Preview 2014-15: Okafor-Harrell-Kaminsky, è l’anno dei big men

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Mai come quest’anno la stagione del College Basketball 2014-15 vedrà come protagonisti i giocatori interni, i lunghi. Dal freshman Jahlil Okafor al senior Frank Kaminsky passando per il junior Montrezl Harrell: il centro da Duke, proveniente da Chicago come il suo precedessore ai Blue Devils Jabari Parker, giocherà con ogni probabilità una sola stagione a Durham per coach Mike Krzyzewsky, prima di fare il salto in NBA (Top 5 nei Mock Draft 2015). Anche il reparto esterni però offre giocatori di notevole interesse, tra i quali Kelly Oubre di Kansas, Caris LeVert di Michigan, Delon Wright di Utah e soprattutto Marcus Paige di North Carolina.

Jahlil Okafor, pur essendo una matricola, è già stato nominato “Preseason Player of the Year”. Nonostante non abbia ancora compiuto 19 anni, viene considerato il freshman più pronto in nazione, un ragazzo dal quale non bisogna aspettarsi balzi insensati e giocate che andranno dritte nella Top 10 di Sportscenter, ma tanta, tantissima sostanza. Okafor, che gli scout paragonano ad Al Jefferson, non è un superatleta ma è sufficientemente alto (circa 208 cm) e grosso, e sa correre il campo: la differenza però la fanno i fondamentali, la sua comprensione del gioco e l’incredibile varietà di movimenti spalle a canestro. E’ pronto per portare subito Duke molto lontano, è un giocatore di squadra e, per essere un “bambino”, tende a fare sempre la cosa giusta sul parquet.

Un po’ diverso il discorso per altri due big men al primo anno – molto attesi – come Karl Towns e Cliff Alexander. Il settepiedi dominicano di Kentucky avrà al suo fianco Dakari Johnson e Willie Cauley-Stein, potrà mostrare tutto il suo potenziale fronte a canestro ma non sembra pronto quanto Okafor. Alexander a Kansas eredita l’area pitturata da Embiid ma è un giocatore totalmente differente: cubo di granito di poco sopra ai 2 metri, ha notevole energia, è un rimbalzista sopra la media ed è un dunker nato, alla Thomas Robinson, ex Jayhawks.

Gli altri due lunghi da seguire con attenzione sono appunto Montrezl Harrell e Frank Kaminsky. Harrell è rimasto a sorpresa per il terzo anno a Louisville e certamente non gli farà male un’altra stagione con coach Pitino: arrivato come giocatore dal grande potenziale ma molto grezzo, dovrà migliorare sul tiro frontale dai 6-7 metri pur avendo già sviluppato un gioco tutto sommato credibile da vicino. Le sue doti fondamentali restano però la ferocia (“He’s a beast”, lo definiscono gli insider) con cui approccia la gara, con cui va a rimbalzo e con cui schiaccia i palloni nel canestro. Potrebbe evolversi in una sorta di Kenneth Faried. Se vogliamo restare sui paragoni, Andrea Bargnani potrebbe essere il “NBA comparison” ideale per Frank “The Tank” Kaminsky. Il settepiedi di Wisconsin mixa come nessuno in NCAA la pericolosità di giocare vicino a canestro con una notevole varietà di movimenti, e la minaccia dal perimetro, sia col tiro da tre, sia attaccando in palleggio il recupero della difesa. Inoltre è bravo anche in difesa per come va a rimbalzo e protegge il ferro. Kaminsky è un nome interessante per il “Player of the Year”.

Fra le ali da seguire sono Georges Niang, Rondae Hollis-Jefferson, Sam Dekker e Kelly Oubre. Niang è la stella di Iowa State di coach Fred Hoiberg e viene considerato uno dei migliori attaccanti d’America per come abbina gioco fronte e spalle a canestro e come sia anche un ottimo rimbalzista e passatore: ha perso peso e senza la presenza di Kane ed Ejim può esplodere. Stesso discorso per Hollis-Jefferson: partito Aaron Gordon, dovrà fare un passo in avanti per Arizona, essere più coinvolto in attacco e far vedere che il suo tiro da fuori è diventato affidabile perchè per il resto è un mostro difficilmente arginabile. Dekker è l’ala ideale da affiancare a Kaminsky: a Wisconsin si aspettano che quest’ala piccola fatta e finita dia continuità al suo gioco perchè il talento, atletico, fisico e come tiratore, c’è. Oubre avrà il difficile compito di non far rimpiangere Wiggins a Kansas: il ragazzo però ha un potenziale enorme, mancino, ha grande atletismo, braccia infinite che lo rendono anche un buon difensore e tanto tiro da tre. Deve affinarsi e costruirsi un gioco intermedio.

Infine le guardie. Per il migliore in nazione stiamo con Marcus Paige, playmaker mancino di North Carolina: un giocatore completo con tiro da fuori, ottimo ball handling e grande capacità di creare per sé e per gli altri (due volte oltre i 30 punti l’anno scorso). I Tar Heels di coach Roy Williams si affidano a lui per tornare grandi: dovrà essere bravo anche ad innescare i lunghi Johnson e Meeks, e anche l’atteso freshman Justin Jackson. A proposito di matricole, riflettori anche su Tyus Jones di Duke (già compagno al liceo di Okafor con cui ha grande intesa) e Tyler Ulis di Kentucky, che crescerà alle spalle dei gemelli Harrison. Interessante la coppia di Wichita State, composta da Fred Van Vleet e Ron Baker: dopo la grande stagione scorsa, gli Shockers ripartono senza Cleanthony Early ma Van Vleet è un leader vero, capace di creare per i compagni e per sé stesso mentre Baker è uno dei migliori difensori d’America sugli esterni, ha grandi fondamentali, comprensione del gioco e tiro da tre affidabile.

Ci si attende una riscossa da Kevin Pangos, playmaker canadese di Gonzaga. Partito David Stockton, coach Few gli darà la palla in mano con compiti più da regista che da realizzare. Tutti sperano di rivedere quel ball handling, quella facilità di passaggio e tiro da fuori che ad alcuni aveva fatto pensare al nuovo Steve Nash. Infine Caris LeVert e Delon Wright. A Michigan, partiti Stauskas e Robinson III, LeVert diventa il go-to-guy degli Wolverines: ‘Baby Durant’ (per il fisico asciutto e le braccia lunghissime) ha fatto vedere a sprazzi il suo talento, ora dovrà dare continuità, soprattutto al tiro da fuori. Wright non è molto conosciuto giocando con gli Utes di Utah ma è uno dei migliori esterni della nazione per produzione in tutte le categorie statistiche: il fratellino di Dorell Wright dei Blazers è uno dei candidati a giocatore dell’anno (sicuramente in Pac-12) e può essere un giocatore di rotazione in NBA.

5 COMMENTS

    • Okafor è un giocatore da prime 3-5 ma al momento per la 1 il favorito è Emmanuel Mudiay, playmaker “alla John Wall” che è passato dal liceo al professionismo in Cina. Poi, avendo già scelto Noel e Embbid, è improbabile che i Sixers al Draft cercheranno ancora un lungo.

      • Al dire la verita’e’Okafor il favorito alla 1 per ora.Comunque non ha senso fare questi discorsi ora,e’prestissimissimo.Direi solo di stare attenti alle possibili evoluzioni di Kelly Oubre e Porzingis

      • Mudiay sta facendo grosse cose in cina (sempre da prendere con le molle visto il ritmo elevatissimo con cui giocano e lo scarso livello fisico dei cinesi).
        Comunque i Sixers hanno già MCW, dici potrebbero fare una coppia di combo-guard come a Phoenix?

  1. ero ovviamente ironico 😀 , comunque non è detto perchè tenete conto che da tradizione la loro prima scelta sta ferma un anno, quindi possono anche prenderlo e poi far giocare noel sf embiid pf e okafor c…

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