Eurolega, playoff: un primo bilancio dopo le gare-2

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Le prime due partite di una serie playoff dicono molto spesso tantissime cose delle squadre impegnate. In Eurolega, dove la serie è al meglio delle 5 partite, la squadra che gioca in casa le prime due parte per forza di cose favorita, soprattutto se riesce a mantenere il fattore campo. Non basta di certo, visto che andare a vincere in trasferta non è mai facile sopratutto a questi livelli, ma il lavoro fatto da Fenerbahce, Cska Mosca e Vitoria, capaci di portarsi avanti 2-0 nella serie è stato davvero importante. Mai quanto però quello fatto dal Barcellona caparbia ad andare a vincere in Russia ribaltando così il fattore campo, che ora dovrà essere brava a mantenere per volare alle Final Four di Berlino 2016.

FENERBAHCE-REAL MADRID 2-0

Doveva essere il quarto più bello e incerto, e invece il verdetto espresso da Istanbul lascia spazio a poche interpretazioni e dubbi. Il Fenerbahce annienta il Real Madrid, impartendo una lezione di solidità e equilibrio. La formazione turca, orfana di Vesely out per tutta la serie, riesce ad imporre il proprio gioco, spolpando il Madrid con un pressing asfissiante e tirando con percentuali incredibili dal campo (75% nel primo tempo di gara 2). Obradovic si vendica della disfatta delle Final Four di Madrid dello scorso anno portandosi a un solo successo dalla F4 di Berlino mentre Laso ora è costretto a ricostruire un team sepolto sotto i 22 punti di gara 2.
Nicola Kalinic, 17 punti in gara 2, ha sostituito degnamente l’ala ceca mentre Datome e Bogdanovic hanno tirato con alte percentuali per tutta la serie. Sotto le plance Pero Antic ha dimostrato di reggere l’impatto della coppia Ayon-Reyes, con Ekpe Udoh autentico MVP con 14 punti e 6 rimbalzi di media.

Il Real Madrid non è riuscito a nascondere i difetti emersi per tutta la stagione: l’attacco è crollato di 10 punti sotto la media ottenuta alle Top 16 (69 e 78 i punti nelle prime due gare) ma il dato più preoccupante riguarda una difesa che in 80 minuti ha subito 175 punti. Gli uomini di Laso hanno subito il gioco dei turchi senza riuscire a trovare una soluzione di ripiego, e le basse percentuali al tiro (47%) hanno generato l’agonia di gara 2. La coppia Llull-Rodriguez ha pagato il dinamismo di Bobby Dixon e il grande orgoglio di Sloukas mentre Fernandez si è visto solo a sprazzi. Reyes e Nocioni sono apparsi troppo nervosi ma il vero assente resta Gustavo Ayon, un giocatore imprescindibile per il Real Madrid che non è riuscito ad entrare nei match (limitato dai continui raddoppi ideati da Obradovic). I tanti minuti concessi a Doncic, Taylor e Rivers testimoniano come la vecchia guardia abbia tradito Laso. La serie da martedì si sposta a Madrid con una spada di Damocle pendente sulla testa di Llull e compagni.
Intanto il Fenerbahce intravede Berlino.

CSKA MOSCA-STELLA ROSSA BELGRADO 2-0

Ci aspettavamo un monologo del Cska Mosca, e un monologo lo è stato solo sul tabellone. Il 2-0 con cui la serie si trasferisce a Belgrado nasconde in realtà un risultato molto equilibrato e combattuto. La Stella Rossa, autentica cenerentola del torneo, fa soffrire la corazzata di Itoudis, portando gara due sino all’ultimo possesso. La formazione di coach Radonijc riesce a tarpare le ali al probabile MVP De Colo, imprimendo un ritmo lento che non permette al Cska di scappare. Il Cska Mosca si salva grazie a Milos Teodosic, Mvp della prima giornata di playoff e decisivo in gara 2 con la tripla a 30 secondi dalla sirena (ma disastroso fino a quel momento). La formazione di Itoudis ha sofferto la grinta e il carattere mai domo dei serbi che hanno trovato in Jovic (15 punti) e Kinsey (12 punti) un importante fatturato offensivo.
Il Cska Mosca ha dovuto dar fondo all’intero roster per avere la meglio, costringendo Hines (19 punti in 34 minuti di impiego) agli straordinari a causa delle difficoltà di Lazarev e delle basse percentuali di Andrey Vorontsevich (20% da tre nella serie). Difficile immaginare un ribaltamento nella serie, anche se la bolgia che attende il Cska Mosca a Belgrado può regalare diverse sorprese. Prioritario per la Stella Rossa Belgrado è tenere sotto i 70 punti il miglior attacco d’Europa, confidando nella vena realizzativa di Miller e Kinsey.

LOKOMOTIV KUBAN-BARCELLONA 1-1

Due partite molto diverse quelle andate in scena in Russia che lasciano la serie aperta e imprevedibile. Gara 1 risulta molto combattuta con il Lokomotiv Kuban che scappa solo nel quarto periodo, traghettata dai 17 punti di Anthony Randolph. In gara 2 si assiste a un monologo del Barcellona che disputa il miglior match stagionale. Per una volta il Barca è sembrata una squadra da titolo, quadrata, unita e compatta. Xavi Pasqual è riuscito ad amalgamare personalità molto eterogenee e diverse; il talento di Satoransky è esploso definitivamente con 13 punti e Stratos Perperoglou ha portato in Catalogna l’esperienza necessaria per vincere. In attesa di recuperare Joey Dorsey Pasqual si è affidato alla coppia Navarro-Tomic, veri trascinatori di gara 2.
Coach Bartzokas vola a Barcellona deluso, non tanto per il risultato, quanto per l’atteggiamento arrendevole mostrato dal Lokomotiv nella seconda partita della serie; dopo una stagione condotta a livello altissimo (8-2 in regular season e 9-5 Top-16) il Lokomotiv è sembrato imbrigliato dalla difesa di Pasqual. Le percentuali pessime di gara due sono un brutto presagio, e nell’attesa di una inversione di tendenza la serie si sposta al Palau Blaugrana dove questa stagione sono passati solamente Laboral e Zalgiris.

LABORAL KUXTA-PANATHINAIKOS 2-0

Serviva una serie di playoff per certificare la caratura di questo Laboral Kuxta e il verdetto emesso da Vitoria non lascia spazio a interpretazioni. Due vittorie importanti per il club spagnolo che non smette di sorprendere annientando un Panathinaikos che ha mostrato tutte le sue criticità. In gara 1 i greci resistono un solo quarto, cedendo contro lo strapotere di Darius Adams, Mvp della serie con 22 punti di media. In gara due coach Djordevjc ha rispolverato Diamantidis (17 punti compresa la tripla che ha mandato la gara al supplementare) e ha ceduto in extratime dopo una partita intensa.
I baschi sono apparsi molto più squadra, e senza sfoggiare il loro gioco migliore si sono portati ad un solo successo da Berlino, che rappresenterebbe il grande ritorno alle F4 dai tempi di Scola e compagni. Bouroussis continua a fare la voce grossa nel pitturato (bellissimo il duello con Raduljica) e Bertans è sempre più leader. Peresovic però alla lunga potrebbe pagare la sua scarsa fiducia nella panchina, con rotazioni limitate a soli sei uomini. In casa Panathinaikos coach Djordevjc paga la pessima vena realizzativa delle sue star: Calathes segna 5 punti di media, Pavlovic sembra un corpo avulso alla squadra e Williams ha sparato 4/11 in gara due. Con queste premesse, nonostante il calore di Oaka, sembra impossibile ribaltare la serie, ma attenzione a Diamantidis, giunto all’ultima recita della carriera, che non vorrà di certo farla finire senza lottare.