All’Eurobasket 2015 brilla soprattutto l’Euroleague

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Come accaduto per il Mondiale spagnolo, le competizioni FIBA sorridono ai team infarciti di giocatori Euroleague, a volte più decisivi dei colleghi che giocano nella NBA. Tralasciando una Francia versione americana, le quattro semifinaliste presentavano una massiccia colonia europea, come dimostra un’insolita Spagna a trazione comunitaria. Scelte precise degli allenatori o forfait improvvisi sono interrogativi che rivelano un Eurobasket in cui lo show e la schiacciate NBA hanno lasciato spazio alla tattica e il pragmatismo tipico dell’Eurolega.
I risultati delle nazionali hanno influito nell’allestimento del miglior quintetto di Eurobasket 2015, estromettendo Turchia, Croazia, Slovenia e Russia dalla lista.
In cabina di regia troviamo Milos Teodosic, point guard della nazione di coach Djordjevic. Talento indiscutibile, un’ottima a visione di gioco e la giusta dose di spettacolarità hanno reso il serbo una delle attrazioni di Eurobasket 2015. Il cammino della sua nazione si è anzitempo concluso contro la Lituania, ma Milos si è rivelato la gemma più luminosa. Sempre presente nei quintetti ideali di mondiali ed europei Teodosic ora rischia di passare alla storia come l’eterno incompiuto, lo sconfitto che ha conquisto solo delusioni.

Il miglior playmaker a Lille è stato sicuramente quel Sergio “El Chacho” Rodriguez che sale ancora sul tetto d’Europa dopo la vittoria dell’Eurolega di maggio. Il playmaker del Real Madrid, dopo un esordio difficile contro Serbia e Italia, è salito di condizione contribuendo alla vittoria della Roja. Strepitoso nell’innescare i principali terminali offensivi di Scariolo, Rodriguez ha formato con Gasol una coppia micidiale, certificando il ruolo di fuoriclasse che in Europa gli era fruttato il titolo di Mvp della stagione regolare e della Final Four nel 2014. Per El Chacho un anno straordinario che lo ha visto trionfare in Europa dopo aver alzato Eurolega, Lega Acb e Coppa Spagnola con la casacca del Real… stessi trofei alzati da Jonas Mačiulis. Il lituano ha trascinato la propria nazionale sino all’atto conclusivo, accarezzando un sogno difficile da prevedere alla vigilia. L’ala ex Milano, a Madrid ha ritrovato talento e condizioni, riscoprendosi una delle ali più micidiali del vecchio continente. Mačiulis è emerso come simbolo di una Lituania che ha fatto del collettivo e dell’equilibrio la propria forza, sfruttando un organico profondo. I Trentaquattro punti siglati nel combattuto match contro la Georgia sono il simbolo del suo Europeo, a cui vanno aggiunte le ottime prove fornite contro la Serbia e Italia.

Se Mačiulis ha faticato nella parentesi milanese, Alessandro Gentile è il presente della formazione meneghina. In attesa d sciogliere i dubbi della nuova squadra in mano a coach Repesa, Gentile si è ritagliato un ruolo da protagonista in questi europei, confermando di essere uno dei giocatori più talentuosi dell’Eurolega. Il figlio di Nando ha dimostrato il proprio talento sia in penetrazione in traffico sia con il tiro dall’arco. Insieme ai tre moschettieri NBA Gentile ha trascinato l’Italia sino al Preolimpico, chiudendo come quinto marcatore della rassegna con 16 punti. Ora a ventitré anni compiuti e con un biglietto aereo per l’America già in valigia per una delle prossime estati, Alessandro si appresta a vivere un Eurolega da protagonista.

Il ruolo di centro appartiene a Jan Vesely, lungo della nazionale Ceca. Il pivot del Fenerbahce ha disputato un Europeo straordinario, chiudendo con 19.3 punti che lo rendono il terzo marcatore dell’Eurobasket. I match disputati contro Croazia e Serbia rivelano un giocatore che dopo le fatiche accusate nell’esperienza oltre oceano ha ritrovato solidità e fiducia. Dopo una stagione da protagonista disputata al Fenerbahce, con cui ha raggiunto le F4, Vesely è attesto alla consacrazione, e nell’attesa di ritornare (forse) in America per una seconda chance, punta a portare il titolo europeo che manca da tantissimo tempo a Istanbul. 

Sciolti i dubbi riguardanti i titolari del quintetto Euroleague, trovare i nomi che si accomodano in panchina è relativamente semplice. Per il ruolo di point guard di riserva optiamo per un mix di talento, esperienza e gioventù. Nando De Colo ha provato a portare la Francia sino alla finalissima, ultimo ad arrendersi nella semifinale contro la Spagna. Il play del Cska Mosca ha disputato un ottimo Europeo facendosi preferire anche al più famoso collega Tony Parker.
Al suo fianco si accomoda Tomas Satoransky, playmaker del Barcellona e della nazionale Ceca. Il giovane, classe 1991, ha guidato la nazionale di coach Ginzburg sino ai quarti, impressionando per la maturità e per la gestione della squadra. Xavi Pasqual si starà fregando le mani, sapendo di avere trovato il suo nuovo play titolare dopo la partenza di Huertas.

Anche Nemanja Bjelica merita un posto nei top-12 dell’Eurobasket. Nonostante l’uscita a vuoto in cui è incappato durante la semifinale contro la Lituania, il nuovo acquisto dei Minnesota Timberwolves, ha dimostrato quel talento che gli ha permesso di vincere il titolo di MVP della passata Eurolega. Il buzzer beater con cui ha battuto la Germania è la ciliegina di un Europeo in cui il serbo ha certificato il suo pedigree di cavallo di razza.
Sorpresa della manifestazione è Mindaugas Kuzminskas: il lituano si è ritagliato il ruolo di jolly nel team di coach Kazlauskas, risultando prezioso su entrambi i lati del campo. In difesa ha arginato il talento dei pari ruolo, mentre in attacco ha siglato importanti canestri contro Italia, Georgia e Serbia. La carta di indennità recita ventisei anni e durante la prossima Eurolega con la maglia di Malaga, Kuzminskas dovrà decidere se rimanere un’eterna promessa o un pericoloso crack.
Anche il suo compagno di nazionale Mantas Kalnietis è uscito dall’Europeo con le quotazioni alle stelle, merito di una rassegna chiusa con una medaglia d’argento e il titolo di miglior assist man con 7.3 distribuiti di media. La guardia dello Zalgaris Kaunas è stato il fedelissimo di coach Kaslaukas, emergendo come giocatore più utilizzato con oltre trentacinque minuti di impiego sul parquet.
Completano il roster di 12 giocatori delle meraviglie due vincitori spagnoli che si sono perfettamente calati nel ruolo di primi violini accanto a Gasol. Felipe Reyes ha evidenziato un’ottima condizione, confezionando un Europeo di qualità in cui non ha fatto rimpiangere l’assenza di Marc Gasol e Ibaka. Rudy Fernandez nonostante una schiena a pezzi e una condizione fisica precaria, ha guidato in prima persona le fughe della Roja. Le sue triple nel primo quarto della finale hanno spinto la Spagna al suo terzo oro nelle ultime quattro edizioni, scrivendo un ciclo difficile da emulare.

Sono loro i protagonisti di Eurobasket 2015, gli uomini copertina che per due settimane hanno regnato sul basket continentale. Il palcoscenico finale era per Pau Gasol certo, ma l’Eurolega si è dimostrata sempre più protagonista. No Jump No Glory.