Rookie of the year: trionfa Towns, Porzingis e Jokic sul podio!

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Towns è il ROY 2016 - © twitter.com/Timberwolves
Towns è il ROY 2016 – © twitter.com/Timberwolves
Karl Anthony Towns ha suggellato la sua straordinaria prima stagione in NBA con il meritatissimo riconoscimento di miglior rookie della stagione, ottenuto con l’unanimità dei consensi (quinto giocatore degli ultimi 30 anni a riuscirci) e staccando di circa 300 punti il suo più temibile rivale, il lettone dei New York Knicks Kristaps Porzingis; il gradino più basso del podio è stato invece ottenuto da Nikola Jokic, serbo dei Denver Nuggets, preferito di poche lunghezze al cecchino dei Suns, Devin Booker.

Il gigante dei Minnesota Timberwolves proviene da quella fucina di talenti che risponde al nome di Kentucky Wildcats, college che negli ultimi anni ha già sfornato altri fenomeni come John Wall e Anthony Davis. Merito, anche, del buon lavoro svolto da John Calipari, mentore di Towns già dai tempi della nazionale dominicana nel 2012, e fortemente voluto a Kentucky quando è stato tempo di recruiting. Lo stesso ragazzo ha confermato l’importanza del coach Hall of Famer 2015 nel suo percorso di crescita durante una recente intervista:

Mi ha abituato a lavorare duro ogni giorno per raggiungere i miei obiettivi.”

Il suo arrivo a Minnesota, invece, può essere considerato l’ultimo lascito di Flip Saunders alla franchigia alla quale era maggiormente legato e della quale è stato coach fino al momento della sua prematura scomparsa. Saunders è stato uno dei principali sponsor del ragazzone dominicano al Draft 2015, scelto con la prima chiamata assoluta e poi fin da subito affiancato ad un gigante di questa Lega, Kevin Garnett, bandiera della franchigia e guida tecnica e tattica di Towns sul parquet.

Le sue straordinarie capacità atletiche unite alla notevole etica del lavoro hanno prodotto delle statistiche che collocano il 20enne di Piscataway al fianco di mostri sacri di questa Lega, come Tim Duncan e Shaquille O’Neal. Le sue medie stagionali si assestano sui 18 punti e 10 rimbalzi oltre a quasi 2 assist e 2 stoppate in 32 minuti di impiego; colpisce soprattutto la sua straordinaria abilità offensiva confermata dal 59% di precisione dal campo, ai limiti dell’impossibile se si considera il suo ampio range di tiro. Al di là della freddezza dei numeri, guardando le sue prestazioni si avverte la sensazione di assistere alle giocate di un vero predestinato, capace in un futuro più o meno lontano di dominare la NBA.

Durante la conferenza stampa relativa alla consegna del riconoscimento, Towns ha dimostrato una sicurezza e una spavalderia peculiare per un ragazzo della sua età:

 “Questo è il punto più alto della mia carriera, ma lo sarà ancora per poco.” 

Ha poi voluto spendere qualche parola per il suo nuovo coach, Tom Thibodeau, ex Chicago Bulls scelto per dimenticare i fallimenti delle ultime due stagioni:

“Lui mi vuole leader di questa squadra. Stiamo facendo tutti un grande lavoro per migliorare il team e per competere per i playoff nella prossima regular season.”