Paul George è tornato: Indianapolis può sognare?

0
1302

La disastrosa stagione dell’anno scorso ha messo in evidenza che, ad Indiana, il vecchio sistema di gioco fisico e difensivo non era più praticabile. L’età avanzata di alcune colonne portanti del roster (David West su tutti), l’indolenza di Roy Hibbert, gli infortuni dei giocatori più talentuosi, sono stati i principali fattori di criticità che hanno trasformato un sistema ostico, collaudato e vincente, in uno noioso, stantio ed inefficace. Si aggiunga pure che gran parte dei coach hanno ormai abbracciato la tendenza alla small ball che ha portato al dominio incontrastato dei San Antonio Spurs prima e dei Golden State Warriors dopo, ed ecco spiegato il motivo dello tsunami tattico che ha coinvolto i Pacers odierni e che pian piano comincia a dare i frutti sperati.

Ovviamente un processo innovativo tale richiede tempo, assimilazione dei movimenti, conoscenza dei propri compagni; le prime tre uscite stagionali dei Pacers sono infatti state un disastro, culminate ingloriosamente con i 19 punti di scarto inflitti dagli Utah Jazz. Poi finalmente l’inversione di tendenza tanto attesa, che ha portato la squadra a inanellare nel mese di novembre 5 vittorie su 6, perdendo soltanto in volata contro i più quotati Cleveland Cavaliers. Guai, però, a farsi ingannare dal filotto di vittorie che hanno riportato Indiana in piena lotta playoff: si fa fa ancora fatica a delineare una reale fisionomia di questa squadra, che ha perso, come detto, la sua integrità e stabilità difensiva a fronte di un attacco frizzante e vivace ancora tutto da scoprire.

I PUNTI DI FORZA

La più bella notizia per i tifosi di Indianapolis è che Paul George, dopo il terribile infortunio che lo ha tenuto fuori per gran parte della scorsa stagione, è tornato prepotentemente alla ribalta. Statistiche sbalorditive le sue, che lo consacrano di diritto come leader tecnico e carismatico della franchigia: 24 punti, 4.7 assist e 9 rimbalzi a gara; è un giocatore moderno, a tutto tondo, contemporaneamente il miglior attaccante e il miglior difensore della squadra. Frank Vogel vuole progressivamente trasformarlo in un’ala grande atipica, sicuramente meno fisica ma dotata di immenso talento. Di sicuro il 25enne californiano offre una varietà di scelte illimitate al coach, che può decidere di adattare il quintetto in relazione alle dinamiche della gara.

L’estate dei Pacers è stata caratterizzata da pesanti cessioni, ma anche da importanti acquisizioni: la principale è stata sicuramente quella di Monta Ellis dai Dallas Mavericks. Il 30enne di Jackson è una pedina fondamentale nello scacchiere di Vogel, il quale dispone finalmente di un secondo violino all’altezza di George, in grado di dare imprevedibilità e fluidità alla manovra. Per ora le sue statistiche sono leggermente sotto la media (11.3 punti e 5 assist); la sua crescita, però, può rappresentare la chiave del definitivo successo della franchigia.

Infine, come dimenticare il senatore George Hill, che si è definitivamente lasciato alle spalle il penalizzante infortunio della scorsa stagione ed è tornato a esprimersi sui suoi livelli, andando a comporre un backcourt di grande livello con Monta Ellis.

I PUNTI DI DEBOLEZZA

Un quintetto con George da 4 pare essere, attualmente, una mossa troppo azzardata se perpetrata per larghi tratti del match, dati i numerosi miss-match sfavorevoli che sarebbe costretto a giocare il 25enne ex Fresno State. Al tempo stesso però, rinunciare al quintetto piccolo significa doversi affidare a due lunghi di livello che in questo momento Indiana non possiede. Jordan Hill e Ian Mahinmi si dividono equamente il ruolo di centro, assicurando una buona protezione del ferro, un discreto numero di rimbalzi ma di contro una pericolosità offensiva prossima al nulla. Buone notizie nel lungo periodo pervengono dal rookie Myles Turner, il quale ha dimostrato di avere una notevole capacità di tiro dal mid-range, offrendo un maggior ventaglio di scelte offensive.

DOVE POSSONO ARRIVARE?

La situazione della Eastern Conference, eccezion fatta per il dominio incontrastato di LBJ e dei suoi Cavs, è piuttosto caotica, non avendo ancora delineato un cluster di favorite: tutti, chi più, chi meno, possono ambire ad avere un posto al solo al termine della regular season. Uscire vittoriosi da questa vera e propria tonnara non sarà semplice per gli Indiana Pacers, che attualmente sembrano essere tra i più quotati, così come l’anno scorso quando però guardarono i playoff dal salotto di casa. Qualora Ellis e George dovessero trovare la giusta alchimia, però, questo rischio  diventerà soltanto un lontano ricordo, e la strada imboccata sembra essere corretta.