OKC tra fallimenti e un futuro tutto da scrivere

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Il 18 Febbraio hanno ufficialmente avuto inizio i playoff NBA 2015 e, per la prima volta da 5 anni a questa parte, gli Oklahoma City Thunder li potranno guardare solo dal teleschermo. Seppure si siano dovuti confrontare con una Conference dannatamente competitiva, una franchigia dove militano nello stesso tempo Kevin Durant, Russell Westbrook e Serge Ibaka non può assolutamente mancare l’appuntamento con la post-season. Proviamo a individuare le cause che hanno provocato il fallimento dei Thunder.

INFORTUNI

Sembra scontato dirlo ma un team che, causa infortuni, riesca a schierare raramente il suo quintetto titolare in una stagione estenuante da 82 match è destinato a fare fatica. Il solo Durant ha saltato 55 partite in una stagione infernale in cui ha subito una frattura al piede destro, una caviglia slogata e strappi muscolari vari; Westbrook ha saltato 15 partite per la frattura alla mano e Ibaka è stato assente negli ultimi 18 decisivi match che hanno condannato OKC; senza contare i diversi acciacchi che hanno colpito Nick Collison e Steven Adams. Insomma l’infermeria dei Thunder è stata costantemente sovraffollata, e nonostante tutto la franchigia dei Tuoni ha ottenuto 45 vittorie nella “royal rumble” definita Western Conference.

DIFESA

Sarebbe troppo facile imputare tutte le colpe del tracollo alla dea bendata ma purtroppo in casa Thunder bisogna fare i conti con una triste realtà: Serge Ibaka è l’unico nel roster che mantiene a galla la baracca nella metà campo difensiva e non è assolutamente un caso che, una volta infortunatosi il lungo spagnolo, la franchigia è colata a picco. Una media impietosa di 101.8 punti subiti a partita che si è impennata clamorosamente nel tragico mese di aprile con 110.6 punti a partita! Nelle due sconfitte decisive contro i New Orleans Pelicans hanno subito 112 e 116 punti.

MERCATO

Durante la stagione sono arrivati: la guardia Dion Waiters per dare fiato a Westbrook, il tiratore Kyle Singler per rinforzare il roster di tiratori dall’arco e il centro Enes Kanter per aumentare la disponibilità di lunghi. Ma i nuovi arrivati non hanno saputo dare la scossa desiderata dalla franchigia: Waiters ha confermato la sua assoluta indisposizione per la circolazione di palla, Singler è stato un innesto senza infamia e senza lode, Kanter si è mostrato un ottimo stats-man ma congiuntamente un pessimo difensore. Se il GM Sam Presti fosse riuscito a concludere la trattativa con Brook Lopez, si sarebbe suonata tutta un’altra musica e probabilmente non staremmo parlando di fallimento. Bene il mercato in uscita, con un salary cap alleggerito dagli addii di Reggie Jackson e Kendrick Perkins.

I Thunder avranno a disposizione 6 lunghi mesi per riflettere, rimaneggiare e riorganizzarsi; ma quale futuro attende i Thunder? Innanzitutto è necessario rimarcare i pochi, ma comunque presenti, fattori positivi: la straordinaria stagione di Russell Westbrook che ha chiuso la regular season con 11 triple doppie e il titolo di miglior marcatore; poi le ottime prestazioni di squadra nella metà-campo offensiva che hanno consegnato a OKC il 7 posto assoluto nella percentuale di tiro (75.5%), e il quarto assoluto nella media punti fatti a gara (104). Da questi punti fondamentali dovrà ripartire il coach per impostare la prossima stagione. Ma quale coach? Sam Presti ha fatto presto a trovare il capro espiatorio: Scott Brooks, scaricato ormai da alcuni giocatori (vedi Durant), è stato licenziato su due piedi e in casa OKC è necessario trovare tempestivamente un degno sostituto.

Quali le alternative? L’esperto NBA Adrian Wojinarosky si è soffermato precisamente su tre figure: Billy Donovan, coach di University of Florida che gode della stima e dell’amicizia di Sam Presti e sogna da tempo un approdo in NBA; Kevin Ollie, coach campione NCAA nel 2014 con UConn e ex giocatore di OKC, il quale ha però tempestivamente dichiarato la sua volontà di mantenere fede al suo lauto contratto quinquennale con gli Huskies; infine Alvin Gentry, secondo di Steve Kerr a Golden State, ed ex coach dei Phoenix Suns.

Per di più i Thunder avranno pochissimo spazio salariale da investire nel mercato Free Agent 2015. Gli addii certi di Perry Jones, Telfair unito a quello probabile di Singler frutterebbero un risparmio di pochi milioni di dollari che renderebbe arduo l’obiettivo di migliorare una rosa forte ma incompleta; a meno che non si decida di rinunciare pure a Enes Kanter (restricted free-agent) risparmiando così 7 milioni ulteriori.

E in tutto ciò cosa farà Kevin Durant? Gli anni cominciano a passare inesorabili e la corsa spasmodica a un anello che tarda ad arrivare comincia ad ossessionare il natìo di Washington. Per ora si dice convinto di voler diventare una leggenda dei Thunder, ma sarà Unrestricted Free-Agent nell’estate 2016 e all’orizzonte, lontano lontano, comincia a intravedersi un possibile clamoroso addio, e di conseguenza un salary cap praticamente dimezzato che aprirebbe nuovi, imprevedibili scenari nel futuro della franchigia dell’Oklahoma.