Austin Daye: il trascinatore di Pesaro

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In riva all’Adriatico è un periodo duro: i successi del passato, più o meno recente, sono solo un ricordo perchè oggi Pesaro battaglia nelle zone basse della classifica invischiata nella lotta per non retrocedere, e non solo da quest’anno.
Eppure nonostante sia rimasta in Serie A per il rotto della cuffia per due stagioni di fila, sia stata più volte ad un passo dal baratro causa difficoltà economiche, ora la Victoria Libertas ha un piccolo motivo per sorridere. Dal momento in cui è arrivato Austin Daye la stagione della formazione allenata da Paolini è cambiata: record di 2-7 fino alla nona giornata poi l’arrivo, non casuale, di Daye. Austin è infatti il figlio di Darren Daye, icona della pallacanestro pesarese dal 1987 al 1992 dove con la casacca bianco-rossa ha vinto tanto tra cui due Scudetti.

Dalla decima di campionato, momento di esordio di Austin, Pesaro ha un record di 4-5; le quattro vittorie portano la sua firma ma è anche riuscito a calarsi subito nel ruolo di guida della squadra riuscendo a far crescere tutto il gruppo. I suoi numeri parlano chiaro: con 22.8 punti a partita assieme a 9.9 rimbalzi non solo sfiora la doppia-doppia di media ma è anche il miglior realizzatore e rimbalzista del campionato. Non basta? Allora Austin Daye è primo anche nella percentuale da tre punti con il 51.9%, primo per falli subiti con 6.4, e ancora primo per valutazione con 24.6. Insomma giocatore totale, vero go-to-guy di Pesaro che si è caricato sulle spalle la squadra per portarla alla salvezza. Assieme a Lydeka, pur essendosi entrambi aggregati a Dicembre, sono gli uomini di esperienza del gruppo a fronte della pattuglia di ragazzi classe ’90 che stanno crescendo via via col campionato. I vari Lacey, Christon e Walker tra gli americani e poi il folto gruppo di italiani: Gazzotti, Candussi, Basile, Ceron e Solazzi stanno imparando ad affrontare il palcoscenico e stanno milgiorando le loro prestazioni.

Austin classe ’88 ha un passato da girovago in Nba con una parentesi nel 2011 al Khimki e un titolo con i San Antonio Spurs nel 2014. In America non è riuscito a sfondare al contrario di quello che sta dimostrando in Italia, dove forse ha trovato anche l’ambiente giusto, una piazza che crede ed ha fiducia in lui. Ala di 211cm Austin dimostra una grande coordinazione per uno della sua altezza: abile nell’attaccare il canestro e dotato di un efficacissimo palleggio arresto e tiro, nonché di un ottimo tiro dalla lunga distanza.
Insomma Pesaro ha ritrovato un motivo per sorridere e guardare con più fiducia a questo campionato e perché no magari anche alle prossime stagioni per ricreare di nuovo un legame vincente tra i Daye e Pesaro.

1 COMMENT

  1. Obiettivamente è un giocatore di un altro livello tecnico rispetto a praticamente tutti quelli che giocano nel nostro campionato. Il suo problema è la testa e la continuità, ma sinceramente mi piacerebbe vederlo in una big d’Europa per capire cosa sarebbe in grado di fare in Eurolega.

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