Milano ha un cuore enorme ma servono rinforzi

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L’EA7 Emporio Armani incassa un’altra sconfitta, la quarta in sei gare di Eurolega, e perde ancora in volata contro il Fenerbahce, come nel debutto ad Istanbul. La squadra di coach Banchi resta ampiamente in corsa per la qualificazione visti gli stop anche di Turow e Bayern Monaco che rimangono dietro (1-5 il loro record) ma la sensazione è che a questa Olimpia serve un aiuto dal mercato perchè le rotazioni, almeno per l’Europa, sono troppo corte. Per il resto sono arrivati segnali importanti, soprattutto da Marshon Brooks, e in generale si è vista una squadra viva, con grande cuore e che lotta fino alla fine. Noi di Basketcaffe.com eravamo al PalaDesio, ecco qualche spunto interessante sulla partita.

Guarda le immagini più belle della sfida tra Olimpia Milano e Fenerbahce – Foto by Simone Lucarelli

La gara inizia abbastanza bene per l’Olimpia che soprattutto in difesa riesce a spegnere le due bocche da fuoco principali del Fenerbahce: Moss è bravissimo a difendere sempre in anticipo su Goudelock e lo rincorre su tutti i blocchi per non permettergli tiri facili (reduce da 10 triple contro il Bayern) mentre Gentile è perfetto su Bogdanovic. Di là invece i turchi cambiano sistematicamente su ogni situazione, sfruttando l’atletismo dei lunghi Erden e Bjelica. Milano resta in corsa con le triple (5 su 6 al 10′).

Nel secondo quarto però la gara gira e lì si vede la profondità del Fenerbahce. Obradovic fa alzare dalla panchina Preldzic, Hickman, Zoric e Vesely e il loro impatto fisico e atletico è devastante. Il ceco mette 9 punti nel periodo, con 3 schiacciate mostruose, mentre l’Olimpia imbarca acqua, anche perchè Hackett è l’unico a dare un po’ di sostanza mentre James si trascina per il campo senza incidere e così Banchi è costretto a riproporre subito Moss e Samuels per restare a galla. All’intervallo +7 per i turchi che nel terzo periodo allungano sul +13 (62-49 con una tripla pazzesca di Goudelock) anche perchè l’EA7 perde pure Alessandro Gentile, bloccato dalla schiena.

La situazione non è facile perchè Ragland è nullo, James non può stare in campo, Kleiza non incide e oltretutto Moss e Hackett hanno problemi di falli. Ecco che allora è Marshon Brooks, 17 punti tutti nel secondo tempo, a suonare la carica e a riportare sotto Milano con la sua improvvisazione e la sua voglia sempre di attaccare. A volte pasticcia ma con Hackett, che mette un paio di bombe, e la difesa asfisiante di Cerella, l’Olimpia arriva addirittura a -3 sul 74-71. Non va oltre e purtroppo incidono gli errori dello stesso Cerella (un comodo lay up e la tripla del potenziale -1 dall’angolo) e anche di Hackett (pure lui fallisce un facile appoggio). Finisce con la vittoria dei turchi ma, come ad Istanbul, sembra un’occasione persa per l’Olimpia.

Quello che esce da questa partita è una conferma che Milano è nettamente meno forte dell’anno scorso e decisamente più corta. Un Lawal per fare da backup a Samuels servirebbe come il pane perchè Shawn James, purtroppo, non è in grado di stare in campo, e il giamaicano, pur essendo a tutti gli effetti nell’élite dei lunghi d’Eurolega sui due lati del campo, non può giocare sempre 35 minuti tra Coppa e campionato. Melli appare involuto e Kleiza, notevolmente più dotato ad esempio di un Kangur, è timido e fuori contesto. Idem dicasi per Joe Ragland: l’ex canturino, chiamato a sostituire Jerrells, sembra essere rimbalzato dal livello maggiore della competizione. Non attacca, non ha tiro da tre affidabile, non prende iniziative e fisicamente patisce ogni avversario. Forse l’Olimpia – se davvero ci fosse stata la possibilità – avrebbe dovuto fare un pensierino a Bo McCalebb, magari al posto del play liberiano. Su Bruno Cerella non c’è molto da dire: quando viene chiamato si batte come un leone, e la sua difesa aggressiva è stata fondamentale per la rimonta contro i turchi, ma i suoi limiti offensivi sono evidenti e purtroppo Milano li ha pagati perchè l’ex di Teramo e Varese ha fallito dei tiri determinanti. Ma non è certo lui il problema.

Infine il capitolo Marshon Brooks. Pur con tutti i limiti tecnici e caratteriali, l’ex di Nets e Lakers è un giocatore che l’EA7 deve cavalcare perchè ha un talento enorme, ha tanti punti nelle mani e anche in difesa il suo atletismo e le sue braccia lunghe possono aiutare e non poco. Se Milano ha potuto giocarsi fino alla fine la gara col Fenerbahce, gran parte del merito è suo, che con la sua aggressività in attacco ha portato punti per sé e per gli altri. Da capire se con Gentile arruolabile nella ripresa avrebbe avuto lo stesso spazio ma chissenefrega, Banchi gli ha dato fiducia e questa fiducia è stata ripagata, nonostante la sconfitta.

1 COMMENT

  1. Secondo me Brooks è una scelta “furba” nel senso che se supera certi blocchi che gli derivano dalla militanza in NBA può diventare un dominatore assoluto sia come qualità che come caratteristiche fisiche. Da quello che dicono tutti sembra voler lavorare a questo scopo e questo fa ben sperare.
    Kleiza è sempre stato altalenante per tutta la carriera se riescono a “convincerlo” può essere un giocatore fondamentale se no tanto vale mandarlo via.
    Melli a me piace ma per ora non sembra fare quel salto di qualità che tutti si aspettano.

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