Chicago Bulls: non chiamateli bolliti!

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Orfani di Carlos Boozer, con un Derrick Rose in rampa di lancio, una panchina decisamente profonda ed un allenatore che anche nei momenti più difficili non ha mai abbandonato la nave, si presentano alla stampa i Chicago Bulls versione 2014-2015. All’Advocate Center (nuovo quartier generale della squadra della Windy City) si è parlato del presente e del futuro di questi Tori, durante la tradizionale conferenza stampa di presentazione.

Le parole più attese erano senz’altro quelle di Derrick Rose, stella polare della squadra che (dopo 15 mesi passati ai box) ha già avuto modo di “assaggiare” il parquet durante i mondiali spagnoli vinti dal Team USA. A dispetto delle prestazioni esaltanti di Kyrie Irving e degli “splash-brothers” Stephen Curry e Klay Thompson, D-Rose non ha certo lasciato il segno (le sue prestazioni si sono rivelate senz’altro inferiori alle aspettative).

Ma come ribadito anche dal coach Tom Thibodeau:

Rose ha svolto tutte le sessioni di allenamento con la nazionale statunitense. Ha giocato 5 partite in 6 giorni ed ha gestito bene la sua preparazione fisica.

E guai a pensare ad un Rose che remissivo crede di essere tagliato fuori dalla corsa verso l’anello:

Sono consapevole della volontà mia e del team di vincere il titolo NBA il più presto possibile. Non sono preoccupato di ciò.

Per avvalorare la tesi (e le ambizioni) del proprio franchise-men, la dirigenza Bulls ha operato attivamente sul mercato per allestire una squadra di ottimo livello.

In uscita si sono registrati gli addii di Carlos Boozer (accasatosi ai Los Angeles Lakers) e di D.J. Augustin il quale, dopo un’esperienza più che positiva nei panni del Rose della situazione, si è accasato a Detroit firmando un biennale. Il percorso inverso di Boozer l’ha invece intrapreso Pau Gasol che, dopo 6 stagioni in California, andrà ad arricchire di esperienza il reparto lunghi di Chicago che può contare, oltre allo spagnolo, sulla leadership di Joakim Noah e sul talento (ancora un pò grezzo) di Taj Gibson.

Particolarmente agguerrita sarà anche la lotta per strappare un posto da titolare nel backcourt: Rose non può che essere la point guard titolare, ma se occorrerà limitare il suo minutaggio saranno pronti a dire la loro Kirk Hinrich, Aaron Brooks ed E’Twaun Moore. Senza dimenticare il validissimo Jimmy Butler che può disimpegnarsi sia come shooting guard che come shooting foward nella frontline di Chicago.

Inoltre occorre considerare anche i due rookies Nikola Mirotic, pronto a calcare il parquet dello United Center dopo l’esperienza spagnola al Real Madrid e Doug McDermott, seguito a lungo dagli scout Bulls e scelto all’ultimo Draft con la chiamata numero 11. Ai due su citati per un posto nella lineup di Thibodeau vanno anche considerati il veterano Mike Dunleavy (candidato ad un posto in quintetto) ed il sophomore Tony Snell (che si è segnalato più che bene durante l’ultima Summer League).

Il roster di Chicago si segnala quindi per la grande abbondanza/competitività in ogni reparto, e ciò non può che essere una buona notizia per Thibodeau che potrà tirare fuori il meglio da una squadra in cui vi è una sana competizione tra i loro interpreti. Ma naturalmente questa squadra non può prescindere dall’apporto di Derrick Rose. La qualità che sarà in grado di offrire alla causa (anche con un minutaggio ridotto) possono fare la differenza e caricare psicologicamente tutto l’ambiente verso un obiettivo molto ambizioso che si vuole finalmente raggiungere.

5 COMMENTS

  1. Chicago è l unica candidata seria a est per impensierire i caVs. Ma ci sono troppi punti interroratori.
    Rose tornerà quello di prima? (Io penso di si)
    Gasol è quello dominante dei mondiali o quello in fase calante di LA. E soprattutto puó coesistere con Noah?
    MCdermot è lo scorer che abbiamo visto in ncaa o faticherà in nba?
    Per quanto riguarda la panchina invece sOno ottimista hinrich è un gran play. Mirotic è un lungo con tiro da fuori che Chicago nn aveva, e Gibson da energia anche se ormai si è capito che i margini di crescita sono quelli.

  2. Chicago farà un ottimo campionato, anche per i meriti notevoli di coach Tibo, che è un grande.
    L’addizione di Gasol è servita per dare vetrina, ma sarà di modesta sostanza.
    Non ci sono dubbi che da numero 4 siano molto più utili (a seconda delle necessità tattiche) Gibson e Mirotic.
    Diciamo che Gasol potrebbe, di fatto, essere utile come back-up di Noah o per allungare le rotazioni dei lunghi in caso di infortunio.
    Ma è uno che non difende e questo, con coach Tibo, è un limite ben poco tollerato.

    Ottima la scelta di McDermott che però dovrà ancora mangiare qualche pagnotta.
    Mi aspetto molto anche da Toni Snell, sperando che abbia i minuti che gli servono per mettersi in mostra.
    Se non succedono disastri, è da finale di Conference.

  3. Manca un 2/3 di sostanza per sostituire Butler e Dunleavy secondo me, uno che possa anche crearsi il tiro da solo. Snell e Moore non sono giocatori di questo tipo.
    In generale comunque con il ritorno di Rose tornano ad essere un’ottima squadra, allenata bene, che gioca insieme da un paio d’anni, e piuttosto profonda.

    Sarà da capire cosa deciderà di fare Thibodeau nei finali di partita, perchè di solito metteva dentro Gibson e lasciava fuori Boozer, ma ora con Gasol non sarà così facile fargli accettare di stare in panchina tutti i finali.

  4. Potrebbe anche solo bastare l’aggiunta di Ray Allen che, se ho capito bene, vorrebbe restare fermo sino a gennaio per farsi poi ingaggiare da una sicura contender.
    Non so se ci sono problemi di cap, ma non mi sembra un matrimonio impossibile.

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