Alessandro Gentile se ne va in America?

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Ventinove punti con 4/5 da tre punti 7 rimbalzi, 4 assist per trenta di valutazione, a soli ventidue anni. Le cifre espresse da Alessandro Gentile nella serata di venerdì al Forum nella vittoria contro il Laboral Kutxa Vitoria risultano sempre sorprendenti, specie se abbinate anche al titolo di MVP della settimana di Eurolega. La guardia classe 1992, ha rifinito i propri record in carriera per punti realizzati, confermandosi uno dei giovani più interessanti del palcoscenico europeo, nonostante le chance dell’Emporio Armani di accedere ai playoff di Eurolega siano ridotte al lumicino.

Forse anche per questo le strade che uniscono Gentile e la compagine di coach Banchi rischiano di prendere un sentiero diverso, che porta lontano, verso un nuovo continente. Precisamente a Houston, Texas, patria dei Rockets. Già lo scorso anno il figlio di Nando, dopo un Eurolega conclusa da protagonista ai quarti di finale contro i futuri campioni del Maccabi Tel Aviv con 11 punti e 3 assist di media, ha ricevuto la chiamata dei Minnesota Timberwolves al secondo giro del Draft 2014, con la chiamata numero 53, immediatamente girato ai Rockets per un milione e mezzo di dollari. La compagine di coach Kevin McHale ha preferito lasciare Alessandro a Milano, per farlo crescere ulteriormente in un contesto più familiare prima di buttarlo sul palcoscenico più importante del mondo (scegliendo di portare negli States il greco Papanikolaou). Il salto di categoria, se affrettato o condizionato da eccessivi entusiasmi, rischia di bruciare un talento assoluto ma ancora in cerca di dimensione e equilibrio.

La guardia di Medaloni, sta sì viaggiando al massimo in carriera per punti (14) e percentuale dal campo (47%) ma subisce battute d’arresto preoccupanti, come avvenuto contro Panathinaikos, Olympiakos e Nizhny Novgorod. Il talento non si discute, potendo vantare un repertorio offensivo difficile da trovare nelle guardie di Eurolega, ma la difesa troppo pigra e rinunciataria, e la testardaggine che lo spingono a escludere i compagni durante le partite, rischiano di condizionare le sue valutazioni. Così come alcuni dubbi portati dagli scout che l’hanno visto all’EuroCamp di Treviso sul suo tiro, ancora troppo piatto e con un movimento troppo poco fluido, che negli anni non è migliorato come ci si aspettava; o anche il fatto che gran parte del suo gioco sia fatto di strapotenza fisica (che in Europa può far valere, mentre in NBA appare difficile), con tante azioni di post basso affrontato a testa bassa. Certo è che Gentile resta il giocatore italiano più interessante e ammirato all’estero, complice anche un carattere che gli permette di esaltarsi negli incontri decisivi, come le finali scudetto vinte la scorsa stagione. Se analizziamo i migliori under 22 Europei, Gentile non ha nulla da invidiare ai vari Saric, Abrines, Hezonja e Bogdanovic, finendo per diventare al momento il candidato più autorevole al trofeo di Rising Star Euroleague.

Alessandro Gentile,   Olimpia Milano - © 2015 Simone Lucarelli
Alessandro Gentile, Olimpia Milano – © 2015 Simone Lucarelli
Se Gentile sia pronto per l’NBA è un interrogativo che ammette troppe risposte, perché il salto oltre oceano può eclissarlo o esaltarlo definitivamente. I suoi sostenitori sperano di rivivere la favola di Mirotic, ala ex Real Madrid volata a Chicago, autentica sorpresa della stagione, che ha appena fatto registrare il proprio career-high da 29 punti. Rispetto al montenegrino naturalizzato spagnolo, Alessandro cede qualche centimetro, ma la somiglianza è più di quando si possa credere, per repertorio e destini incrociati. Il compagno Daniel Hackett crede che la scelta sia già stata presa e Gentile vestirà la maglia rossa di Houston già dal prossimo anno. Le ragioni sarebbero numerose, certamente il fascino della lega più importante del mondo della palla a spicchi, e anche la difficoltà di Milano di affermarsi a livello internazionale, con la qualificazione al turno successivo che passa dalle proibitive sfide di Mosca e Tel Aviv. I dubbi riguardano, se mai, l’effettivo impiego che Houston possa offrire ad Alessandro, che si troverebbe chiuso da Harden, Terry, Brewer e anche dal vecchio rivale Papanikolaou (diciannove minuti e cinque punti per il greco ora fermo ai box), finendo, almeno all’inizio a frequentare spesso quella panchina, che in carriera non ha mai dovuto sopportare a lungo.

Il futuro di Gentile è l’NBA, resta da capire solamente se sarà prossimo o remoto.

2 COMMENTS

  1. Tipico giocatore enormemente sottovalutato perfetto per il contesto NBA e in più ha quella rabbia agonistica che nessuno dei 4 ha mai mostrato! …ci punto 1 dollaro!:)

  2. Premesso che a me piace un casino però,
    come si dice anche nell’articolo, molto del suo gioco è “fisico” ed in europa può andare bene ma in america c’è gente che del suo fisico si fa un baffo.
    E’ vero che anche gli allenamenti NBA sono volti molto spesso a rafforzare il fisico però non puoi certo farti venire i muscoli come Tyson per dominare fisicamente quindi, quello che voglio dire è che, rischia di passare da una realtà in cui è quasi dominante ad una in cui è nella curva medio bassa di rendimento e questo potrebbe risultare molto frustrante per uno con il carattere di Alessandro che non mi sembra uno tanto disposto ad aspettare in panca come ha fatto, ad esempio, Belinelli (che per altro a me non piaceva molto e invece si è dimostrato un grande se non altro per la forza di volonta che ha avuto)

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