La rinascita di Nocioni nel Real Madrid campione d’Europa

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E’ al canto del cigno… è vecchio.. è lento. Il passaggio di Andreas Nocioni dal Saski Baskonia al Real Madrid, consumato quest’estate, è stato salutato con irriverenti commenti in Spagna e in tutta l’Europa cestistica. Neanche otto mesi dopo Andreas Nocioni da Santa Fe, porta il Real Madrid sul tetto d’Europa. Una vittoria probabile alla vigilia quella dei blancos, forti di un roster profondo e equilibrato, ma difficile da immaginare che l’uomo simbolo di Madrid 2015 sia il trentaseienne argentino. Reyes, Fernandez, LLull e Rodriguez sono stati oscurati dall’energia e dalla grinta dell’ala che in carriera ha indossato la maglia di Bulls, Kings e 76ers.

Dodici punti in semifinale e altrettanti in finale, conditi da sette rimbalzi gli hanno fruttato il titolo di MVP delle Final Four di Eurolega. Ne ha fatta di strada Andreas Nocioni prima di vincere il titolo più ambito dell’Europa cestistica. Partito dalla lontana Argentina, Adreas, è l’ultima cartuccia sparata da una selezione albiceleste che annoverava il talento di Ginobili, Scola, Delfino e tutti gli eroi saliti sul gradino più alto del podio ad Atene nel 2004. Approdato in NBA senza passare dal Draft, Nocioni si è stabilito a Chicago, contraddistintosi per un gioco virile e grintoso. Anche troppo a volte, come raccontano i falli contro Wade in un Bulls-Heat o la rissa consumatosi contro Haslem. Alla prima esperienza nei playoff firma 22 punti, il massimo punteggio per un rookie, e nell’annata migliore in maglia Bulls, viaggiò a 13 punti e 7 rimbalzi, cifre che furono ritoccate ai playoff. Ala piccola di notevole talento, Nocioni, nella sua carriera ha sempre mostrato un notevole agonismo sul parquet, specialmente lottando sotto le plance. Supportato da un fisico importante e un’agilità fuori dal comune, l’argentino si è dimostrato un fattore in chiave difensiva, portando a Madrid quel valore aggiunto che era costato due Eurolega a Milano e Londra.

L’argentino ha disputato una stagione straordinaria, adattandosi al ruolo designato da coach Laso, che lo ha alternato facendolo partire dalla panchina e poi da titolare. Nonostante l’esplosione di Felipe Reyes e la costanza di Ayon, l’argentino si è ritagliato uno spazio importante all’interno delle rotazioni di Laso, culminato con le Final Four condotte da protagoniste. Diciotto di valutazione e la grande difesa sugli esterni greci sono le cifre espresse durante la finalissima che sono valse a Nocioni il titolo di Mvp. L’Eurolega era l’ultimo trofeo che mancava nella bacheca dell’argentino che ora può vantare un palmarès da grande protagonista. E forse gli basta così, dopo che nell’intervista post finale ha dichiarato che potrebbe meditare il ritiro. Una sparata dettata dall’euforia o l’ultimo capitolo di una carriera imprevedibile?

1 COMMENT

  1. Nettamente uno dei miei giocatori preferiti per il cuore che mette in campo in ogni partita, e per la sua grande abilità nel fare tutto, sia in attacco che in difesa.
    La Final Four il Real Madrid l’ha vinta perché era nettamente più forte delle altre squadre, ma secondo me anche perché il leader a livello mentale è diventato Nocioni.

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