Con Ujiri i Raptors hanno cambiato pelle

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A Toronto è rispuntato il sole, dopo tante nuvole e maltempo. Il sole ha un nome e cognome: Masai Ujiri. L’arrivo, o meglio il ritorno, del General Manager (a giugno 2013 con un quinquiennale da 15 milioni di dollari) che aveva demolito e ricostruito in breve tempo i Nuggets ha cambiato totalmente le sorti dei Toronto Raptors, una franchigia che dopo la partenza di Chris Bosh era caduta definitivamente nell’oblio e nei bassifondi della Eastern Conference. 5 anni senza playoff, peggiori record della non impossibile Atlantic Division, scelte al Draft e di mercato non sempre condivise da tutti, problemi interni, allenatori non in grado di gestire il gruppo.

Per risolvere tutti questi problemi allora è stato scelto Ujiri e per il momento la situazione sembra dar ragione a chi l’ha fortemente voluto ai Raptors. Come prima cosa ha deciso di cedere i contratti pesanti presenti nel salary per creare margine di manovra con i free agent (via prima Bargnani e poi Gay), poi ha confermato coach Dwayne Casey che tutto sommato aveva fatto il possibile con il materiale a disposizione. I frutti si stanno vedendo proprio adesso, dopo una stagione da 48 vittorie e 34 sconfitte e l’uscita al primo turno di playoff per 4-3 contro i Nets, i Raptors si candidano ad essere una delle sorprese della prossima stagione grazie ad un roster giovane ma molto compatto e con un paio di giocatori pronti ad esplodere.

DeMar DeRozan, Terrence Ross e Jonas Valanciunas sono la base che ha scelto Ujiri per far ripartire la franchigia canadese: DeRozan a 24 anni ha giocato il suo primo All-Star Game e con 22.7 punti di media si è preso la squadra sulle spalle ergendosi a leader; i suoi margini di miglioramento sono ancora ampi: tiro da fuori, scelte di tiro, difesa sono tutte cose da mettere a posto, ma il futuro per lui sembra essere davvero luminoso. Al suo fianco preso dal Draft 2011 con la #5 c’è il centro lituano Valanciunas che ad appena 21 anni sfiora già la doppia-doppia di media ed è cresciuto tantissimo; un giocatore molto fisico ma altrettanto tecnico che se continuerà a migliorare (i centri solitamente maturano un po’ più tardi delle guardie) arriverà senza problemi ad essere un All-Star. Il terzo è Ross, altra scelta al Draft, la #8 nel 2012, un atleta incredibile che però abbina un ottimo tiro da tre punti, a 22 anni anche per lui i margini di miglioramento sono incredibili e come terza/quarta opzione offensiva rimane un bel lusso.

Il lavoro più importante però Ujiri l’ha fatto qualche giorno fa riuscendo a convincere Kyle Lowry a rifirmare con i canadesi dopo una grandissima stagione (tantissime le polemiche per la sua mancata convocazione per l’All-Star Game): 4 anni a 12 milioni a stagione e soprattutto le chiavi della squadra da condividere con DeRozan hanno convinto il playmaker 27enne a sposare questo progetto tecnico. Sarà lui a gestire i ritmi e i compagni e se lo saprà fare come lo scorso anno per Toronto si prospetta una grande crescita (non per nulla sul free agent c’erano tantissime contender interessate).

Per puntellare la panchina, che lo scorso anno è un po’ mancata ai Raptors in alcune fasi della stagione, il GM ha scelto di ri-firmare altri due giocatori importanti come Patrick Patterson (24 anni, ala, ha firmato un triennale da 18 milioni totali) e Greivis Vasquez (27 anni, playmaker, ha firmato un biennale da 13 milioni complessivi), due giocatori che in molte altre squadre probabilmente partirebbero in quintetto, ma che a Toronto serviranno per spaccare in due la partita entrando nella second unit.

Per concludere Ujiri ha lavorato anche sul mercato: come free agent ha ripreso James Johnson, già visto in maglia Raptors e reduce da una buona stagione ai Grizzlies dopo tanti problemi personali. Porterà atletismo e difesa tra gli esterni, quello che non ha portato Landry Fields lo scorso anno. In una trade con gli Atlanta Hawks invece si è portato a casa una guardia con tanti punti nelle mani come Louis Williams che potrebbe candidarsi tranquillamente per il premio di Sesto Uomo dell’Anno e il centro brasiliano Lucas Nogueira, un giocatore tutto da costruire, super verticale, ottimo stoppatore e con dei margini di miglioramento enormi che potrebbe anche stupire come riserva di Valanciunas.

L’unico dubbio sull’operato del GM? La scelta al Draft di quest’anno. Con la #20 ha scelto personalmente Bruno Caboclo, ala di 204 cm classe ’95 che arriva dal Pinheiros, una squadra brasiliana, che era praticamente sconosciuto alla maggior parte degli addetti ai lavori. Un prospetto su cui lo staff dei Raptors potrà lavorare a fondo ma che ci si aspettava potesse arrivare con una scelta al secondo giro.
Ujiri però ha scelto così, e visto il lavoro fatto in questi anni (anche a Denver) forse c’è da mettere da parte lo scetticismo e fidarsi.

24 COMMENTS

  1. Per quanto visto in Summer League, Ujiri ha fatto bene a non fidarsi (voci dicevano che SA alla 30 o Dallas alla 34 lo avrebbero potuto chiamare) e a prendere Caboclo alla 20.
    Ha sicuramente più potenziale di tutti quelli scelti dopo di lui, magari al momento non è pronto per l’NBA ma i Raptors possono aspettarlo per 2-3 anni.

  2. Beh…vediamo la prossima stagione.
    Lowry, appagato dal nuovo ricco contratto, deve confermarsi e, sinceramente, 12 mln annui mi paiono eccessivi.
    Derozan e Ross debbono evolvere ed esser più costanti poiché il primo segna tanto ma prende pure tanti tiri ed il secondo si esibisce a suo piacimento…lo step verso la solidità e la continuità è decisivo.
    La panchina sembra composta da ottimi professionisti.
    Mentre per la scelta di Caboblo, direi che attendere due anni mi pare il minimo ma ricordando che di giocatori interessanti ve n’erano eccome da scegliere…uno su tutti Anderson, poi, finito agli Spurs.
    Vediamo questa stagione…

    • Sì ma Anderson non ha tutto quel potenziale: può diventare un ottimo giocatore di rotazione ed essere una chiave tattica importante (ed è capitato nella squadra perfetta) ma non più di quello. E’ simile a Diaw ma dubito che arriverà mai a quel livello (quando arrivò in NBA il francese era una bestia, molto più veloce, più alto ed avanti tatticamente rispetto ad Anderson).

      Caboclo mi sembra tutt’altra cosa: seleziona bene quello che fa, è alto ed ha braccia lunghissime. Atleticamente non è il massimo ma in attacco ha buoni fondamentali (ottimo lavoro svolto dai suoi allenatori) mentre in difesa può migliorare (ha sempre giocato con gente meno forte e meno veloce di lui e quindi si vede che non è pronto per questo livello).

      • Anderson giocherà anche playmaker, cosa che Diaw non potrà mai fare. non è un omologo del francese, non è vero che Diaw è più alto e tatticamente, sono chiavi completamente diverse, vista proprio la capacità di Anderson di andare direttamente in cabina di regia e l’ottimo tiro da 3.
        bisognerebbe sfatare anche il mito che gli Spurs sono esclusivamente una squadra di sistema, ma è un’organizzazione perfetta abinata a individulaità e personalità notevoli, capaci, anche da sole, di risolvere i momenti chiave delle partite e solo che, rispetto agli altri, eseguono alla perfezione la base del gioco: muovere la palla.
        per Caboclo mi fido di Ujiri, uomo che sa esattamente ciò che va fatto, ha sicuramente fisico e potenziale da vendere ed una franchigia in cui poter maturare.

        • Ho visto Anderson solo un paio di volte (tra SL e NCAA) ma onestamente non mi è sembrato abbastanza veloce per poter fare il play in NBA. Anche questo tiro da 3 è da valutare, non l’ho visto tanto sicuro, più che altro mi è sembrato che lo usasse solo in situazioni di uncontested.

          • parliamo sempre di un giocatore acerbo, da inserire e valutare ai piani alti. sicuramente è più completo tecnicamente di moltissimi altri venuti fuori da questo draft e nonostante non sia un fulmine ha da offrire assist, punti, rimbalzi e visione di gioco. è la solita scommessa Spurs e se devo dare un giudizio personale, considerato chi l’ha preso e non avendo le pressioni delle prime scelte, potrebbe essere una grossissima sorpresa.

          • Sì, ma in 58 tentativi (1.6 tentativi a partita), un campione di riferimento bassissimo e da rookie aveva tentato altri 38 tiri da 3 punti (con medie molto inferiori): vuol dire che in 2 anni non ha tentato nemmeno 100 tiri da 3…

            Cmq, ripeto, mi baso come impressioni su un paio di partite viste.

          • Ci sarà un motivo se lo chiamano Slow-Mo, no? E’ lentissimo per fare il play (è lento pure come ala piccola, a dire il vero) e difende quanto un telepass: al momento in cabina di regia è improponibile. Semmai ecco, in un ruolo alla Odom ce lo vedo meglio. Per quanto riguarda il tiro da 3, la velocità di esecuzione è ridottissima: le percentuali alte sono motivate da un rilascio alto (contro avversari quasi sempre più bassi) e dal fatto che tira solo quando è molto libero. Ho visto molte partite di UCLA l’anno scorso e stravedo per lui, però certe carenze ora sono proprio oggettive.

          • In Nba anche Penny Hardaway, eccezionale prima della serie di infortuni di cui è stato vittima, ha avuto problemi nel ruolo di play-maker…Anderson non sarà mai un play-maker ma una signora ala piccola tattica o, come amano definirla in US, “point forward”.
            Definirlo lento mi pare troppo…i risultati dei drills non mi paiono cosi deludenti.
            Poi, sinceramente non capisco di quale “fisico” si parli per Caboclo che è un 2,05 per circa 90 Kg…sotto le plance NBA con quel fisico si soffre enormemente…magari, erro.
            Diamo due anni a Caboclo, poi, vediamo.

      • Beh…mi permetto di dire che se Anderson diventase giocatore del calibro di Diaw, non sarebbe affatto male per San Antonio! 😉
        Caboclo mi pare la solita scommessa esterofila, il fisico gracile se devi giocar power forward non è il massimo…ad oggi, l’unica eccezione è tale Garnett…
        Vediamo in paio di anni come evolve Caboclo, gli occorre tempo per “aggiustare” il proprio fisico alla velocità e forza Nba.

  3. aprendo il sito da cellulare mi escono delle pubblicità fastidiose che mi portano sempre su altre pagine per proteggermi da fantomatici virus, succede solo a me ?

    • No, anche a me (adesso sono su un pc). Ho scaricato firefox e quel discorso del virus non si è ripetuto. Fanculo chrome!!! Scusate.

    • Anche a me capita. Uso un iPhone e appena parte la pagina non richiesta clicco il rettangolino in basso a destra, poi sulla croce della pagina non richiesta così si chiude, per poi riaprire la pagina del sito. Il tutto in due-tre secondi, il che rende il disagio tollerabile (però attenzione: il sito vive di pubblicità, quindi l’inconveniente è comprensibile).

      • Ok, ma quella della LIDL (ad es.) la posso chiudere, mentre sto c… di anti-virus no, perchè si chiude il browser … scusate le inesattezze, ma io ci capisco di tecnologia quanto Harden di difesa 🙂

        • Ciao ragazzi,

          in realtà la pubblicità della Lidl (o alcune altre che escono al primo click in home page) sono “volute”.

          Il problema che dite via mobile con Chrome invece ce l’ho anch’io e non capisco se è dovuto a qualche pubblicità del sito. Adesso facciamo controllare per cercare di eliminare questo problema.

          Portate pazienza se le pubblicità vi creano qualche piccolo disagio, ma è l’unico modo che abbiamo per poter proseguire questa nostra passione 😉

          Grazie

      • non intendevo quella della lidl, facilmente aggirabile, ma quelle che si caricano nella pagina principale 🙂

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