Mussini in esclusiva su Basketcaffe: “College esperienza di vita. A St. John’s per Mullin”

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Federico Mussini al Nike Hoop Summit - © 2015 Ken Waz/USA Basketball
Federico Mussini al Nike Hoop Summit – © 2015 Ken Waz/USA Basketball

Dopo mesi e mesi di pensieri, valutazioni e consigli, Federico Mussini ha fatto la sua scelta: lascia l’Italia e la Grissin Bon Reggio Emilia, con cui ha vissuto una stagione incredibile culminata con la finale Scudetto, purtroppo persa sull’ultimo tiro di gara 7 contro la Dinamo Sassari, e vola negli Stati Uniti dove farà il college nella celebre St. John’s University e giocherà per Chris Mullin, un’autentica leggenda. Con Federico, che studia per emulare il suo idolo Stephen Curry, noi di Basketcaffe.com abbiamo fatto una chiacchierata in esclusiva a tutto tondo sulla stagione appena conclusa, sulla scelta del college e sulle sue aspettative per la nuova avventura che sta per intraprendere.

Innanzitutto come stai, come procede il recupero dall’infortunio alla caviglia.

“Sto molto meglio, sto recuperando molto in fretta, sto facendo terapie e riabilitazione. Purtroppo però questo infortunio mi ha impedito di andare con la nazionale a giocare i Mondiale Under 19 e non ci sarò nemmeno a Lignano per gli Europei Under 20“.

Com’è il morale dopo la finale scudetto persa in quel modo alla settima partita.

“Mi è spiaciuto tantissimo non essere riuscito a giocare una finale Scudetto, cosa che non capita così spesso. Al termine di gara 7 c’era grande dispiacere, in spogliatoio ci siamo comunque ringraziati per la grande stagione che abbiamo fatto, c’era molta emozione. E’ stato davvero brutto arrivare fino a lì e poi perdere in quel modo. Sicuramente siamo stati bravissimi ad arrivare fino in fondo nonostante tutti gli infortuni. A inizio stagione nessuno avrebbe scommesso su di noi”.

Alla fine la grande decisione è arrivata con la scelta del college. Innanzitutto perchè hai preferito la Ncaa a un contratto da professionista con Reggio.

“Io speravo di chiudere con una vittoria ma avevo comunque già deciso di andare al college, è una possibilità che passa una sola volta e quindi ero deciso a provare questa esperienza”.

Ha influito l’amicizia e la presenza di Amedeo Della Valle nella tua scelta?

“Si si certo, gli ho fatto un sacco di domande sulla sua esperienza. Mi ha detto che, nonostante abbia giocato poco, è un’esperienza che rifarebbe sempre e me l’ha consigliata tantissimo perchè è ti forma a livello personale e non solo come giocatore”.

Quale è il tuo obiettivo al college, resterai tutti e quattro gli anni?

“Vedrò anno per anno e deciderò di volta in volta se proseguire”.

Perchè St. John’S? Un programma che negli ultimi anni ha fatto un po’ di fatica ad emergere piuttosto che Gonzaga, dove c’è un ragazzo italiano nel coaching staff e ha buona tradizione coi playmaker (oltretutto andato via Pangos), o Davidson, il college del tuoi idolo Curry.

“Mi ha convinto il progetto molto buono che mi ha presentato St. John’s. Avere una leggenda come Chris Mullin come coach mi ispira grande fiducia. Penso che con lui potrò migliorare tantissimo e credo che lì avrò la possiblità di giocare fin da subito. Prima che scegliessero Mullin la situazione era poco chiara, poi però quando lo hanno nominato allenatore ho deciso per loro, proprio per la fiducia che mi ispira lui”.

“All’inizio le avevo considerate tutte, poi però quelle che mi hanno davvero espresso di più il desiderio di avermi sono state Gonzaga e St. John’s. Alla fine ho deciso per i Red Storm proprio per Chris Mullin. Non so se è stata la scelta giusta, la cosa importante è che credo sia la migliore per me e vada là con la convinzione di lavorare duro e fare il massimo per migliorare”.

Quali fattori hanno influito?

“Sì, c’è un assistente allenatore italiano – Luca Virgilio – e un ragazzo che conosco che giocava nella Stella Azzurra RomaAmar Alibegovic (figlio di Teoman, ndr) -, li conoscevo già, ho parlato molto con loro, mi hanno raccontato e mi hanno convinto a scegliere St. John’s. Certo che anche la città di New York attira, non c’è che dire”.

Quando partirai per gli Usa? Hai già deciso cosa studierai?

“Studierò management sportivo e partirò a fine agosto, la data precisa non la so ma in quel periodo. Sicuramente credo che sarà una grande esperienza di vita su tutti i punti di vista, non sarà facile lasciare la famiglia e gli amici per così tanto tempo ma per inseguire in sogno serve anche questo”.

Eventualmente c’è la possibilità di tornare a Reggio Emilia?

“Dipenderà dal momento in cui tornerò e se tornerò. Nel caso tornassi in Italia, sicuramente mi piacerebbe giocare ancora a Reggio. Mi sono sempre trovato bene. La mia scelta di andare in NCAA non è ovviamente legata al mio rapporto con la Grissin Bon anzi, ma per migliorare il mio gioco”.

Quali sono gli aspetti su cui dovrai lavorare di più?

“L’aspetto fisico in particolare ma poi in generale tutto il mio gioco. Con un allenatore come Chris Mullin sono convinto che crescerò davvero tanto sotto tutti i punti di vista”.

La vicinanza a Stephen Curry: sensazioni?

“E’ bellissimo, lui è il mio giocatore preferito in assoluto. L’ho guardato e studiato tantissimo, farei di tutto per diventare il più possibile come lui e la scelta del college va proprio in questa direzione. Non mi sto paragonando a lui ci mancherebbe ma voglio crescere e provare ad emularlo visto che Steph, con un fisico normale, è stato Mvp dell’NBA e ha dominato. Questo deve essere la mia guida”.

Torniamo indietro al Nike Hoop Summit. Che esperienza è stata per te (9 punti e 3 assist in 23 minuti)? Quali sono i giocatori che più ti hanno impressionato? Che orgoglio è stato anche il fatto che la partita è stata trasmessa in Italia?

“Esperienza bellissima, ho giocato davanti a tanti scout NBA. Incredibile la possibilità di mettersi in mostra a persone così importanti, ti dà una carica incredibile e poi non dimenticherò mai questa partita con e contro ragazzi che di sicuro giocheranno in NBA in futuro. Chi mi ha impressionato? Di sicuro Ben Simmons, sa fare tutto e non a caso è considerato il numero 1 tra i prossimi freshman, poi Thon Maker, Jamal Murray, Skal Labissiere, penso siano loro i migliori”.