Preview NBA: Southwest Division 2014/15

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WESTERN CONFERENCE EASTERN CONFERENCE
Northwest Division Atlantic Division
Pacific Division Central Division
Southwest Division Southeast Division

 

Difficile stilare un ranking della Southwest Division. Difficile perché ci troviamo di fronte alla miglior Division di tutta la NBA, e non sarebbe sorprendente trovare tutte e cinque le squadre che ne fanno parte nella griglia dei Playoff a metà aprile. Proviamo a stilare una classifica, ben consci della vicinanza che c’è tra le franchigie in questione. Il primo posto degli Spurs sembra tutto sommato la posizione più netta, in quanto i nero-argento sono dati praticamente all’unanimità come favoriti per il Titolo. Il roster è identico a quello che ha dominato la passata stagione eccezion fatta per l’aggiunta del rookie Kyle Anderson, e la banda di Pop, nonostante sia un anno più vecchia, è una macchina troppo rodata per non arrivare almeno alle Finali di Conference. Dietro gli Speroni troviamo un’altra texana, gli Houston Rockets, che in estate hanno perso Chandler Parsons sostituendolo con Trevor Ariza. Houston è una squadra solida, con un sistema di gioco particolare e piena di talento, alla quale sembra però mancare quel qualcosa in più per entrare nell’elite della Conference. In terza posizione troviamo i Memphis Grizzlies che hanno anch’essi cambiato veramente poco rispetto all’anno scorso e che verosimilmente replicheranno quanto fatto nella passata stagione. Dietro Memphis pare esserci Dallas. Mark Cuban ha rivoluzionato la squadra scambiando Calderon e Dalembert per Felton e Chandler e acquisendo Parsons dalla free-agency, anche se in molti si stanno chiedendo se questo ribaltamento li abbia rinforzati per davvero oppure no. Apparentemente in ultima posizione troviamo i New Orleans Pelicans, che rispetto all’anno scorso possono contare su un Asik in più e (sperano) anche su una buona dose di salute in più. San Antonio a parte, le altre squadre paiono davvero vicine, e un eventuale scambio di posizioni tra loro non dovrà sorprendere.

Il ranking della Southwest Division

1 – SAN ANTONIO SPURS

Sugli Spurs c’è ormai poco da dire. Sono anni che vengono definiti “vecchi” e “bolliti”, e sono anni che Popovich e i suoi smentiscono puntualmente i critici con stagioni strabilianti. San Antonio si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione con la stessa squadra che ha annichilito Miami nelle Finals dello scorso anno, e per questo non li si può non dare come favoriti per la vittoria del Titolo. Facile aspettarsi che i minutaggi di Duncan e Ginobili diminuiscano ancora in Regular Season come accade ormai da diverse stagioni, mentre Kawhi Leonard dovrà piano piano farsi carico di un numero sempre maggiore di responsabilità. La grande novità, almeno per noi italiani, è la presenza di Ettore Messina nello staff di Popovich, mossa che in molti hanno letto come l’inizio del passaggio di consegne tra i due.

2 – HOUSTON ROCKETS

Considerare positivo il mercato dei Rockets è quantomeno un azzardo. Houston stava per mettere le mani su Chris Bosh per affiancarlo ad Howard e formare la migliore coppia lunghi della Lega. Oltre ad aver perso CB mentre il tutto era ormai ufficioso, i Rockets non hanno pareggiato l’offerta che Dallas ha fatto a Chandler Parsons, perdendo così uno dei tasselli fondamentali della squadra. Il ritorno di Trevor Ariza e lo sbarco in NBA di Papanikolaou non sembrano mosse che possano permettere a Houston di fare quel salto di qualità del quale la franchigia necessita. Harden e Howard rimangono i pilastri fondamentali della squadra, Beverley e Terrence Jones sono invece giovani interessanti sui quali investire. I Playoff non sono in dubbio, il passaggio del primo turno è possibile, le Finali di Conference sembrano obiettivamente un sogno.

3 – MEMPHIS GRIZZLIES

L’arrivo in Tennessee di Vince Carter non ha fatto altro che confermare ed implementare la solidità e l’esperienza dei Grizzlies, una delle squadre più compatte di tutta la Lega. Non ci sono dubbi sul fatto che la coppia Randolph-Gasol sia una delle migliori dell’intera NBA, così come non vi sono dubbi sull’affidabilità di gente come Conley, Tony Allen, Prince e lo stesso Carter. La sensazione però, è che il treno buono per Memphis sia già passato (Finale di Conference 2013) e che questo nucleo sia destinato ad una lenta ma inesorabile discesa. La competitività del roster non è in discussione, ma nell’ultra-competitiva Western Conference questi Grizzlies sembrano avere qualche marcia in meno rispetto ad altre squadre.

4 – DALLAS MAVERICKS

Fuori Calderon, Carter e Dalembert e dentro Felton, Nelson, Parsons, Aminu e Chandler. A prima vista il roster dei Mavs sembra decisamente migliorato, ma andando un po’ più a fondo ci si accorge che non tutto è come sembra. Le geometrie di Calderon erano forse più funzionali dell’individualità e della sregolatezza di Felton e Nelson, e non è detto che Parsons possa avere lo stesso peso specifico del Carter degli ultimi anni. Chandler è sempre Chandler, e anche se non è più quello del titolo 2011, è un sicuro upgrade rispetto a Dalembert. Va dato atto a Cuban di aver quantomeno fatto un tentativo, di aver rimescolato le carte per cercare di fare strada nei Playoff e sfruttare gli ultimi anni buoni di Nowitzki. Nonostante tutto, infatti, il tedesco sarà sempre il faro di questa squadra, affiancato da Monta Ellis e guidato da coach Carlisle, altra grande pietra miliare della franchigia e una sicurezza di qualità in panchina.

5 – NEW ORLEANS PELICANS

Se le quattro squadre analizzate di sopra paiono certe di giocare i Playoff, lo stesso non si può dire per i Pelicans. New Orleans ha una delle migliori front-line della Lega con Anderson, Davis e Asik, e un ottimo back-court formato da Holiday, Evans e Gordon. Il problema è la salute, in quanto Holiday, Gordon e Anderson sono reduci da stagioni travagliate dal punto di vista fisico e, nel caso di Anderson (suicidio della fidanzata) anche mentale. Anthony Davis è il presente ed il futuro della franchigia, e dalla sua crescita dipenderanno le sorti dei Pelicans. New Orleans è pronta a spiccare il volo, anche se per farlo ha bisogno di tutte le forze dei componenti del roster. Se ciò dovesse accadere, i presupposti per una break-out season in Louisiana ci sono tutti.

4 COMMENTS

  1. Dietro gli Spurs tutto possibile. Personalmente dico Memphis (cambiato poco e squadra quadrata), Dallas (ho anch’io un dubbio sulla funzionalità dei play), Houston (tanti punti di domanda a partire dalla difesa), New Orleans (deve trovare una identità di squadra, ma se tutto si incastra bene … chissà).

  2. Dallas forse non partirà alla grande, ma la vedo più solida dello scorso anno, per finisce prima nella div.
    Gli Spurs terranno più a riposo Duncan e Ginobili e potrebbero perderne più del previsto. Dovranno anche affrontare il “problema” Leonard che chiede il max mentre loro sono scettici nel darglielo (e lo sarei anch’io, meglio vedere che stagione fa e poi valutare se pareggiare eventuali offerte).
    Houston non mi piace proprio per come gioca, anche se il talento c’è. Harden se vuole considerarsi una stella deve iniziare a difendere almeno decentemente. La cessione prematura di Lin responsabilizza eccessivamente Beverly, il quale in attacco ha ancora tutto da dimostrare. I lunghi in uscita dalla panchina non mi sembrano molto consistenti e Ariza seppur buono è un passo indietro rispetto a Parsons.
    Su Memphis poco da dire, squadra buona, solida, ma a cui manca sempre qualcosa per andare fino in fondo.
    I Pelicans invece sono molto interessanti, forse gli ci vorrà un’altra stagione prima di arrivare ai playoffs, ma se tutto girasse come potrebbe e restassero sani un ottavo posto sarebbe già alla protata.

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