Eurolega, 2a giornata: è già crisi per il Maccabi Tel Aviv?

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Seconda giornata di Eurolega e le certezze derivate dopo i primi quaranta minuti crollano come un castello di carta. Un po’ come il Fenerbahce di Gigi Datome che cede verticalmente contro lo Strasburgo o l’Olympiakos che lascia la Spagna con una brutta sconfitta sul campo del Baskonia, senza dimenticare il Khimki che, in meno di sette giorni, passa da una brillanta vittoria contro il Real Madrid da un tonfo rovinoso a Monaco di Baviera. Questa è l’Eurolega, un universo in cui niente è scontato.

MVP

Ioannis Bourussis. Che contro l’Olympiakos avesse un conto in sospeso già lo si sapeva (ricordate la rissa con Spanoulis) ma che avrebbe trasformato il match in un personale show era impensabile. Il centro greco del Laboral Kutxa, ancora ferito dal trattamento subito durante le Final Four di Parigi nel 2010 con la maglia biancorossa, demolisce gli ex-compagni con una prestazione di livello assoluto. Cifre imbarazzanti (nel senso più positive del termine) per l’ex Real Madrid, che mette a referto 28 punti (6/11 da due e 2/3 da tre punti), 12 rimbalzi, 3 assist, 4 rimbalzi per 44 di valutazione. Se continuerà a viaggiare con questo ritmo da Madrid sino ad Atene passando per Milano saranno in molti a mangiarsi le mani.

TOP

Lokomotiv Kuban. Poche le squadre ancora imbattute dopo due turni di Euroleague, e al fianco dei colossi Cska Mosca e Efes Istanbul e brilla la sorpresa Lokomitiv Kuban. Il team russo, dopo aver superato all’esordio il Panathianikos, bissa il successo contro lo Zalgaris Kaunas in Lituania. Squadra divertente quella allenata da coach Bartzokas, dinamica e concreta. Malcolm Delaney si rivela il fiore all’occhiello vantando cifre che sfiorano i 17 punti di media mentre Victor Claver sembra rinvigorito da un Europeo vinto ma in cui spesso non è stato esente da critiche. Lo spagnolo viaggia a 12.5 punti di media, dando l’impressione che l’avventura oltreoceano abbia rifinito le qualità dell’ex Portland. Il vero protagonista del trionfo resta coach Bartzokas, intento a ripercorrere il miracolo confezionato con l’Olympiakos nel 2012. Allora arrivò fino in fondo e questo Lokomotiv non sembra da meno.

FLOP

Maccabi Tel Aviv. Annunciata come una delle possibili outsider della stagione la formazione israeliana resta ferma al palo in classifica. Bissare il titolo conquistato due anni fa è un compito difficile ma rimediare alla debacle della scorsa stagione resta un dovere. Il mercato estivo che ha portato in Israele le coppia Farmar-Rochestie permetteva all’esigente pubblico di Tel Aviv di sognare, ma la doppia sconfitta contro Cska Mosca e Unicaja Malaga in casa ha trasportato la compagine di coach Goodes in un incubo. I 193 punti incassati in soli due match rendono il Maccabi la formazione con la difesa più battuta della competizione e la mancanza di gioco e organizzazione rischia di costare la panchina all’ex vice di Blatt. I nuovi arrivati non stanno deludendo (19 punti per l’ex Siena e Nizhny, 9 più 3 assist per il play ex Lakers), mentre i senatori sembrano accusare qualche passaggio a vuoto con Ohayon e Pnini simboli della resa casalinga contro gli spagnoli. Serve riprendersi in fretta perché uno 0-2 rischia di compromettere la stagione, trasformando il Maccabi da probabile sorpresa a un tremendo flop.

SURPRISE OF THE WEEK

Willy Hernangomez. 11 punti in 12 minuti, non male per un ventunenne che doveva scaldare la panchina dei campioni d’Europa. Approdato nella capitale dopo essere stato scelto al Draft NBA dai New York Knicks aver trionfato a Eurobasket, il golden boy del basket spagnolo rischiava di smarrirsi tra i vari Nocioni, Reyes, Ayon e Thompkins. Invece ha subito conquistato la fiducia di coach Laso che stravede per il ragazzo, definito un micidiale mix di talento e fisicità. Non a caso aveva impressionato già  agli Europei under 16 (bronzo) e under 20 (argento). Se manterrà queste cifre il Real Madrid farà ancora più paura.

MAN OF THE WEEK

Kyeel Weems. Un uomo solo al comando. La vittoria francese contro il più quotato Fenerbahce ha il volto del girovago americano. La guardia classe 1989 cresciuta all’università del Mississippi ha percorso l’Europa fermandosi prima in Germania per poi volare in Francia prima al Nanterre e poi allo Strasburgo. Tanti chilometri per perdersi nel dimenticatoio. Contro i turchi ha rispolverato il repertorio migliore, siglando quattro triple al cospetto di Datome, Bogdanovic e Sloukas, non proprio gli ultimi arrivati in materia di tiro. Da raccontare ai nipotini.