Eurolega: Fenerbahce, Laboral Kutxa, Cska Mosca e Kuban alla Final Four!

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Final Four Euroleague - © twitter.com/euroleague
Final Four Euroleague – © twitter.com/euroleague

E’ tutto pronto per il grande ballo della Mercedes-Benz Arena di Berlino del weekend del 13 e 15 maggio: Fenerbahce, Cska Mosca, Laboral Kutxa e Lokomotiv Kuban sono le invitate in quanto qualificate alla Final Four di Eurolega. Due protagoniste erano attese – turchi e moscoviti, due corazzate ormai abituate ad arrivare in fondo alla competizione -, le altre due molto meno, soprattutto i rossoverdi di Krasnodar che hanno centrato una storica Final Four alla seconda partecipazione di sempre alla massima competizione continentale. In attesa di proiettarci al weekend berlinese, vediamo come sono andati i playoff!

FENERBAHCE ULKER-REAL MADRID 3-0

Non ammette repliche il verdetto emesso dal big match dei quarti di Euroleague. I turchi infliggono una terribile lezione ai campioni d’Europa che salutano precocemente la competizione. Vittoria totale per la banda di Obradovic che domina la sfida sotto tutti i punti di vista e approda a Berlino con il ruolo da favorita. Ottantatre punti di media realizzati (5 in più rispetto alle Top-16), 54% da due e 36% da tre, queste in sintesi le cifre del dominio turco. Orfani di Vesely per tutta la serie, i gialloblu hanno goduto della prova stellare fornita dagli esterni Bogdanovic (16 pt con il 55% dal campo) e Datome (10 pt) a volte anche reinventato ala da coach Obradovic. Ekpe Udoh (14 pt e 8 rimbalzi) ha tenuto in scacco la difesa di Laso, con Ayon, Reyes e Nocioni incapaci di arginarne la forma, e Nikola Kalinic ha risposto presente alla causa turca con quasi 11 pt, non male per uno che un mese fa era finito a margine dalle rotazioni di Obradovic. Il Fenerbahce è uscito rinforzato dalla sfida con il Madrid, mostrando una condizione super e centrando le seconde Final Four consecutive. Rispetto allo scorso anno, i turchi sembrano più solidi e bilanciati, Obradovic ha tamponato le lacune difensive e punta dritto verso la decima Euroleague personale. In una serie di playoff questo Fenerbahce risulterebbe imbattibile per le altre concorrenti al titolo ma in una gara secca i turchi potrebbero anche perdere parte della loro superiorità.

Il Real Madrid è sembrato una pallida imitazione della perfetta macchina da guerra orchestrata da Laso dodici mesi fa. Lenta, disordinata e confusa, la manovra spagnola ha spesso vissuto più di iniziative personali che di giochi costruiti. I tredici punti in medio segnati in mano rispetto alle Top-16 (70 contro 83) è il dato che ha condannato i blancos, incapaci di trovare produttività in attacco, nemmeno nell’unica gara giocata a Madrid. (48% da due e 29% da tre). Nessuno, oltre a Rodriguez (14 pt), all’interno del roster di Laso ha chiuso la serie in doppia cifra con Llull fermo a 8.3 pt, Fernandez 7 e Ayon 8. L’eliminazione non è causale perché per tutta la competizione Laso non è riuscito a imprimere il suo marchio alla squadra, accusando problemi di equilibrio e scarsa qualità di gioco. Il campionato Acb resta l’ultimo obiettivo stagionale ma l’estate che si avvicina porterà diversi interrogativi sul futuro del Madrid, riconfermare il gruppo della Novena o avviare una rifondazione? Nocioni è avviato alla pensione, Llull e Ayon hanno offerte oltreoceano e Taylor e Kc Rivers non hanno mai convinto… l’estate di Laso e Perez sarà molto lunga.

CSKA MOSCA-STELLA ROSSA BELGRADO 3-0

Tre gare sono bastate al Cska Mosca per archiviare la pratica Stella Rossa. La formazione di Itoudis raggiunge le Final Four, tredicesima volta in quattordici anni, con un punteggio bugiardo che troppo severamente condanna i serbi. Il miracolo era impensabile alla vigilia, eppure la compagine di coach Radonic ha venduto cara la palle, costringendo i russi a faticare più del previsto. Nelle due gare di Mosca la Stella Rossa ha impegnato il Cska sino al quarto periodo (in Gara 2 sino all’ultimo minuto) ma proprio quando ci si aspettava la gara della vita tra le mura amiche qualcosa è cambiato. Il Cska è calato in attacco rispetto alla stagione regolare, eppure negli ultimi quarti ha sempre trovato la via del canestro con costanza. Nando De Colo, dopo una gara 1 in cui è stato limitato dalla difesa serba, è tornato a giocare a livelli altissimi (14 pt e 5 assist) e l’alter-ego Teodosic ha fatto la voce grossa per tutta la serie (15 pt, 5 assist ma anche 6 perse di media). Hines si è confermato un centro atipico ma pericoloso (15.7 pt di media) e Nikita Kurbanov (10 pt) sta scalando la gerarchia di Itoudis.

Il Cska Mosca che atterra a Berlino resta ancora un enigma, più povera di talento forse ma solida e bilanciata. Il fatto di non arrivare alle Final Four con il ruolo di favorita (il Fenerbahce al momento è superiore) potrebbe aiutare un team mentalmente fragile e allergico alla pressione. La vittoria contro la Stella Rossa, una formazione molto diversa dai moscoviti meno tecnica ma più energica, potrebbe rappresentare lo spartiacque necessario alla stagione dell’Armata Rossa. L’onore delle armi va concesso ai serbi, che in estate abbiano salutato Marjanovic e compagni per poi approdare sino ai playoff. Certamente facilitati da un girone, quello E, abbordabile i rossi di Belgrado hanno ceduto con uno scarto medio di sei pt. Quincy Miller si è dimostrando ancora una volta il faro, chiudendo la serie con 15 pt , ben supportato da Maik Zirbes (12 pt) e Terence Kinsey (9.6 pt). E’ mancato poco alla Stella Rossa per violare il parquet di Mosca, ma la ricostruzione già avviata (Quincy Miller già ceduto al Maccabi) lascia intravedere lo smantellamento del roster.

LABORAL KUXTA-PANATHINAIKOS ATENE 3-0

Ora di dubbi non c’è sono più, il Kuxta Laboral è tra le quattro regine d’Europa. Un traguardo sorprendente, meritato e ampiamente legittimato dalla serie contro il Panathinaikos. La compagine di Perasovic rifila tre sberle ai greci, raggiungendo un traguardo che a Vitoria mancava da Madrid 2008. Allora i protagonisti erano Scola e Scariolo, oggi si chiamano Bourousis e Perasovic. Il centrone greco ha trascinato gli spagnoli per tutta l’Euroleague, chiudendo la serie con 12.7 pt e 6 rimbalzi, duellando brillantemente con il più giovane Radulijca. Decisivo contro il Pana si è rivelato Darius Adams, che con quasi 23 pt di media (50% da due e 38% da tre, più tredici punti rispetto alle top-16) ha stravinto il duello con Calathes. Mike James (12 pt) e Adam Hanga (10 pt) sono comprimari di lusso capaci di rendersi protagonista. Ora arriva l’ostacolo più difficile per coach Perasovic, quel Fenerbahce mai affrontato in stagione e reduce dalla grande serie contro il Real Madrid. In una serie al meglio delle cinque partite le speranze degli spagnoli sarebbero misere, troppo talentuoso e profondo il roster di Obradovic, ma in quaranta minuti Adams e compagni potrebbero continuare a stupire. In casa Pana l’eliminazione ha scatenato un domino di decisioni che hanno condotto all’esonero di coach Dijordevic, silurato nel post partita di Oaka.

Una scelta forse prematura che a interrotto il lavoro del coach serbo dopo soli otto mesi e alla vigilia dei playoff del campionato greco. Certo alcuni difetti questo Panathinaikos li ha ostentati per tutta la stagione, l’approdo ai quarti di Euroleague è frutto più di un sorteggio clemente che di un gioco spumeggiante. Le nove vittorie e cinque sconfitte hanno mascherato le difficoltà che questo Pana ha sfoggiato nella serie contro il Laboral. In nessuna delle tre sfide i greci sono sembrati superiori degli spagnoli chiudendo con un gap medio di 10 punti e la brutta prestazione offerta ad Oaka ha spinto la società ha prendere decisioni drastiche. Percentuali orribili dalla distanza (16/68 da tre per il 23%) e forzature (12 perse di media) sono le chiavi che hanno sancito l’eliminazione da cui si sono salvati solo Radulijca (15 pt e 7 rimbalzi) e Diamantidis (8.3 pt e 5 rimbalzi con una memorabile Gara due in cui stava per vincerla da solo). Il futuro del Pana resta un’incognita, aggravata dal fallimento del ciclo Djordevic dopo neanche una stagione. Diamantidis appenderà le scarpette al chiodo, Pavlovic e Calathes si sono rivelati un fallimento nonostante il contratto pesante firmato e all’ombra del Partenone si chiedono risposte.

LOKOMOTIV MOSCA-BARCELLONA 3-2

In una Euroleague caratterizzata da playoff brevi e poco incerti la serie Lokomotiv KubanBarcellona brilla come il più avvincente spot stagionale. La serie probabilmente meglio allenata contemporaneamente da molti anni, con Pascual sulla panchina blaugrana e Bartzokas su quella dei russi, ha sorriso al Lokomotiv termine di gara 5. Un successo meritato quello di una squadra capaci di ribaltare l’1-2 violando il Palau Blaugrana in gara 4. Le due squadre erano approdate ai playoff con diversi background, il Lokomotiv aveva condotto un Euroleague stellare, il Barcellona risultava un cantiere ancora aperto. I playoff non sono sufficienti a spiegare se sono maggiori i rimpianti del Barcellona (match point in casa) o i meriti dei russi. In una Euroleague in cui il vantaggio del campo è stato più di un fattore (nei precedenti quarti nessuna vittoria esterna delle squadre non teste di serie) il Lokomotiv ha sofferto la fisicità dei blaugrana, salvandosi grazie alle prestazioni monstre di Anthony Randolph (17 pt di media) e Malcolm Delaney (15 pt). Chris Singelton si è rivelato il jolly di coach Bartzokas con 11 pt e importante anche il solito contributo fornito da Claver.

Ora, dopo il sorprendente approdo alle F4, l’ostacolo si chiama Cska Mosca, un team molto più attrezzato specialmente sotto le plance, ma coach Bartzokas sa già come si vince un Euroleague da sfavoriti. In casa Barca i rimpianti sono molteplici. Una squadra, fin dall’inizio costruita malissimo e senza equilibrio, è riuscita ad arrivare a cinque minuti dalle final four. Pascual ha preparato al meglio la serie contro i russi, riducendo le palle perse e cercando spesso il post sfruttando lo strapotere fisico dei suoi. Il suo piano è deragliato dalla cattiva prestazione di Samules (solo 4 pt e 2 rimbalzi) e dall’infortunio di Joey Dorsey (out per tre partite) che hanno costretto Tomic agli straordinari. Abrines e Doellman, rispettivamente 11 e 10 pt, si sono rivelati postivi in attacco ma non hanno arginato le stelle russe, che si sono esaltati nei momenti caldi del match. Juan Carlos Navarro ha chiuso la serie in doppia cifra nonostante gli acciacchi fisici e Satoransky, a sprazzi, ha dimostrato che il futuro gli appartiene. Ma in Finale ci va lo squadrone di Krasnodar.