Rookies of the month, Dicembre: scende Okafor, sale Russell

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Mentre le ambizioni delle 30 franchigie, dopo più di due mesi di stagione regolare, sono in gran parte definite, è tempo di riproporre un bilancio aggiornato sull’andamento dei rookies: alcuni stanno progressivamente prendendo le redini della squadra nelle proprie mani, altri continuano a macinare minuti ed esperienza, altri subiscono le avversità dovute all’impatto con la Lega più bella e difficile al mondo.

TESTA A TESTA

Karl-Anthony Towns: Il rookie da Kentucky dimostra, di partita in partita, le alte aspettative che ricadevano sulle sue spalle, avendo addirittura aumentato il rendimento rispetto al mese precedente. Alle superbe prestazioni difensive (9.5 rimbalzi e 2.3 stoppate) si aggiungono le notevoli cifre offensive (18 punti di media contro i 15 di novembre) che rendono l’ala grande dei TWolves un sensazionale collezionista di doppie-doppie nell’intero panorama NBA. Le performance migliori del mese di dicembre si sono verificate contro Boston (25 punti + 16 rimbalzi), Los Angeles Lakers (26 punti + 14 rimbalzi) e Portland (27 punti + 12 rimbalzi).

Kristaps Porzingis: Dicembre in leggera flessione per il lettone dei NY Knicks, grande rivelazione della stagione in corso. Segna meno (12.6 punti contro i 14 di novembre), cattura meno rimbalzi (6.5 contro i 9 di novembre), ma difende bene, molto bene, avendo stoppato circa 2.5 volte a gara in questo mese. L’ex Siviglia, nonostante calchi i parquet NBA da poche settimane, è il sesto stoppatore della Lega, lasciandosi alle spalle specialisti del calibro di Draymond Green e Dwight Howard. Se ciò non bastasse, ha oramai perfezionato il tiro dall’arco al punto da segnare con il 37%, statistica che non si addice propriamente ad un lungo con le sue caratteristiche. La miglior prestazione dicembrina l’ha realizzata contro Cleveland, quando il giovane lettone ha messo a referto 23 punti e 13 rimbalzi, risultati tuttavia inutili ai fini del risultato.

IN RISALITA

D’Angelo Russell: Per sopravvivere alla giungla mediatica losangelina c’è bisogno di carattere e il giovane rookie dei Lakers ha dimostrato di avercelo. Ha chiesto più circolazione di palla, più minuti, più fiducia in lui; ha ripagato la squadra mettendo a referto uno score di 13.7 punti in circa 29 minuti di utilizzo a gara.  Un dicembre in ascesa, dunque, per il 19enne ex Ohio State che ha pure realizzato la sua prima doppia doppia contro gli Atlanta Hawks (16 punti + 10 assist) ed è andato vicino ad una clamorosa tripla doppia contro i San Antonio Spurs (24 punti + 6 assist + 6 rimbalzi). Tuttavia, la casella assist (4 di media) è ancora mediocre per un playmaker scelto alla seconda chiamata al Draft, ma più che sulle sue abilità la colpa sembra ricadere sul sistema di gioco di coach Scott.

Frank Kaminsky: L’impatto con il “basket dei grandi” è stato complicato per il centro venuto da Wisconsin: pochi minuti, pochi punti, soprattutto tanta concorrenza. Poi l’infortunio e le vicende extra-cestistiche di Big Al gli hanno permesso di giocare con più regolarità, soprattutto a dicembre, mese nel quale Frankie ha messo a referto un discreto score di 10 punti e 5 rimbalzi in 25 minuti di media contribuendo notevolmente agli ottimi risultati degli Hornets.

CONFERME

Justise Winslow: Statistiche in leggera flessione (4.5 punti e 4 rimbalzi) per l’ala piccola degli Heat, che travisano le sue effettive prestazioni. Dotato di notevoli abilità nel rubare palloni e nelle stoppate, l’ex Duke è tra i migliori difensori presenti nel roster a disposizione di Spoelstra, il quale lo utilizza per più di 25 minuti a gara. Quando alzerà l’asticella anche nella metà-campo offensiva, il posto in quintetto sarà suo.

Stanley Johnson: In poche settimane è riuscito a costruirsi un ruolo da sesto uomo nel complicatissimo scacchiere costruito da Van Gundy a Detroit (23 minuti di media), e ciò significa che il ragazzo ha talento. Ala piccola con punti nelle mani (8 di media), capace di assicurare freschezza e dinamicità entrando a partita in corso, sembra avere le caratteristiche giuste per diventare una pedina fondamentale nel futuro di Motor City. 

IN DISCESA

Jahlil Okafor: Le prestazioni sul parquet restano eclatanti (17.6 punti, 7.3 rimbalzi nel mese di dicembre), ma la sua vita notturna preoccupa l’intero mondo NBA, timoroso di veder dissolvere uno dei suoi astri nascenti. Due risse in discoteca che potevano avere un epilogo tragico, una multa per eccesso di velocità, un passato tormentato alle spalle: il centro dei Sixers deve decisamente cambiare registro per poter sperare di trascinare la sua franchigia fuori dal baratro e avviarsi lungo un futuro radioso. L’arrivo di Colangelo e D’Antoni a Philly potrà risultare decisivo.

Emmanuel Mudiay: dopo un avvio da 13 punti a partita, il 20enne di origine congolese si è eclissato progressivamente fino ai 5.5 punti di dicembre, mese nel quale ha disputato però solo 5 partite per poi doversi fermare a causa di un persistente infortunio alla caviglia. I Nuggets non vogliono forzarne il rientro, ad oggi non si hanno notizie certe sul ritorno in campo dell’ex Guangdong Tigers