Due giovani promesse all’esame di maturità

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La Western Conference è da molto tempo terreno di scontro di tante agguerrite franchigie che cercano di mantenere un record vittorie-sconfitte positivo al fine di ottenere uno degli otto preziosissimi pass per l’accesso alla post-season. In questa conference ricca di insidie crescono due giovani prodotti dell’NBA moderna: Anthony Davis, ala dei New Orleans Pelicans e DeMarcus Cousins, centro dei Sacramento Kings.
Entrambe le loro squadre di appartenenza hanno iniziato la nuova stagione con record positivo ed entrambi recitano un ruolo da protagonista nelle rispettive lineup, i Kings californiani esibiscono un record di 6 vittorie a fronte di 4 sconfitte, mentre sono solo 3 le sconfitte dei Pelicans su otto match disputati.

Entrambi provengono dalla University of Kentucky, entrambi hanno almeno una stagione NBA alle spalle (Cousins ne ha alle spalle 3 dall’alto dei suoi appena 24 anni) ed in questo inizio di stagione hanno migliorato le proprie prestazioni rispetto al loro anno da rookie:

I progressi di Davis e Cousins rispetto al loro anno da rookie

Il centro dei Sacramento Kings è da sempre considerato un “ragazzo difficile” come ce ne sono tanti nel passato-presente-futuro della lega americana: alle indiscusse qualità sotto canestro si contrappongono una certa riluttanza ad accettare le chiamate arbitrali a suo sfavore che più volte gli sono costate il fallo tecnico. Tuttavia DeMarcus ha le idee chiare circa la volontà di diventare un modello da seguire, nonché il faro dei suoi Sacramento Kings:

“Non sono uno che molla. Accetto le sfide e sento di poter raggiungere gli obiettivi che mi pongo. Questo è il fuoco che mi brucia dentro, penso che nessuno mi possa fermare.
Per questo motivo, sono un modello da seguire, assolutamente. Ci sono molti tipi di persone diverse in giro, e io vengo da un posto diverso. Ecco, sono sicuramente un esempio.”

Il prezioso lavoro sotto canestro di Cousins abbinato alla qualità del lavoro svolto da coach Mike Malone ha reso Sacramento una squadra in cerca di gloria con la voglia di buttar via l’immagine di eterni perdenti, come accadeva per i Clippers A.C. (avanti Chris). In più Cousins può contare sulla voglia di scrollarsi di dosso l’etichetta di eterne promesse di gente come Rudy Gay e Darren Collison, senza dimenticare il coraggio e la grinta di Carl Landry, qualità preziose in campo come nello spogliatoio.

Anthony Davis detto il “monociglio” ha una struttura fisica differente da Cousins: prima della sua esplosione fisica durante l’adolescenza veniva schierato sul perimetro e questo gli ha permesso di sviluppare un’innata capacità nell’attaccare il ferro fronte a canestro, qualità rara per un giocatore da pitturato. E per sfruttare a meglio le sue particolari doti i Pelicans hanno adattato il loro gioco alle sue caratteristiche: un blocco portato da una guardia ad esempio, può permettere a Davis di penetrare a tutta velocità verso il canestro e la sua grande reattività gli permette di agguantare rimbalzi offensivi da trasformare in bimani piuttosto spettacolari.
Inoltre il roster dei Pelicans può contare anche su abili interpreti del gioco perimetrale come Ryan Anderson, Jrue Holiday ed Eric Gordon, pronti a ricevere un comodo tiro da tre punti laddove le difese avversarie decidessero incautamente di collassare verso il centro.

La presenza in pianta stabile di due giocatori come Cousins e Davis rappresentano un investimento ad altissimo rendimento per Kings e Pelicans: la loro giovane età e gli evidenti margini di miglioramento (entrambi in difesa hanno grossi problemi di posizionamento) permettono alle loro franchigie di progettare un futuro davvero radioso. Magari non saranno del tutto maturi per ergersi a leader indiscussi nei rispettivi spogliatoi, ma attraverso le loro ottime prestazioni in campo queste due squadre potranno giocarsi opportunità importanti anche ai playoffs crescendo come collettivo ed imparando a gestire la pressione nel disputare le gare che valgono un’intera stagione.