Preview NBA: Pacific Division 2014/15

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WESTERN CONFERENCE EASTERN CONFERENCE
Northwest Division Atlantic Division
Pacific Division Central Division
Southwest Division Southeast Division

 

Al via della stagione 2014-2015, le gerarchie all’interno della Pacific Division sembrano ben delineate. I Clippers sono la parte sorridente di Los Angeles, e oltre che ad essere la miglior squadra della Division, in molti li vedono come seconda forza della Western Conference. I Velieri hanno rivoluzionato la second-unit ma hanno mantenuto intatto quel nucleo di 7-8 giocatori che ne costituiscono la vera forza. Restando in California, dalla Città degli Angeli ci spostiamo in quel di Oakland, dove troviamo dei Golden State Warriors che poco hanno cambiato rispetto alla scorsa stagione. Il cambio più significativo è infatti avvenuto in panchina, dove Mark Jackson ha lasciato il posto all’esordiente Steve Kerr che, dopo aver a lungo flirtato con i Knicks, ha accettato l’offerta di 25 milioni in cinque anni presentatagli da Golden State.
La terza forza della Division sono i Phoenix Suns di Jeff Hornacek. La franchigia dell’Arizona dopo l’ottimo nono posto dello scorso anno vuole centrare i Playoff, e per farlo ha aggiunto Isaiah Thomas al roster. Se le prime tre posizioni sembrano chiare, la quarta e la quinta sono un rebus. Meglio i Kings o i Lakers? Molto difficile stabilirlo, ciò che è certo è che se i Clippers sono la parte sorridente di L.A., i Lakers sono in una fase davvero difficile della loro storia recente. Scommettiamo comunque sull’orgoglio gialloviola e su quello del 24, senza dimenticare la crescita di Sacramento e del neo-campione del mondo DeMarcus Cousins.

 

Il ranking della Pacific Division

1 – LOS ANGELES CLIPPERS

Sono almeno due anni che i Clippers vengono inseriti nella ristretta cerchia delle possibili finaliste ad Ovest. Il fatto che non siano mai nemmeno arrivati in finale di Conference la dice lunga su come è sempre mancato qualcosa per fare il definitivo salto di qualità. Ci si domanda cosa c’è che non va in questi Clippers visto che roster e allenatore sono di assoluto livello. In molti sostengono che Chris Paul e Blake Griffin non siano del tutto compatibili, e che il gioco dell’uno contrasta con quello dell’altro. Teoria più che rispettabile e che ad oggi ammette poche obiezioni. Sta di fatto che si riparte da loro, da DeAndre Jordan e Jamal Crawford per tentare quantomeno di arrivare in finale di Conference. Darren Collison è stato sostituito con il più ordinato Farmar, mentre Hawes e Udoh vanno a rinforzare il reparto lunghi di Doc Rivers. Il tutto senza dimenticare che dopo 34 anni, non c’è più Donald Sterling…

2 – GOLDEN STATE WARRIORS

Come detto in precedenza, il vero cambiamento a Golden State è avvenuto in panchina e non nel roster. Si riparte da Steve Kerr e dalla Triangolo che sarà modellata a favore di Steph Curry e della sua unicità. In molti sostengono che il nuovo sistema di gioco sarà un ibrido, una via di mezzo tra la Triple Post Offense di Jackson e i movimenti e le spaziature offensive di Popovich. In questa rivoluzione, il rischio è quello che la squadra assorbisca lentamente e si adatti poco al nuovo sistema. Gli Splash Brothers sono reduci da una positiva spedizione mondiale, e potranno contare su due nuovi compagni di reparto come Shaun Livingston e Brandon Rush, giocatori di ottimo complemento. Con un Andrew Bogut sano per tutta la stagione (lo sperano), questi Warriors restano un brutto cliente per chiunque li incontrerà in post-season.

3 – PHOENIX SUNS

Se i Suns fossero approdati ai Playoff, molto probabilmente Jeff Hornacek sarebbe stato il Coach of the Year della passata stagione. Ciò la dice lunga sul lavoro fatto dall’ex-Jazz e dai suoi ragazzi. Un lavoro che quest’anno obbliga Phoenix a migliorarsi e centrare la post-season. Per farlo, la dirigenza ha portato in Arizona Isaiah Thomas, realizzatore puro, che può accoppiarsi sia con Dragic che con Bledsoe (rifirmato dopo un lungo braccio di ferro). Sono stati rifirmati i gemelli Morris, che non saranno gli unici consanguinei in squadra dato l’arrivo di Zoran Dragic. Il limite vero del roster dei Suns è però quello del reparto lunghi, dato che Alex Len e Miles Plumlee sono i due centri e che non assicurano garanzie sufficienti nel corso di un’intera annata. Incuriosiscono comunque questi Suns, che regaleranno tanti highlights nel corso della stagione anche grazie a Gerald Green.

4 – LOS ANGELES LAKERS

Facciamo ordine: i Lakers hanno ceduto nell’affare Nash la loro scelta 2015 ai Suns. Il problema è che la scelta è protetta top-5, e questo obbliga i gialloviola ad arrivare almeno quintultimi per non perdere un’ottima chiamata al prossimo Draft. Un ulteriore problema è il fatto che questa squadra non sembra più scarsa di quella che lo scorso anno ha racimolato solo 27 vittorie. Un Kobe sano per buona parte di stagione è ancora in grado di fare la differenza, Jeremy Lin, Ed Davis e Julius Randle sono up-set notevoli rispetto al roster dello scorso anno. L’arrivo enigmatico è quello di Carlos Boozer, che in molti temono possa essere una controfigura dell’ultimo (e pessimo) Pau Gasol in maglia Lakers. L’obiettivo sarebbe tankare e anche convintamente, ma spiegatelo voi al 24

5 – SACRAMENTO KINGS

Il fatto che nel roster della squadra della capitale californiana vi siano due campioni del mondo, la dice lunga su quanto stia cambiando il vento rispetto alle ultime stagioni. Rudy Gay e (soprattutto) DeMarcus Cousins sono i leader della squadra, il presente e il futuro. Sacramento ha sostituito Isaiah Thomas con Darren Collison, ovvero un realizzatore formidabile con un giocatore un po più ordinato. Il cambio di Collison sarà Ramon Sessions, reduce da un paio di stagioni di buon livello, mentre il rientrante Carl Landry darà sicuramente un buon apporto alla squadra. Ci si aspettano miglioramenti e una continua crescita da parte di Ben McLemore, reduce da un anno da rookie in chiaro-scuro. I Kings hanno buoni giocatori a roster, ma questi sono pochi e poco amalgamabili tra loro. Possono superare i Lakers nella Division, ma oltre a questo faranno poco altro.

8 COMMENTS

  1. Poco da aggiungere. Sono molto curioso di vedere come giocheranno i Suns e che impatto avrà Kerr con i Warriors.

  2. Beh, i Clippers vanno inseriti fra i favoriti per l’anello quindi al primo posto nel ranking di Division sicuramente.
    Da GSW non mi aspetto né più né meno dello scorso anno.
    Per i Suns ripetersi invece non sarà facile.
    I Lakers a giudicare dal roster faranno una stagione penosa, ma io m’aspetto una specie di canto del cigno da parte di Kobe. Se lui fa qualcosa di veramente miracoloso (stile anni con Parker e Brown) si potrebbero aggirare intorno alla nona piazza, infastidendo l’ottava. OCIO!

    • Invece Golden state la vedo in crescita. Soprattutto Thompson penso che dopo questo mondiale la sua consacrazione sia arrivata. Certo il roster è il solIto, ma vedo piú in salita loro che i clipps.
      I Clippers hanno un buon roster ma sempre con una grande pecca nello spot di ala piccola e soprattutto penso che Griffin non è giocaTore per fare un quel salto che serve per arrivare in finale. Per me possono scambiarlo per prendere qualcosa che possa realmente far fare il salto di qualità al team. tanto ormai si è capito che la baracca la porta aventi sempre cp3.
      Il problema è che nn vedo un possibile giocatore da inserire al posto suo che possa portarli ai vertici…
      Pierce sarebbe stato un bel innesto soprattutto per i momenti decisivi della partita ma cmq è troppo in fase calante per portare quel contributo per una serie finale.
      Voi avete un idea?

      • Scusa Gianlux, posso accettare la tua opinione su Griffin nel senso che non so se ha ancora grandissimi margini di miglioramento (ci sarebbero eh, soprattutto sulla difesa negli aiuti e lato debole), però chi trovi di meglio in quel ruolo al momento? Secondo me avanti così con questo roster e credere nel lavoro e nella capacità di motivazione di Doc.

          • Forse solo Davis, e per ragioni di cuore Z-Bo.
            Duncan e Nowitzki non si spostano da dove sono, Gasol il meglio l’ha già dato, Love non credo che cambi più di tanto una squadra come i Clippers, Aldridge sembra abbia raggiunto l’apice del suo rendimento (sperando confermi il suo talento per i prossimi 4-5 anni).. Altri nomi che non mi vengono in mente non credo siano superiori, attualmente, a BG24.
            A me Griffin non piace (ma non sto dicendo che sia una schiappa), ma spesso ci intestardiamo così tanto sui difetti di alcuni buoni/buonissimi giocatori, che siamo disposti a prendere delle cantonate assurde pur di avere ragione.

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