Gli Indiana Pacers ripartono da zero, anzi dal 13 di Paul George

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Dopo una regular season molto complicata chiusa con 38 vittorie e 44 sconfitte gli Indiana Pacers guardano avanti, al Draft, all’estate della free agency e poi al prossimo training camp. Se si guardano indietro i ragazzi di coach Vogel e del presidente Larry Bird avranno certamente un po’ di rammarico perchè hanno sfiorato l’accesso ai playoffs (sfumati con la sconfitta nell’ultima notte di regular season a Memphis) ma questo non avrebbe cambiato quasi nulla in un’annata troppo segnata dagli infortuni. Ovvio che non può essere una scusante ma se i gialloblù sono stati in corsa fino al termine è solo un merito a Vogel e i suoi. La prossima stagione tornerà il nucleo storico con Paul George in primis, attorniato da George Hill, David West e Roy Hibbert.

Facendo un passo indietro, l’estate 2014 è stata drammatica – sportivamente – per gli Indiana Pacers perchè, dopo una stagione comunque importante chiusa con l’arrivo fino alla finale della Eastern Conference, è successo letteralmente di tutto. Lance Stephenson, reduce da un’annata da simil All Star, ha preferito cambiare aria e accettare i soldi degli Hornets (un fallimento) mentre la stella della squadra, Paul George, si è fatto male gravemente a Las Vegas con Team USA, un infortunio che lo ha tolto di mezzo in vista della prima stagione del suo contrattone. A parte loro (e non è poco), coach Vogel ha dovuto fare i conti con le tante gare saltate da David West (16), CJ Watson (25) e George Hill (39), e i nuovi come CJ Miles e Rodney Stuckey, pur con un impatto sicuramente da rimarcare, hanno avuto bisogno di tempo per calarsi in una realtà nuova, nella quale sono passati in breve tempo da uomini di rotazione a trascinatori.

Alla pausa per l’All Star Game Indiana era 21 vinte-33 perse, con anche strisce da 6, 7 e 8 sconfitte. Dopo il weekend delle stelle a New York, complice il ritorno dei vari Watson e soprattutto George Hill, i Pacers hanno cambiato marcia (17-11): 9 vittorie in 10 gare poi, dopo un nuovo calo (9 sconfitte in 11 gare), hanno chiuso la stagione con 6 vittorie di fila, prima di cedere a Memphis e perdere i playoffs. Al termine della regular season è stato importante, più per il morale e la carica che per altro, il rientro di Paul George (6 gare a quasi 9 punti di media). Il faro è stato comunque George Hill (16 punti, 5 assist e 21.5 di PER – Player Efficency Rating) ma tanti hanno contribuito visto che Hibbert, West, Watson, Miles e Stuckey hanno chiuso in doppia cifra di media.

Proprio Miles e Stuckey hanno avuto un grande impatto. Il mancino texano, ex di Jazz e Cavs, ha giocato la miglior stagione in carriera (13.5 punti di media col 35% da tre) mentre la guardia ex Pistons si è adattato bene al suo ruolo di sesto uomo (26.4 minuti di media, il minimo dall’anno da rookie) e ha migliorato l’aspetto del suo gioco più carente ovvero il tiro da tre, visto che ha segnato col 39% su due tentativi di media, nettamente il massimo in carriera (mai sopra il 31%). In generale i numeri della squadra di Vogel confermano la natura difensiva del sistema: ottavi in Defensive Rating (10.9 punti concessi su 100 possessi), sesti nella percentuale dei rimbalzi presi tra quelli disponibili, mentre sono 24esimi in Offensive Rating (100.8 punti su 100 possessi) e 19esimi per PACE (95.5 possessi sui 48′).

Il futuro non appare così grigio, a maggior ragione in una Eastern Conference tutto sommato aperta e non molto competitiva. I free agent sono Luis Scola, CJ Watson, Lavoy Allen, Chris Copeland e Rodney Stuckey. L’ex Pistons potrebbe restare ma vorrà cifre più alte rispetto ai 915mila dollari presi quest’anno mentre Copeland ha terminato la sua pessima esperienza con la rissa e l’accoltellamento a New York. Si riparte da George, da George Hill, da Miles e dai big men Hibbert e West, che dovrebbero esercitare la player option e restare. Bird avrà circa 13 milioni da spendere sul mercato e le priorità sembrerebbero una guardia con tiro da fuori da quintetto, un “4” per cambiare West e che possa allargare il campo e un play di riserva in caso di addio a Watson.

Indiana avrà inoltre una scelta alta al Draft 2015, intorno alla 10, e ci sono giocatori molto interessanti: tra gli esterni la guardia di Kentucky Devin Booker o il playmaker da Notre Dame Jerian Grant, solo per fare qualche nome. Si annuncia un’estate comunque importante per il futuro prossimo dei Pacers, di lavoro per Paul George, la stella della squadra, e di valutazioni per la dirigenza che deve scegliere i tasselli giusti per poter tornare a lottare per i vertici della Eastern Conference.

1 COMMENT

  1. Innanzi tutto bisogna vedere come completerà il recupero PG: se tornerà quello dello scorso anno, non necessiterà molto ai Pacers per tornare a fare i PO. Discorso diverso è tornare ai vertici della Conference: si è visto che quest’anno il livello delle prime 3-4 non era poi così malaccio (evitiamo confronti con il west). Vediamo un po’ cosa riusciranno a fare Bird e Voegel (che resta comunque un gran coach)

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