Eurolega: tre americani in Europa

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Tre americani in Europa. Non è una barzelletta ma il nuovo spot di un’Eurolega sempre più a stelle e strisce.
Il primo sta incidendo parecchio nel massimo campionato continentale, il secondo aspetta la partita giusta per confermarsi mentre il terzo è incappato in qualche difficoltà: è la storia di James Anderson, Andrew Goudelock e Marshon Brooks. Il primo ha appena terminato la sua settimana da Dio, legittimata dal trofeo di MVP della settimana. Guardia di quasi due metri, classe 1988, James rappresenta il grande colpo estivo dello Zalgaris Kaunas, dopo un passato importante nell’NBA. Esploso fin da giovane al Mcdonald e Parade American, Anderson ha ritrovato il giusto palcoscenico in Eurolega, incantando le platee dopo aver sofferto una flessione a Houston e Philadelphia. I tempi in cui militava negli Spurs sembrano tornati, insieme alla’esplosività e alla concretezza che aveva contraddistinto la sua carriera.Nella vittoria contro l’Unics, James ha stampato a referto 27 punti, 11 rimbalzi e 4 assist, con oltre il cinquanta per cento da due. Atletico e spettacolare, ma anche molto efficace Anderson è riuscito a ritagliarsi il ruolo da protagonista cui era investito dopo il suo arrivo in Lituania.

Anche Andrew Goudelock ha lasciato l’America e il sole della California per il freddo e il grigiore del vecchio continente. Dopo un’annata straordinaria in Russia con la maglia dell’Unics Kazan, conclusa con da Mvp dell’Eurocup e del campionato di Vtp League, la guardia delle Stone Mountains ha optato per la Turchia sponda Fenerbahce Istanbul. Coach Obradovic, solitamente allergico ai talenti troppi appariscenti, gli ha concesso un’opportunità, inserendolo in un contesto sulla carta molto competitivo. 18 punti di media (quarto in graduatoria dietro solo a Kulig, Spanoulis e Langford) con oltre il cinquantadue per cento del campo rappresentano il biglietto da visita dell’ex Lakers. Andrew forse resta ancora un giocatore troppo “americano” per il contesto guidato da Obradovic, fatto di difesa asfissiante e un collettivo sopra il singolo, ma certamente brilla come una delle star più luminose del palcoscenico Eurolega.

Chi invece sta deludendo le attese della stampa e appassionati è MarShon Brooks, la duttile guardia/ala a stelle e strisce approdato in estate a Milano. Un passato a zonzo per gli States, con esperienze a Brooklyn, Boston e LA, il girovago del New Jersey sembrava aver trovato una piazza idilliaca per rimettersi in carreggiata. Venticinquesima scelta al draft del 2011, Brooks vanta cifre importanti come un massimo di 27 punti siglati contro i Cavaliers. Guardia esplosiva e atletica, nell’esperienza NBA ha mostrato anche un’ottima padronanza di visione di gioco, fornendo cinque assistenze di media nel periodo Los Angelino. Coach Banchi lo ha voluto fortemente, sperando di sfruttare a pieno il suo talento offensivo in Europa, ma le cifre espresse da Brooks si stanno rivelando deludenti, con 7 punti e solo il 28% dal campo. A preoccupare maggiormente il pubblico meneghino è pero la scarsa incidenza nel gioco della guardia statunitense, che appare un corpo avulso e estraneo nei meccanismi di coach Banchi. Per non parlare del confronto diretto con gli avversari, che hanno visto Brooks soccombere contro Abrines e Diamantidis.

Tre storie unite dal talento e da pesanti aspettative, per tre protagonisti che hanno raggiunto l’Europa per dominarla. Tre storie da Eurolega, che si scopre imprevedibile e crudele, perché se ad alcuni regala trofei preziosi ad altri lascia solo critiche e dubbi. Almeno fino alla prossima settimana.