Preview NBA: Northwest Division 2014/15

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WESTERN CONFERENCE EASTERN CONFERENCE
Northwest Division Atlantic Division
Pacific Division Central Division
Southwest Division Southeast Division

 

La Northwest Division riparte con un potenziale duello per il vertice e una terza incomoda desiderosa di rifarsi dopo una stagione di assoluto anonimato. Stiamo parlando di Oklahoma City, Portland e Denver nell’ordine. I Thunder sono sulla carta la squadra più forte del raggruppamento e una seria candidata alla finale della Western Conference ma il recente infortunio di Kevin Durant che priverà coach Brooks dell’Mvp della scorsa regular season per le prime 15-20 partite rischia di rimescolare le carte e permettere ai Trail Balzers di battagliare fino in fondo per il titolo di division. La franchigia dell’Oregon, basata sul super duo composto da Damian Lillard e LaMarcus Aldridge, riparte ancora più rodata e con la certezza che il proprietario Paul Allen vuole puntare su di loro per il presente e per il futuro.

I Nuggets ripartono con un Danilo Gallinari pronto a vestire i panni del leader, il cavallo di ritorno Afflalo garantisce stabilità e un Kenneth Faried rinfrancato da un faraonico rinnovo di contratto sono gli ingredienti che fanno ben sperare sulle Rocky Mountains per dare l’assalto ai playoff. Minnesota e Utah sono realtà giovani e intriganti ma per ora lontane dal puntare alla post season. I Twolves rinascono senza Love ma col talento di Andrew Wiggins e la voglia di Flip Saunders, tornato in panchina dopo aver lavorato da GM: c’è da risolvere il problema del rinnovo di Rubio e c’è curiosità per vedere se Anthony Bennett riuscirà a far ricredere tutti dopo una stagione da rookie totalmente anonima. Nuovo coach anche per i Jazz che hanno deciso di affidarsi a Quinn Snyder, ex assistente di Messina al CSKA e di Budenholzer agli Hawks (quindi nella cerchia Spurs): ci si attende un salto di qualità da Burke, la definitiva esplosione di Favors e la consacrazione di Hayward che in estate ha firmato il contratto della vita. E poi l’enigma Exum

Il ranking della Northwest Division

1 – OKLAHOMA CITY THUNDER

I Thunder ripartono per l’ennesimo assalto al titolo anche se l’inizio di stagione sarà estremamente segnato dall’assenza per infortunio di Kevin Durant, il secondo giocatore più forte sul pianeta. Grande occasione dunque per Russell Westbrook che per la prima volta sarà leader e stella della squadra: al suo fianco scalpita Reggie Jackson che, dopo l’addio a Sefolosha, partirà in quintetto nel ruolo di guardia. Vorrà fare benissimo anche perchè c’è un’estensione contrattuale da guadagnarsi. Ibaka è il timone difensivo mentre Perkins sarà presumibilmente all’ultimo anno: dietro scalpitano Steven Adams e il rookie Mitch McGary che attingerà dalla bottega dei trucchi dell’eterno Collison. L’aggiunta di Morrow è importante perchè dà a coach Brooks un tiratore affidabile sul perimetro. Le incognite derivano dalla reale decisione di puntare su Perry Jones, e soprattutto Jeremy Lamb – dimenticati quando la stagione si fa calda – e su un cambio del playmaker come Sebastian Telfair, alla prima volta in carriera in una contender dopo tanti fallimenti.

2 – PORTLAND TRAIL BLAZERS

Vorranno certamente fare il salto in avanti i Portland Trail Blazers, piacevole sorpresa della passata stagione. Il salto vuol dire confermare di valere una delle prime 5-6 posizioni nell’ultra competitiva Western Conference e puntare magari alla finale dell’Ovest. Aldridge è una garanzia, Lillard pure, nonostante la bocciatura di Team Usa per i Mondiali. Batum è un eccellente terzo violino, Matthews e Robin Lopez completano un quintetto di primo ordine. L’anno scorso il punto debole è stata la panchina e in estate sono arrivati degli innesti: Steve Blake è un ottimo cambio in regia – seppur con meno punti nelle mani di Mo Williams -, Chris Kaman un lungo che garantisce pericolosità sia fronte, sia spalle a canestro, e poi ci sono i giovani Barton, Thomas Robinson e soprattutto CJ McCollum, esterno che vorrà mostrare la sua forza dopo una prima stagione partita ad handicap per infortunio. Senza dimenticare l’esperienza di Freeland per battagliare sotto le plance e quella di Dorell Wright, atleta di buon livello anche difensivo e pericoloso sull’arco. I Blazers sembrano avere le carte in regola per contendere il titolo divisionale ai Thunder.

3 – DENVER NUGGETS

La rinascita dei Denver Nuggets passa inevitabilmente da Danilo Gallinari, il più motivato a riportare ai playoff i suoi dopo un anno e mezzo in infermeria. Il Gallo è il giocatore col talento e la personalità per diventare il go to guy della squadra di coach Shaw. Con lui un Kenneth Faried reduce dalla grande prova ai Mondiali e dalla firma sul rinnovo di contratto che saranno le spinte per proiettarlo nell’elite del ruolo in NBA. In più il ritorno di Aaron Afflalo è ottimo, una guardia con difesa e punti in tanti modi in attacco. A lui vanno aggiunti Ty Lawson, il regista della squadra, Randy Foye e Nate Robinson, che saranno importanti in uscita dalla panchina al pari di Wilson Chandler e del rookie Gary Harris, una copia di Afflalo. Interessante e variegato il settore lunghi: in attesa che il pazzo JaVale McGee torni in pianta stabile dopo il calvario dell’infortunio alla tibia, la vernice è del russo Mozgov (i Cavs sono molto interessati a lui) mentre le riserve sono i solidi Hickson e Arthur, più il tosto croato Nurkic (dal Cedevita Zagabria via Draft). I playoff sono tutt’altro che un miraggio.

4 – MINNESOTA TIMBERWOLVES

I Minnesota Timberwolves ripartono dopo l’ennesima rivoluzione che ha visto l’addio di Kevin Love e coach Adelman, e l’arrivo in panchina di Flip Saunders (ha lasciato l’ufficio per tornare ad allenare) e di un gruppo di giovani talenti capeggiati da Andrew Wiggins. Il canadese, prima scelta assoluta dei Cavs, è apparso in palla fin dalla preseason e promette di assumersi presto i gradi di stella della squadra, insieme a Ricky Rubio, che sta trattando per rinnovare il contratto ma che ha già mostrato buona intesa con l’ex Kansas, e al centro Nikola Pekovic, uno dei migliori nel ruolo nella Lega. Dal Draft sono arrivati anche Glenn Robinson III (figlio di Big Dog) e il potenziale fenomeno Zach LaVine ma per loro ci saranno pochi minuti vista la presenza dei vari Barea, Martin, Brewer, Budinger e Mo Williams, arrivato dalla free agency. Thaddeus Young darà atletismo vicino a canestro mentre Anthony Bennett, atteso alla riscossa, Turiaf e il sophomore Dieng, reduce da un Mondiale ottimo col Senegal, daranno man forte sotto le plance. Niente playoff ma si annunciano come squadra divertente.

5 – UTAH JAZZ

L’obiettivo degli Utah Jazz è proseguire nella crescita dei giovani ma per ora i playoffs, soprattutto ad Ovest, non sono minimamente immaginabili. L’arrivo di Quinn Snyder è considerato molto bene dagli addetti ai lavori: il coach ha grande considerazione, ha lavorato Messina al Cska e Budenholzer agli Hawks, e persino i Lakers hanno provato a prenderlo, senza riuscirci. Le fortune dei Jazz passano dalla crescita del play Trey Burke, comunque positivio da rookie, e dal salto di qualità dei vari Kanter, Favors e soprattutto Gordon Hayward, trattenuto con un contratto faraonico. Il centro Gobert ha fatto bene ai Mondiali ed è in crescita, dal mercato arrivano aggiunte di atletismo e difesa come Dahntay Jones, Trevor Booker, e un fucile perimetrale come Novak che si affianca al rookie da Duke, Rodney Hood. Tanta curiosità attorno al 18enne australiano Dante Exum, esterno dal notevole potenziale ma ancora eccessivamente acerbo: toccherà a Snyder gestirlo al meglio.

8 COMMENTS

  1. In linea di massima concordo anche questa volta con il ranking. Mi permetto di dire che:
    – con la premessa che KD stia bene, per OKC ora o, temo per loro, mai più (il titolo intendo)
    – so ero di sbagliarmi ma non credo che Denver

  2. Odio gli smartphone … dicevo che spero di sbagliarmi ma non credo che Denver possa essere una protagonista a Ovest.

  3. Per me i Thunder possono trarre vantaggio dall’infortunio di Durant. Ovvero, sicuramente perderanno più gare che non se avessero il 35 in avvio, Brooks sarà costretto a dare più minuti a giocatori come Lamb e Jones che potrebbero rivelarsi piacevoli sorprese ed allungare la panchina in vista del rientro dell’MVP. Non credo comunque che le altre possano contendere loro il primo posto nella conference.
    Portland dubito farà molto meglio dell’anno scorso e non sono così convinto che faranno meglio di Denver.
    Denver per me ha molto potenziale e tantissimo dipenderà, più che dal rientro di Gallinari, da come Shaw farà giocare la squadra. O saprà adattare le sue teorie al roster a disposizione o deluderanno ancora. Ma il talento per far bene c’è ed il secondo posto è alla loro portata.
    T-Wolves saranno divertentissimi da vedere, hanno molto talento, ma poca esperienza.
    Anche per me i Jazz sono l’ultima ruota della div, ma hanno molto potenziale. Nell’articolo non si parla di Burks che potrebbe anche rivelarsi il top scorer della squadra. Molto passerà da Favors e Kanter, se matureranno definitivamente allora il progetto potrebbe decollare nel giro di un paio di stagioni.

    • Capisco il discorso su Durant ed in parte lo approvo, ma la stessa cosa era successa con l’infortunio di RW lo scorso anno. La panchina aveva dato il suo e tutto sembrava andare per il meglio. Poi nei PO i vari Lamb e Jones … culoastrisce! Il mio parere, già scritto in altre occasioni, è che Brooks deve ruotate di più i giocatori quando anche quando ci sono KD e RW in previsione PO … e nei PO avere il coraggio di ruotare gli uomini (vedi SA). Getto la maschera: se riesce a fare questo (e come detto stanno tutti in salute) per me OKC quest’anno vince il titolo.

      • Capisco l’osservazione, però è anche vero che Jackson dall’infortunio di Rw ne ha tratto vantaggio ed ha fatto così un bel passo in avanti riconosciutogli poi anche quando contava con minutaggi importanti. Certo che se Brooks resta il solito a trarre vantaggi dall’inofrtunio di Durant potrà essere al massimo Lamb (anche se temo che verrà tarpato pure da Morrow, peraltro utilissimo).
        Sicuramente, per me, dovrebbe poi relegare in panchina Perkins e dare spazio da titolare ad Adams.
        Jackson continuerei a farlo partire dalla panchina per fare l’Harden della situazione.
        Jones per me è una pippa.

        • Concordo sostanzialmente con Kloppo, con la differenza che, a mio parere, OKC non vincerà nemmeno quest’anno: 1. Brooks ha dimostrato limiti nelle rotazioni nei PO che non credo sia capace di superare; 2. RW non sa far girare la squadra; 3. manca il terzo violino (Ibaka non lo è e non vedo chi possa diventarlo).

    • Concordo purtroppo con la disamina su Portland.
      Non mi fraintendete non sbracheranno ma senza un surplus in panchina non si farà molto meglio dello scorso anno, anzi, ci sono squadre in ascesa (Minnie, Dallas, NOP, Denver) e squadre che potrebbero confermarsi (PHO) io dico che l’ovest è da battaglia, se non ci sono infortuni comunque bisogna essere cazzuti. Secondo me i PO li centriamo ma più bassi dello scorso anno (7o o 8vo pick) e siamo fregati!!! Anche perchè come al solito il quintetto arriveerà alla frutta ad aprile.

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