Torneo 2015: Duke, Kentucky, Wisconsin e Michigan State al grande ballo

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Final Four - NCAA Tournament © 2015 twitter.com/ESPN Ncaa

Anche il secondo weekend di Torneo NCAA è in archivio e abbiamo le quattro partecipanti al ballo finale del Lucas Oil Stadium di Indianapolis (4-6 aprile). Quattro programmi d’élite del college basket con altrettanti allenatori ormai leggendari: si tratta di Duke, Michigan State, Kentucky e Wisconsin. Tre numero 1 dei rispettivi Regionals (non accadeva dal 2008) e gli Spartans (n.8) di coach Tom Izzo, l’unico nella storia del Torneo a centrare tre Final Four con una testa di serie inferiore alla 5. Dunque ci sono tutti gli ingredienti per avere altre tre partite super spettacolari che porteranno al taglio dell’ultima e più importante retina della stagione.

Non dimenticate di seguire la programmazione televisiva delle gare e tenete d’occhio la nostra pagina dedicata con i risultati e l’agenda del Torneo NCAA.

MICHIGAN STATE-DUKE

Michigan State contro Duke è il duello tra due grandissimi allenatori come Tom Izzo e Mike Krzyzewski. Se i Blue Devils erano attesi ad arrivare fino alla Final Four, lo stesso non si può dire per gli Spartans che però sono cresciuti nella fase finale della stagione (a marzo guarda caso…) e in un Regionals senza big ha trovato il modo di arrivare in fondo con un roster senza prime donne ma con tanti giocatori solidi e determinati, i classici underdogs. MSU, n.7 del seeding, ha eliminato Oklahoma e poi la Louisville di coach Pitino in overtime, un gruppo, quello dei Cardinals, con tre futuri giocatori NBA come Harrell, Rozier e Blackshear (28 punti): al Carrier Dome di Syracuse è stato decisivo un canestro a rimbalzo d’attacco di Brendan Dawson per regalare agli Spartans la nona Final Four, la prima dal 2010.

Michigan State sarà per forza di cosa ancora sfavorita contro Duke che ha vinto il Regional di Houston. I Blue Devils hanno rischiato quasi di più con Utah che con Gonzaga. Gli Zags di coach Few, alla caccia della prima Final Four in carriera, e dell’italiano Riccardo Fois nel suo staff, si sono sciolti nei minuti conclusivi dopo una battaglia comunque equilibrata e soprattutto dopo che il loro miglior giocatore, Kyle Wiltjer, ha fallito un comodo lay up per impattare a 53. Lì i Bulldogs, tenuti in vita da Pangos e da Domantas Sabonis (figlio del grande Arvydas) sono crollati e Duke, trascinata dalle triple di Matt Jones e dalla fisicità del prodotto locale Justise Winslow (meno in evidenza la futura prima scelta Jahlil Okafor e Tyus Jones), hanno blindato la vittoria. Winslow dicevamo: l’esterno mancino che si ispira a James Harden ma con muscoli e atletismo da Iguodala, ha dominato sul parquet del Reliant Stadium (16+5 dopo il 21+10 agli Utes) ed è stato la chiave per il successo.

Per Duke è la 16esima Final Four, la 12esima per coach K che eguaglia il record del grande John Wooden. Inoltre i Blue Devils sperano nella cabala visto che, nelle altre due occasioni in cui ha giocato la Final Four a Indianapolis, poi ha vinto il titolo. Schiacciante il bilancio a favore di Krzyzewski nei confronti di Izzo, 8-1. Duke e Michigan State si sono già affrontate in questa stagione, il 18 novembre sempre a Indianapolis ma alla Bankers Life Fieldhouse nel Champions Classic: i Blue Devils vinsero 81-71 con 19 punti di Cook.

WISCONSIN-KENTUCKY

Come lo scorso anno ad Arlington Wisconsin e Kentucky saranno di fronte per giocarsi un posto nella finalissima. Nel 2014 gli Wildcats vinsero grazie alla tripla, una delle tante decisive in quel Torneo, di Aaron Harrison, ma poi UK perse in finale con la Connecticut di Shabazz Napier. Il destino le ha rimesse di fronte e i Badgers vogliono la rivincita, a maggior ragione contro una banda, quella di Calipari, che ha vinto tutte e 38 le gare disputate in questa stagione e che è l’ovvia favorita per il titolo. Wisconsin ha vinto due grandi gare contro North Carolina e contro Arizona allo Staples Center di Los Angeles, sempre cambiando marcia nel secondo tempo: contro i Wildcats di Stanley Johnson e Brandon Ashley i protagonisti sono stati ovviamente Kaminsky, 29 punti, e Sam Dekker, career high a 27 (dopo il 23+10 ai Tar Heels). “Frank The Tank” è stato un rebus per tutta la gara ma i canestri decisivi li ha messi Dekker che ha infilato due delle sue cinque triple nei minuti conclusivi quando Arizona si rifaceva sotto. E’ la quarta Final Four per i Badgers, la seconda di fila con coach Bo Ryan.

Di fronte ora l’invincibile armata di Calipari, i Wildcats di Kentucky, imbattuti nelle 38 gare giocate. UK ha prima distrutto West Virginia (78-39) mentre ha sofferto e ha vinto solo in volata contro una gagliarda Notre Dame, i campioni del Torneo della ACC di coach Mike Brey. Decisivi per il successo 68-66 alla Quicken Loans Arena di Cleveland sotto gli occhi del Re LeBron James, i 25 punti (career high) della futura lottery pick Karl-Anthony Towns e i liberi nel finale di Andrew Harrison, dopo che l’ineffabile e gelido gemello Aaron aveva piazzato una paurosa bomba da 8 metri. Incredibile quanto fatto da Kentucky che, sotto 48-44 a 12 minuti dalla fine, ha chiuso la gara con un parziale di 24-18 e con 9 su 9 al tiro (9 punti per Towns). Jerian Grant ha avuto il tiro sulla sirena per vincere ma lo ha fallito. Per UK è la 17esima Final Four della storia (al pari di UCLA, solo North Carolina ne ha di più, 18) e cercherà di ripetere l’impresa riuscita l’ultima volta a Indiana nel 1979, vincere da imbattuta. I numeri dicono che, delle 13 squadre arrivate senza sconfitte alle Final Four, 7 hanno poi vinto il titolo. Coach Calipari va a caccia del secondo titolo dopo quello del 2012 a New Orleans con Anthony Davis.

2 COMMENTS

  1. Per quanto visto in questa stagione di NCAA, Towns meglio di Okafor.
    Togli il vantaggio fisico (ed al livello superiore avrà contro diversi giocatori grossi come lui) ad Okafor e va in sofferenza sia in attacco sia in difesa, Towns invece ha margini di sviluppo ma soprattutto ha l’atleticità per competere in NBA.
    Tifavo Gonzaga ma non avevano giocatori perimetrali capaci di contenere il fisico dei pari-ruolo di Duke, se aggiungono un top-recluting tra le guardie e tengono Sabonis (non così scontato) sono i favoriti per il prossimo anno.

    p.s correggete quel ke in “dopo ke il loro miglior giocatore, Kyle Wiltjer”.

    • Il mio entusiasmo per Okafor è scemato dopo poche partite che ho visto. Segna abbastanza spesso grazie ad un buon arsenale di movimenti in post. In tutto il resto invece è deficitario: poca attitudine difensiva, lento se non nullo con gli aiuti, assolutamente insufficiente nella difesa del ferro; tiro dalla media quasi assente; poco atletismo, leggermente più basso dei pari ruolo; ora fornisce un apporto importante perché attira spesso il raddoppio, in NBA non accadrà più. Da verificare la sua capacità di interpretare il pick & roll al piano di sopra. A livello NCAA, come stile di gioco, mi ricorda molto un altro giocatore…Sullinger.

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