Rookies of the month: Marzo. Porzingis recordman, Booker top scorer, flop Russell! 


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Kristaps Porzingis © twitter.com/ESPNNBA
Kristaps Porzingis © twitter.com/ESPNNBA

Siamo ormai in prossimità della deadline della stagione regolare NBA e, di conseguenza, è ormai imminente l’assegnazione del Rookie of the Year. Anche nel mese di marzo l’andamento generale è andato coniugandosi con le precedenti rassegne, tuttavia non sono mancate delle sorprese in positivo e in negativo.

SFIDA PERENNE

Anche nel mese considerato le migliori performance le hanno fornite i due fenomeni che, con ogni probabilità, i primi di maggio si giocheranno l’ambito riconoscimento di Rookie of the Year.
Karl-Anthony Towns, leggermente in vantaggio sul suo rivale, è già stato nominato miglior rookie della Western Conference nei 4 mesi precedenti e, siamo sicuri, non avrà grossi problemi nel confermarsi anche a marzo. Soltanto un ristrettissimo novero di predestinati, poi divenuti All Star, sono riusciti a mettere a referto i suoi numeri alla prima stagione in NBA (20 punti + 10 rimbalzi a partita) e questo basta ad esaltare, nonostante l’ennesima annata negativa, l’animo dei fans T’Wolves che sognano finalmente un ritorno ai fasti dei primi anni 2000, quando al Target Center andava in onda lo one-man-show firmato Kevin Garnett.
Kristaps Porzingis, però, ha dalla sua un record personale che nessuno aveva mai fatto registrare fino ad ora: è stato infatti il primo giocatore della storia ad aver messo a segno almeno 1000 punti, 500 rimbalzi, 100 stoppate e 75 triple durante la stagione d’esordio, oltre ad aver condotto un mese in crescendo concluso con le due doppie-doppie rifilate consecutivamente ai Chicago Bulls.
Dispiace non poter rivedere il duello fra il lettone e il dominicano anche nella post-season, presto o tardi però arriverà il momento in cui la Lega sarà di loro “proprietà”.

CONFERME

Considerato il rapporto fra le prestazioni fornite e il numero con cui è stato scelto (13), Devin Booker può essere considerato il vero steal of the draft. La guardia dei Suns è stata protagonista di un mese esaltante, purtroppo solo sul piano individuale, nel quale è stata top-scorer fra i giocatori al primo anno di esperienza, grazie ai 22 punti di media messi a referto; da non sottovalutare anche i 5 assist e i 3.5 rimbalzi a partita, il tutto realizzato in una delle peggiori franchigie della Lega sia per qualità che per coesione del roster. Nemmeno ventenne, il prodotto di Kentucky University potrà essere una delle future star di questa Lega.
Non è stato da meno il mese condotto da Nikola Jokic, ormai confermato a pieno titolo al centro del progetto di rinascita dei Denver Nuggets. Con 12 punti e 9 rimbalzi di media, il serbo è tra i giovani emergenti più interessanti dell’intero panorama.

SORPRESE

Ancora lui: Salah Mejri!
Il tunisino dei Dallas Mavericks gioca poco (12 minuti di media), ma quando Carlisle decide di concedergli fiducia, l’ex centro del Real Madrid sa ripagarla più che degnamente. Due doppie-doppie consecutive (13 punti + 14 rimbalzi, 14 punti + 12 rimbalzi) firmate nelle delicate sfide contro i Portland Trail Balzers, nelle quali il Tunisino ha anche dispensato stoppate durante tutto l’arco del match. Nostro rivale al Preolimpico, meriterebbe più spazio nelle rotazioni dei Cavalli Indomabili, in piena corsa per un posto ai play off.

IN RISALITA

Gran momento di forma per Willie Cauley-Stein, centro di Sacramento che, oltre all’abituale sostanza impressa sotto le plance, sta cominciando a prendere una certa confidenza con la doppia cifra di punteggio; lo dimostrano i 26 punti contro Phoenix e i 21 con 8-11 al tiro forniti contro Dallas. Nella seconda parte di stagione ha saputo conquistarsi un posto sempre più rilevante all’interno delle rotazioni di George Karl, fino a diventare un titolare fisso.
Situazione praticamente analoga quella che riguarda il lungo dei Pacers Myles Turner, poco considerato all’inizio della stagione anche a causa di qualche infortunio di troppo, adesso insostituibile. La giovane ala grande rappresenta un’eccezione nel reparto lunghi di Indiana, composto in prevalenza da giocatori rocciosi ma poco tecnici. I suoi 10 punti di media a partita sono una manna dal cielo per lo sterile attacco della franchigia di Indianapolis, ma non sono da sottovalutare nemmeno le sue statistiche a rimbalzo (6.5) e le stoppate (quasi 2), tutti numeri che hanno contribuito a renderlo il miglior rookie della Eastern Conference nello scorso mese.

FLOP

Piuttosto positive le statistiche di D’Angelo Russell nel mese di marzo (16 punti, 3 assist, 3 rimbalzi); ma allora perchè considerarlo un flop?
Perché qualche giorno fa il rookie dei Lakers è stato protagonista di uno scivolone che rende incerto anche la sua stessa permanenza a Los Angeles. Inconsapevolmente o meno, pare che sia stato pubblicato un suo video privato che riguardava le relazioni extraconiugali del suo compagno di squadra, Nick Young. L’episodio ha già fatto il giro del mondo, lo spogliatoio che finora era stato dalla sua parte adesso gli ha voltato le spalle, lo stesso coach lo ha praticamente etichettato come un adolescente.
Se sono indiscutibili le sue qualità tecniche, per ereditare lo scettro del Black Mamba è necessario disporre anche di carisma e leadership che la seconda scelta al draft sta dimostrando di non possedere