Il CSKA Mosca torna sul tetto d’Europa

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Strana la vita. Nelle Final Four 2014 Krhyapa condannò il Cska Mosca a Milano con una sanguinosa palla persa nella semifinale contro il Maccabi Tel Aviv. Due anni dopo l’ala dell’Armata Rossa ha siglato il tap in che ha regalato di fatto al Cska Mosca la settima Euroleague della sua storia. Un trionfo atteso da otto anni, dai tempi della coppia Messina-Papaloukas, in una Europa che dopo Praga aveva regalato solo delusioni, clamorose rimonte e lacrime amare.
Un copione che poteva benissimo replicarsi anche a Berlino con la rimonta incredibile del Fenerbahce nel secondo tempo e il Cska Mosca ripiombato nell’incubo di Istanbul. Ma si era capito che il finale sarebbero stato diverso. Coach Itoudis ha costruito un team mentalmente più solido rispetto ai flop passati, capace di soffrire ma non cedere di fronte al ritorno dei turchi. Le urla del delfino di Obradovic e la leadership di De Colo (22 punti con 9/10 ai liberi) sono state le chiavi del successo moscovita, nato da un secondo quarto perfetto chiuso con un parziale di 28-10. L’armata rossa è apparsa inarrestabile, capace di correre e arginare il talento del Fenerbahce mentre Obradovic ha cercato di scuotere i suoi allargando le rotazione e giocando anche il doppio centro (Antic-Vesely-Udoh).

Nella ripresa i turchi hanno cambiato registro, ritrovando quel gioco che aveva condannato il Real Madrid ai playoff. Bobby Dixon ha cominciato a sparare dall’arco con grandi percentuali (5/9 da tre), Sloukas è salito di giri e Datome ha contribuito con canestri importanti (16 punti alla fine per il capitano azzurro). Udoh e Antic (32 punti e 12 rimbalzi in due) hanno messo in difficoltà la front line di Itoudis che nella ripresa ha pagato i centimetri e i chili dei centri del Fenerbahce. La compagine di Obradovic nel secondo tempo ha segnato 53 punti, concedendone al Cska solo 33 e arginando il talento di Teodosic fin lì perfetto. Al supplementare però i turchi hanno pagato la stanchezza dell’extra time contro il Laboral Kuxta e un’imprecisione insolita dalla linea della carità (27/39 per il 69%). Le proteste di Obradovic per i passi di De Colo (ultima partita in Europa di Luigi La Monica) sulla tripla che ha portato al tap-in di Krhyapa sono esternazioni dettate dall’adrenalina della finale, spente dal meritato trionfo di una squadra pienamente matura per vincere l’Euroleague.

Il Cska Mosca ha legittimato la vittoria, ottenuta la termine di una stagione in cui ha subito solo cinque stop al netto di ventiquattro vittorie. Miglior attacco delle Top-16 (92 punti di media), a Berlino il Cska Mosca ha vinto i propri incubi ed insicurezze, imponendosi prima nel derby russo contro il Lokomotiv Kuban e poi nello scontro contro il favorito Fenerbahce. Nella settima affermazione del Cska Mosca si vede la mano di coach Itoudis alla prima vittoria in Euroleague da capo allenatore dopo le cinque conquistate come vice di Obradovic. Il greco è riuscito a costruire una squadra forte e mentalmente solida, perdendo diverse pedine importanti (Kaun, Kirilenko e Weems) ma valorizzando la coppia De Colo-Teodosic. Il francese ha terminato la sua annata d’oro venendo insignito del premio di Mvp delle Final Four (dopo aver già vinto Mvp stagionale e Alphonso Ford Trophy), mentre il serbo è riuscito ad alzare un’Euroleague dopo sei finali perse da assoluto protagonista (19 punti, 7 assist per 29 di valutazione).
Nella festa moscovita menzioni particolari vanno riservate a Victor Krhyapa, capitano e superstite di Praga 2008, autore di una splendida partita da 10 punti e Kyle Hines, il centro atipico del Cska inarrestabile su entrambi i lati del campo. Sfatata la maledizione Itoudis ora proverà ad aprire un ciclo forte di un budget (37 milioni di dollari) che nessuno in Europa può vantare.

Eurolega,   Final Four 2016In casa Fenerbahce i rimpianti sono diversi, testimoniati dalla rabbia di coach Obradovic a fine partita. La rimonta è sfuggita a 1.2 secondi dal termine, affossata dal tap-in di Krhyapa che di fatto ha tagliato le gambe ai turchi. I rammarichi dell’extra time sono relativi, quello che fa male è il secondo quarto regalato al Cska in cui i giocatori di Obradovic sono rimasti inermi di fronte allo show russo. Paradossalmente a Obradovic sono mancati i due giocatori più rappresentativi: Jan Vesely, ancora convalescente dall’infortunio che ha chiuso con 7 punti ma un pesantissimo 1/10 dalla lunetta e Bogdan Bogdanovic mai entrato nella partita (anche per merito della difesa di Itoudis) che ha sparato 0/6 dai 6, 75. Il rischio di stima esagerata era una minaccia concreta per la formazione turca che dopo la serie perfetta contro il Real Madrid ha peccato forse di presunzione durante tutto il week end di Berlino, trasformatasi di colpo in una piccola Istanbul grazie alla numerosa comunità turca.
Contro il Laboral Kuxta in semifinale (+7 nell’ultimo periodo per gli spagnoli) il Fenerbahce si è salvato con l’esperienza dei suoi protagonisti ma regalare un intero quarto al Cska Mosca alla lunga è costata la Coppa. In una serie di playoff probabilmente questo Fenerbahce non avrebbe rivali per talento, freschezza ed esperienza, ma il format crudele delle F4 ha premiato lo spirito di sacrificio del Cska Mosca. Obradovic subisce il secondo stop consecutivo alle Final Four e deve rimandare l’appuntamento con l’Euroleague numero nove per lui e la prima nella storia del Fenerbahce.

Berlino 2016 è stato sicuramente un successo: di pubblico, di basket e di sport (nonostante il calcetto rifilato a Kalinic da un tifoso moscovita durante la finalissima). Jordi Bertomeu non poteva sperare in una finale migliore (solo Istanbul 2012 ha regalato le stesse emozioni) e il sorriso dipinto sul volto del numero uno dell’Eurolegaue mentre in mondovisione consegnava la coppa a Krhyapa lasciava prevedere il futuro radioso della competizione. Oltre Oceano hanno Curry, James e compagnia ma anche l’Euroleague non scherza più. I Feel Devotion.