I protagonisti della settimana NBA: Karl-Anthony Towns & Kristaps Porzingis

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Karl-Anthony Towns © twitter.com/Timberwolves
Karl-Anthony Towns © twitter.com/Timberwolves

Karl-Anthony Towns e Kristaps Porzingis hanno molte cose in comune. Il Draft, rispettivamente con la prima e la quarta chiamata, li ha portati nella Lega nelle due peggiori franchigie dell’anno precedente, i T-Wolves (16-66) e i Knicks (17-65). Entrambe le scelte non sono state risparmiate da qualche critica, in particolare quella del lettone, per altro dai suoi stessi nuovi tifosi al momento della lettura del suo nome. Entrambe le scelte hanno già oggi perso qualsiasi tipo di assurdità e le suddette due squadre sono in crescita, lenta, ma inesorabile. Towns e Porzingis, entrambi 20enni, stanno mostrando al mondo di poter essere loro, il futuro NBA.

L’impatto che Towns ha già avuto a Minnesota è sotto gli occhi di tutti. Lui ed il compare Andrew Wiggins, la cui età, sommata, è la stessa di Kevin Garnett (39) sono stati i principali fautori di quattro vittorie nelle prime sette gare giocate, tutte in trasferta. Il centro da Kentucky ha già messo insieme cinque doppie-doppie, di cui, non a caso, quattro nei successi dei T-Wolves, come soltanto leggende di questo sport, quali Shaq, Mutombo e l’Ammiraglio prima di lui erano riuscite a fare nelle prime sette gare della loro carriera NBA. Lui, però, è anche il più giovane del gruppo ad esserci riuscito. Viaggia a 16 punti, 10.4 rimbalzi e 3 stoppate di media, con un PIE stratosferico di 19.6, ma non è questo il dato più impressionante, almeno per quanto riguarda l’economia di squadra. Minnesota l’anno passato donava agli avversari la bellezza di 106.6 punti a partita, che diventavano 109.6 ogni 100 possessi. Numeri assurdi in confronto a quelli di quest’anno, dove i punti sono scesi a 96 ogni 100 possessi e, al momento, la squadra è la decima miglior difesa assoluta nella Lega.

Incredibili i numeri difensivi del quintetto titolare, con Rubio, Wiggins, Prince e Garnett a far compagnia a Towns ed 77.1 punti concessi ogni 100 possessi, impressionante la questione quando, al posto di Garnett, fa capolino sul parquet Bjelica: 99 punti segnati ogni 100 possessi, subendone la miseria di 65, per un +34 di net rating da brividi. Towns dalla sua tiene statistiche invidiabili ed è, chiaramente, l’ago della bilancia di questi miglioratissimi T-Wolves. Offensivamente deve ancora migliorare, ha una modesta percentuale al tiro (48.9%), ma soprattutto, se spinge il proprio rating difensivo ad appena 87.2 punti concessi con lui sul parquet ogni 100 possessi, quello offensivo latita a 96.3 segnati, in generale confermando la tendenza del 20esimo attacco complessivo in NBA. Il nativo del New Jersey, comunque, si muove sulle rotazioni e sui pick-and-roll molto meglio di quasi tutti gli altri nuovi arrivati nella Lega ed è, per quanto conti al momento, di gran lunga il migliore visto finora. Sono molte le squadre ad essere partite con il freno a mano tirato, soprattutto nella temutissima Western Conference. Chissà che i T-Wolves non possano essere la più grande sorpresa di questa regular season.

Kristaps Porzingis è, semplicemente, l’uomo del momento. Dwayne Casey, a seguito della sfida tra Knicks e Raptors e dell’ennesima magia del lettone, di cui parleremo tra poco, ha detto che ci rivede “un certo Dirk Nowitzki. E’ un signor tiratore, gioca senza la minima paura, ha delle potenzialità davvero incredibili“. Niente meno che Magic Johnson l’ha definito, con un tweet, “steal of the Draft“, complimentandosi con quel Phil Jackson che, durante la notte del Draft era stato criticato aspramente da quegli stessi tifosi che oggi applaudono Porzingis al Madison Squadre Garden. Kobe Bryant ha affermato che ha un grande futuro di fronte a sé e Carmelo Anthony, che si diceva avesse criticato la scelta estiva, ha dichiarato che migliora giorno dopo giorno, a vista d’occhio. E si vede. Gli eccellenti fondamentali e l’ottima tecnica al tiro, soprattutto per un gigante di 2 metri e 21, erano pronosticabili, molto meno la sua capacità di farsi rispettare sotto canestro e di rendere così tanto a rimbalzo, considerando il fisico esile. Lo dice lo stesso Porzingis: “Sono ancora magro, sono ancora leggero. Ma combatto duramente e non mi piego contro nessuno, su ogni rimbalzo“. Il lettone ha soltanto qualche problema di falli (4.1 a partita), ma ha già mostrato numeri da fenomeno assoluto.

Il suo marchio di fabbrica, ormai già riconosciuto, è la schiacciata a rimbalzo offensivo. Porzingis è già a quota 6 putback dunks in questa regular season, mentre sette squadre ancora non ne hanno messa a segno una. Alcune di queste sono già tra i migliori highlights di questo inizio di stagione, potenzialmente insieme al buzzer beater della scorsa notte contro gli Hornets, una tripla impressionante a 0.4 secondi dal termine che avrebbe assicurato la vittoria ai suoi e sarebbe potuta diventare lo spot perfetto per spiegare tutte le qualità il lettone in una sola giocata. Peccato che sia arrivata .00001 secondi in ritardo rispetto al suono della sirena, un niente. Poco importa, perché Porzingis sta comunque tenendo numeri di tutto rispetto, 11.6 punti, 9 rimbalzi e 1.2 stoppate in appena 24 minuti d’impiego. Un impatto che nemmeno i migliori sostenitori dei Knicks si sarebbero aspettati, un vero e proprio colpo di genio dello Zen Master. New York ha vinto, finora, quattro partite, perdendone cinque. La Eastern Conference si sta scatenando in questo inizio di stagione, ma i presupposti per far bene ci sono tutti. Soprattutto per the flying Kristaps.

3 COMMENTS

  1. Se a Porzingis fanno mettere su 10 kg di muscoli come fanno sempre con i centri bianchi lo vedo malissimo.

  2. Lo dico dai tempi del draft che questo è stato un colpaccio…ai Knicks manca il backcourt per essere una squadra competitiva

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