Stagione di transizione o nuovo inizio per i Pacers?

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La sconfitta subita contro i Miami Heat nelle scorse Finali di Conference ha segnato per gli Indiana Pacers un punto di svolta per il loro futuro a breve termine; la squadra di coach Spoelstra infatti ha saputo mettere a nudo i tanti difetti di quella di coach Vogel che, per altro, nella parte finale della stagione regolare e per tutti i playoff ha fatto una fatica incredibile a trovare ritmo, giocando in modo quasi opposto a quanto fatto vedere la stagione precedente e nella parte iniziale di quest’ultima.

Il General Manager Larry Bird era stato bravissimo a costruire un roster competitivo sfruttando buone scelte al Draft, contratti dati a free agent che altre squadre non sembravano più volere e un’idea di gioco e atteggiamento che tutti sembravano condividere. Le cose sono andate bene fino a che non si è trattato di fare l’ultimo salto di qualità, quello più importante in NBA, ovvero diventare campioni della propria Conference per approdare alle Finals.

Quest’anno Vogel è chiamato al miracolo perchè oltre a trovarsi una squadra quasi uguale a quella dell’anno scorso, senza migliorie di rilievo, dovrà fare a meno di Lance Stephenson, che se può essere un problema da gestire in spogliatoio e tatticamente (Hibbert negli ultimi playoff ha criticato le giocate del newyorkese pur non dicendolo apertamente ma facendolo capire, aprendo anche una falla nei rapporti in spogliatoio con il compagno), era anche il giocatore in grado di dare la scossa a compagni e pubblico, difendere sull’esterno più pericoloso degli avversari ma soprattutto fare giocate di energia su entrambe le metà campo e dando sempre il 100% sul parquet.
Indiana non poteva offrire granché come contratto avendo già il salary cap intasato dai contrattoni di George, Hibbert, West e Hill, e così Born Ready ha scelto una nuova avventura, più remunerativa a livello economico ma anche come status, diventando di fatto la seconda opzione dopo Al Jefferson ai “nuovi” Charlotte Hornets.

Ma le brutte notizie per Vogel e i Pacers dovevano ancora arrivare: nell’amichevole casalinga del Team USA in preparazione al Mondiale di Spagna 2014 poi vinto la gamba di Paul George fa crack, letteralmente, facendogli chiudere di già questa stagione e probabilmente anche un pezzetto di quella 2015/16. Una notizia terribile visto che con George se ne vanno il miglior attaccante e anche il miglior difensore della squadra, nonché un All-Star e candidato al premio di MVP.

Come detto Indiana non ha molta possibilità di muoversi a livello salariale e quindi Bird non può prendere praticamente nessuno, lasciando andare anche Evan Turner, e ritrovandosi con CJ Miles titolare oltre a uno tra Copeland e Rudez. Con tutto il rispetto, non lo stesso tipo di giocatore di PG24 e neanche di Stephenson.

E allora che stagione sarà per la squadra dello stato del basket? Difficile dirlo perché buoni giocatori ce ne sono e anche la chimica di squadra, ma la perdita di due giocatori del quintetto costringerà gli altri a diventare più produttivi e leader, e se da David West ce lo si può aspettare, da Hibbert e George Hill meno. Soprattutto il centro, che era stato il rebus più grande nei playoff di due anni fa per gli Heat, è chiamato a confermare i suoi numeri che gli hanno permesso di essere convocato per l’All-Star Game ma anche a migliorare il suo impatto sulla partita, che in determinati momenti non è assolutamente quello di un giocatore decisivo.

Se la prima parte della stagione non dovesse andare particolarmente bene (anche se nella Eastern Conference non è impossibile fare i playoff ed anzi Chicago l’anno scorso ha fatto bene pur senza Rose) Bird sarà chiamato a fare una scelta importante: confermare questo gruppo e aspettare il ritorno di George per tentare l’assalto a Cavaliers e Bulls (che al momento sembrano le due squadre più attrezzate per arrivare in fondo a Est) oppure smantellarlo, cedendo anche pezzi di una certa importanza per cercare di ricostruire su PG e un altro giocatore (probabilmente Hibbert) in vista del futuro.

Una scelta ovviamente non facile perchè condizionerà la situazione presente della franchigia ma soprattutto quella futura (c’è sempre da tenere conto che con l’entrata in vigore del nuovo salary cap molte cose cambieranno), che comunque avrà sempre Vogel seduto in panchina, visto il recente rinnovo pluriennale di contratto.