I Pelicans provano a cambiare faccia

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Il licenziamento di coach Monty Williams, capace di riportare i New Orleans Pelicans ai playoff nella Western Conference dopo molti anni, aveva destato più di qualche mugugno tra gli addetti ai lavori. Sia perché il coach è uno di quelli tra i migliori nel gruppo degli emergenti, ma anche perché il risultato sportivo di quest’anno era stato soddisfacente per la franchigia, falcidiata per gran parte della regular season di infortuni ai suoi uomini chiave.
L’idea della dirigenza, però, era quella di cercare di cambiare faccia al modo di giocare della squadra, e per questo la scelta del sostituto di Williams, dopo aver sondato il terreno con Skiles (andato ai Magic), Van Gundy (che è felice di fare il commentatore) e Thibodeau (probabile anno sabbatico), è caduta su Alvin Gentry, attuale assistant coach di Kerr ai Warriors.

Il General Manager Dell Demps ha accolto in modo entusiasta Gentry:

“Abbiamo stilato una serie di caratteristiche che doveva avere il nostro nuovo coach, e dopo un po’ di ricerca abbiamo capito che Alvin è la persona giusta per guidare la nostra squadra, un coach rispettato che ci porta molti anni di esperienza, oltre a conoscenza, creatività e leadership. Io e Alvin inoltre abbiamo una visione comune e non vediamo l’ora di lavorare insieme per vincere.”

Anche Gentry si è detto molto felice di tornare a fare il capo-allenatore dopo le esperienze da assistente con Rivers ai Clippers e con Kerr ai Warriors:

“Sono davvero onorato dell’opportunità che mi hanno concesso i Pelicans e sono ansioso di iniziare. La mia esperienza comincerà appena finita la Finale NBA, per ora tutta la mia concentrazione è su quell’obiettivo.”

Come detto Gentry porta grande esperienza (705 partite da head coach e una Finale di Conference raggiunta a capo dei Phoenix Suns nel 2010) ma soprattutto una nuova visione della pallacanestro: i suoi Suns ripercorrevano il gioco installato da D’Antoni, il run&gun con Nash a fare da padrone, e i Warriors hanno preso moltissimo da quel concetto di gioco, sfruttando meno pick&roll ma giocando un continuo penetra-e-scarica per far muovere la difesa e trovare i tiratori liberi negli angoli o arrivare al ferro con facilità. Proprio questo la dirigenza dei Pelicans chiederà di fare a Gentry, implementare un sistema che faccia correre la palla (quest’anno quart’ultimi per pace nella Lega con 93.7) per sfruttare al 100% le infinite potenzialità di Anthony Davis, esploso quest’anno nonostante uno stile di gioco che sembrava tarparne in molte occasioni le ali.

I giocatori a roster per provarci obiettivamente ci sono, anche se qualche movimento sul mercato Demps dovrà farlo: Eric Gordon, Jrue Holiday e Tyreke Evans sono tre giocatori con caratteristiche non troppo diverse che potrebbero fare un po’ scopa tra loro nel nuovo sistema (oltre che essere infortunati per gran parte delle ultime stagioni). Se Gordon potrebbe starci come tiratore e difensore, Holiday dovrebbe iniziare a cambiare un po’ la sua visione di gioco aumentando il ritmo (anche se ai Sixers qualcosa aveva fatto intravedere), ma è soprattutto Evans, per le sue caratteristiche, quello che sembra un po’ fuori cast e quindi il più papabile ad essere scambiato (i 20 mln in 2 anni di contratto però peseranno parecchio).
Asik è in scadenza e andrà fatta una scelta se cercare di trattenerlo, a cifre sicuramente inferiori a quelle attuali, per avere un rim-protector e un difensore che possa guardare le spalle a tutti (un po’ come fa Bogut ai Warriors). Anderson, Cole e Pondexter vanno a completare un roster comunque di livello, e sembrano avere caratteristiche perfette per Gentry: tiratori a cui piace giocare veloci e nel caso di Cole e Pondexter anche tosti in difesa.

Qualche altro innesto dal mercato dei free agent andrà fatto, sia vicino sia lontano al canestro perché questo modo di giocare è dispendioso e ha bisogno di tanti giocatori in grado di essere decisivi e punire le difese. Ma quello che dovrà essere fatto soprattutto è far esplodere definitivamente Anthony Davis che già quest’anno è stato in corsa per il premio di MVP della stagione (e nel primo turno di playoff contro Golden State, al debutto, ha fatto vedere cose inumane): il suo range di tiro si sta allargando sempre di più, è sempre più un esterno che un lungo anche se con le braccia che si ritrova può tirare facilmente anche vicino al ferro. La sua coordinazione per un essere umano di quella stazza è assolutamente fuori dal normale e Gentry dovrà essere bravo a creare un attacco che lo coinvolga in movimento (in transizione è semplicemente imprendibile per i pari ruolo).

Se ci riuscirà, Davis potrebbe ripercorre le orme di Steph Curry quest’anno ed i Pelicans quelle dei Warriors. Difficile, ma alla fine sognare non costa nulla.