fallito l’esperimento McLemore?).

  4. A furia di scommettere sul talento, molte franchige rischiano grosso…
    Detto questo, Cleanthony Early è un vero “colpo gobbo” ed è un’ala piccola vera se ce n’è una!
    Phildelphia costruisce per il futuro ma rischia tanto…
    I Celtics scelgono una combo guard ed uno swingman di grande talento, forse, per seguire la filosofia di Stevens.
    I Lakers ancora in alto mare se Kobe non rientra in fretta…
    Cleveland e Sacramento ancora alla ricerca della propria identità.

Comments are closed.