Abass e Tonut guidano l’onda degli under 23 italiani

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Da alcuni anni a questa parte in Serie A si è parlato molte volte del poco spazio a disposizione dei giovani italiani, di come molto spesso venissero preferiti degli stranieri che alla fine non dimostravano potenzialità così strabilianti. Ma negli ultimi due anni qualcosa è cambiato e sta cambiando: sempre più le società del nostro campionato, vuoi per scelta tecnica, vuoi per scelta economica, stanno puntando su giovani talenti nostrani, e l’ultima giornata di campionato sembra dar ragione a questa scelta.

Dopo l’esempio vincente di Reggio Emilia, che sui giovani ha costruito la sua filosofia di squadra ed ha raccolto in due anni e mezzo una finale scudetto, una Supercoppa italiana ed una Eurochallenge, anche altre squadre stanno dando minuti e spazio importante ai ragazzi classe nati dopo il ’90. Togliendo Alessandro Gentile che fa categoria a sè, c’è Tommaso Laquintana a Capo d’Orlando, Simone Fontecchio a Bologna, Marco Ceron a Pesaro, Fabio Mian a Cremona, i vari Amedeo Della Valle, Achille Polonara e Andrea De Nicolao a Reggio: ma in quest’ultima giornata di campionato meritano una menzione a parte Awudu Abass e Stefano Tonut.

Awudu Abass, ala di 2 metri nativo di Como guida Cantù al secondo successo stagionale contro Avellino che comanda per metà gara poi viene risucchiata e sorpassata nel finale grazie alle giocate del classe ’93 che timbra ben 29 punti, high di giornata in tutta la Serie A, tirando con il 50% da tre e un solo errore da dentro la linea dei 6.75, condendo il tutto con 4 rimbalzi e 4 recuperi per 34 di valutazione (anche qui il migliore di tutti). In parole povere MVP della settima giornata. Ciò che fa più piacere è che il parziale decisivo di 13-0 che permette il rientro di Cantù ed i canestri decisivi nell’ultimo minuto e mezzo li firma proprio il numero 5 mettendo in mostra tiro dalla lunga distanza in precario equilibrio e penetrazioni in traffico sfruttando il cambio di velocità e il suo atletismo. Il dato ancor più interessante è che nelle finora uniche due vittorie di Cantù c’è un minimo comun denominatore: le prestazioni super di Abass con oltre 25 punti e 30 di valutazione.

Altra prestazione notevole per Stefano Tonut, nativo di Cantù e figlio d’arte alla corte però di Recalcati a Venezia. Contro Reggio Emilia, la guardia lagunare ha firmato 12 punti e 3 rimbalzi ma 4/4 da due. La cosa più positiva è che 9 dei 12 punti finali sono arrivati nell’ultimo quarto ed hanno contribuito a scavare il solco definitivo per arrivare alla vittoria. Unico assieme a Jackson a rimanere in campo per tutti gli ultimi 10 minuti, Tonut ha fatto vedere di non essere solo un tiratore da tre punti ma ha battuto più volte dal palleggio un certo Rimantas Kaukenas, ed ha così ripagato la fiducia di Recalcati che lo ha voluto in squadra prelevando da Trieste in Lega Gold dove è stato il quarto marcatore assoluto del campionato nonché il miglior realizzatore italiano con 19.2 punti in 33.4 minuti.

Insomma la direzione forse si è invertita e pazienza se qualcuno sostiene che ciò è dovuto al basso livello tecnico degli americani che militano in Italia, almeno i nostri ragazzi hanno la possibilità di mettersi in mostra e lanciarsi nel grande palcoscenico.

1 COMMENT

  1. Il passo fondamentale per ridare dignità al basket italiano è proprio quello di far giocare degli italiani e non cambiare il 90% del roster ogni anno (come fatto da Sassari) ma creare un senso di identificazione tra giocatori e tifosi.
    Solo così i tifosi torneranno a crescere (vedi Reggio) altrimenti gli stadi rimaranno sempre vuoti e la competizione caleranno sempre più in qualità.

    p.s un articoletto sul nuovo format dell’Eurolega?

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