I Cavs alla ricerca di un “nuovo” Waiters, in tutti i sensi

0
1155

L’inizio della stagione regolare NBA per i “nuovi” Cleveland Cavaliers è stata come ci si aspettava complessa: l’arrivo di due Star del calibro di LeBron James e Kevin Love e di un nuovo allenatore, debuttante nella Lega, come David Blatt, hanno portato dei cambiamenti radicali in tutta la franchigia, non solo in campo ma anche a livello mediatico, organizzativo e gestionale. Far coesistere tre giocatori con caratteristiche sì diverse, ma abituati a giocare da primo terminale offensivo, come LBJ, KLove e Kyrie Irving non è per nulla semplice. Si è visto ai Miami Heat (ma non solo perché quasi tutte le squadre che cercano di formare delle squadre con tre Stelle soffrono almeno all’inizio) con James e Wade che faticavano a trovare un equilibrio e con Bosh che sembrava relegato al ruolo di assoluto comprimario, ma sappiamo tutti come sono andate a finire le 4 stagioni che hanno giocato assieme (2 titoli NBA e 2 Finals).

La vivisezione che viene fatta da praticamente tutti di tutte le partite che giocano i Cavs, al momento, lascia un po’ il tempo che trova, visto che la stagione NBA è molto più che lunga e le prime partite di solito non dicono molto dei reali valori (visto che per giugno le cose spesso cambiano). C’è però un dato di fatto che si è consolidato dopo le tante chiacchiere della preseason, ovvero il ruolo di Dion Waiters in questo gruppo. La guardia è stata fin da subito al centro di chiacchiere di mercato perché già lo scorso anno la sua integrazione con Irving non era andata bene tanto che i due erano arrivati alle mani in spogliatoio per divergenza di vedute; l’arrivo di LBJ quest’anno poi ha tolto ancora più spazio ad un giocatore che da sempre dice di voler la palla in mano tanto per giocare bene, cosa piuttosto difficile nei Cavs di adesso: “Fare catch-and-shoot non è il mio gioco. Posso farlo, ovvio, ma sapete che gioco meglio facendo pick-and-roll“.
Dopo essere partito in quintetto nelle prime gare di regular season, Blatt ha scelto di usarlo dalla panchina, come sesto uomo di lusso, un po’ alla Jamal Crawford, Jason Terry o JR Smith, con la possibilità di giocare minuti anche con la palla in mano magari in un quintetto senza Irving o James, ma il tentativo non sembra aver sortito il risultato sperato: “Sto ancora cercando di trovare il mio ruolo. Ma finché potrò lavorare e giocare è tutto a posto“. Lo scorso anno ha chiuso a 15.9 punti e 3 assist con 14.2 tiri di media in 29.6 minuti, quest’anno è a quota 9.4 punti (con 1 assist) e 9.6 tiri in 25.8 minuti in campo. Un nuovo ruolo, non facile da assimilare.

E allora quale può essere la più ovvia delle soluzioni? Una trade, semplice. Mica tanto in realtà. Intanto per il contratto (4.062.000 quest’anno, 5.138.430 il prossimo e 6.777.589 fra due anni) e poi perché non sembra essere un giocatore e un ragazzo così semplice da gestire, e al momento le squadre che potrebbero voler accollarsi questo rischio sono poche. La voce che è uscita però è quella che riguarda i New York Knicks (e chi altro sennò?) che potrebbero anche decidere di buttarlo nella mischia cedendo in cambio Iman Shumpert (da tempo anche lui al centro di rumors di mercato).
Secondo molti esperti Waiters sarebbe un giocatore adatto alla Triple Post Offense di coach Jackson… ehm Fisher… per la sua capacità di crearsi il tiro e di segnare, molto più di Shumpert che invece è più un catch-and-shoot player, proprio quello che cercano i Cavs. Inoltre cosa fa bene la guardia dei Knicks in un campo da basket? Difendere sugli esterni perimetrali, e cos’è un’altra delle cose che sta cercando disperatamente coach Blatt? Esatto, indovinato, un giocatore che possa difendere in modo consistente le guardie avversarie visto che Irving non è ancora ai livelli sperati e che James per forza di cose nella sua metà campo deve un po’ riposarsi per poter essere lucido in attacco.

Tutto perfetto quindi? Così così, perché già a livello salariale i primi problemi potrebbero sorgere (Shumpert ha ancora due anni di contratto da 2.761.113 e 3.898.691 milioni) e poi perché NY dovrebbe essere convinta di questa mossa che intaserebbe ulteriormente il salary cap anche nelle prossime stagioni e darebbe a Fisher un’altra testa calda da affiancare a Melo Anthony (c’è già JR Smith, ricordiamo).
Insomma trade possibile, a meno che LBJ non riesca a convincere Waiters a cambiare atteggiamento e mentalità: lo sta elogiando e criticando continuamente, è il giocatore che ha preso più di mira (anche positivamente) e continua con il mantra “se vogliamo vincere dobbiamo giocare per la squadra e dimenticare il gioco personale“. Se ci riuscirà e la guardia ex Syracuse farà quel salto di qualità allora per i Cavs le cose potrebbero andare meglio. Sempre pensando a giugno, ai playoff, alle Finals NBA, vero e unico obiettivo stagionale.