L’Eurolega respinge l’Emporio Armani Milano: è un fallimento

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Olimpia Milano - © 2015 Simone Lucarelli
Olimpia Milano – © 2015 Simone Lucarelli

Un fallimento. L’avventura europea dell’EA7 Emporio Armani Milano stagione 2014-2015 si conclude con un’uscita alle Top 16, prematura rispetto al cammino della passata stagione, che lascia dietro di se numerose lacrime e ancor più dubbi riguardo il futuro. La formazione di coach Banchi termina con un record di quattro vittorie e dieci sconfitte che la estromettono dall’èlite di Eurolega. I milanesi falliscono il processo di internazionalizzazione, mantenendo una dimensione di top club solo dentro i confini nazionali. La sconfitta contro l’Efes Istanbul, che ha sancito l’eliminazione, risulta la fotocopia della stagione dei biancorossi, spesso competitivi ma mai capaci di fare l’ultimo salto di qualità e concretizzare il talento di un roster importante e allestito con un budget comunque di buon livello.

Difficile tracciare un bilancio di quanto la sfortuna abbia inciso nel percorso dei milesi. Sorteggiata a luglio nel girone C della morte in compagnia di Barcellona, Fenerbahce, Panathinaikos e Bayern Monaco, la formazione di coach Banchi ha esordito con una doppia sconfitta contro turchi e spagnoli, trascinati dalle rispettive stelle Goudelock e Abrines. Le vittorie contro Bayern e Turow Zgorzelec si sono rivelati flebili segnali positivi, spazzati via delle sconfitte rimediate contro Pana, Fenerbahce e Barcellona. Nel momento più difficile della stagione, l’EA7 ha timbrato tre vittorie consecutive, tra cui spicca il buzzer beater di Daniel Hackett contro il Bayern, che ha portato l’Olimpia alle Top 16 con l’ultimo posto disponibile. L’avventura nella seconda fase si è snodata attraverso una strada troppo impegnativa per un team che fatica a trovare una quadratura e un’identità paragonabile ai top team europei.

MarShon Brooks,   Olimpia Milano - © 2015 Simone Lucarelli
MarShon Brooks, Olimpia Milano – © 2015 Simone Lucarelli
Se gli stop contro il Cska Mosca o Fenerbahce erano preventivati, gli incidenti contro Ninzhy Novgorod in casa e Laboral Vitoria in Spagna sono costati il passaggio ai playoff di Eurolega, rendendo la stagione delle scarpette rosse profondamente negativa. Troppe incognite hanno caratterizzato l’Eurolega di Milano, ma resta il rammarico e la delusione di una squadra che non riesce a sfondare il confine nazionale. Rispetto alla scorsa stagione, con un’Olimpia eliminata ai playoff dai futuri campioni del Maccabi Tel Aviv alla vigilia delle Final Four casalinghe, si tratta di un significativo passo indietro.

Una Emporio Armani che non si è mai dimostrata una squadra solida, equilibrata, faticando fin dalle prime partite contro team più organizzati e completi. I rimpianti assumono le sfumature del fallimento pensando a un Panathinaikos o un Efes assolutamente alla portata dei milanesi, se non inferiori alla vigilia. Difficile additare un colpevole, perchè il romanzo biancorosso è una storia che nasconde numerose falle e lacune. La mancanza di una panchina affidabile potrebbe essere costata molto a coach Banchi, specialmente nel reparto lunghi, con le rotazioni ferme al solo Samardo Samuels. Con Gigli e James adoperati con il contagocce, Samuels (13 punti e 6 rimbalzi di media) si è ritrovato a duellare contro team che annoverano 2-3 big man, costringendo Milano a soffrire nella seconda parte dei match dentro il pitturato.

I rincalzi estivi hanno tradito le aspettative societarie, con Joe Ragland (7, 6 pt e 3 assist) mai decisivo e un Linas Kleiza (7, 3 pt con il 56% dal campo), superstar con un passato glorioso, che si è rivelato più un colpo ad effetto per tifosi e stampa mentre in campo non ha mai assimilato il gioco delle scarpette rosse (come già aveva fatto con la maglia del Fenerbahce). Anche i più positivi, Marshon Brooks (12, 8 pt con il 58% dal campo) e Alessandro Gentile (15 pt, 3 rimbalzi e 2 assist) si sono rivelati discontinui, pagando dazio contro le powerhouse europee.

Cosa farà Milano nella prossima stagione di Eurolega resta un enigma, c’è un campionato da vincere per salvare la stagione (e la panchina) e poi Re Giorgio Armani scioglierà le riserve sull’intenzione di investire nuovi soldi. Ma se Alessandro Gentile decidesse di volare in America direzione Houston, la strada di Milano verso l’Europa subirebbe un ulteriore stop, perché il capitano è uno dei pochi punti imprescindibili della creatura di coach Banchi. Solo il tempo potrà dare risposte concrete all’Olimpia targata Eurolega.