Milano Campione d’Italia, è lo Scudetto n. 27. E Gentile saluta…

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Milano campione d'Italia 2016 - © 2016 Simone Lucarelli
Milano campione d’Italia 2016 – © 2016 Simone Lucarelli
Nella stagione in cui si è festeggiato l’80esimo anniversario della fondazione del club, l’Olimpia Milano targata EA7 Emporio Armani conquista il 27esimo scudetto della sua storia, il secondo negli ultimi tre anni, e centra la quinta doppietta con la Coppa Italia, prima dal 1996. Come la Dinamo Sassari un anno fa, Milano ha conquistato il titolo in trasferta al PalaBigi di Reggio Emilia, la squadra che anche 12 mesi fu costretta ad assistere alla festa degli avversari e alla nomina di Rakim Sanders come Mvp, nel 2015 in maglia Banco di Sardegna, quest’anno con le Scarpette Rosse.

Milano era la favorita d’obbligo, ha dovuto lottare per tutta la stagione con le solite pressioni e, pur con un roster rivoluzionato in estate con un nuovo allenatore, Jasmin Repesa, e poi ridisegnato ancora a fine inverno con gli innesti di Sanders, Kalnietis e Batista, è riuscita a mantenere le promesse e superare una pur coriacea Reggio Emilia che ha lottato fino in fondo al netto degli infortuni di Stefano Gentile e anche di Pietro Aradori. L’Olimpia ha evidenziato i soliti alti e bassi emotivi, soprattutto in trasferta, ma quando contava davvero ha risposto presente, vedi gara 4 al Taliercio con la Reyer avanti 2-1 nella serie di semifinale e poi in gara 5 e 6 della serie scudetto quando l’EA7 aveva tutto da perdere.

GRUPPO COMPATTO

La squadra del gm Portaluppi e del presidente Proli può essere soddisfatta per aver aperto questo ciclo con due trofei, la Coppa Italia e lo scudetto, a conferma che in Italia l’Olimpia è stata di un’altra categoria per talento e profondità del roster, pur con un gioco quasi mai armonioso e bello da vedere. Resta il rammarico per aver fatto tutto sommato male in Europa ma a questo ci si penserà dal prossimo anno dove coach Repesa avrà un anno in più di esperienza e magari un roster più simile possibile a questo. La speranza è quella di ripartire da Sanders, Kalnietis e Simon, più difficile il discorso per Alessandro Gentile, ovvero i quattro giocatori statisticamente più importanti in finale.

Nelle 6 gare per lo scudetto Rakim Sanders ha totalizzato 83 punti (il migliore davanti agli 82 di Kaukenas che ne ha fatti 27 nella sola gara 1) e ha viaggiato a quasi 14 di media meritandosi così per il secondo anno consecutivo il premio di MVP delle Finali Scudetto; il croato Simon, probabilmente il più costante all’interno della stagione, anche in Europa, ha chiuso a 11 punti di media; sorprendente Mantas Kalnietis che, arrivato tra lo scetticismo generale per essere un playmaker decisamente atipico (sfiora i 2 metri, grande atleta ma poco tiratore e con letture rivedibili), è stato il migliore in assoluto per valutazione con 15.1 di media (91 totale) e addirittura il più preciso da tre, 7 su 14, 50% nella serie.

GENTILE E IL FUTURO

Alessandro Gentile,   Olimpia Milano - © 2016 Simone Lucarelli
Alessandro Gentile, Olimpia Milano – © 2016 Simone Lucarelli
Per quanto riguarda il futuro di Alessandro Gentile – 12.3 punti di media in 24 minuti nella finale con un high di 23 punti con 9 su 10 al tiro in gara 2, è stato lui stesso a parlare a caldo poco dopo la conquista dello scudetto: “Quando ho rifirmato per Milano questo era quello che mi aspettavo. Potrebbe essere la mia ultima partita con l’Olimpia, sono stati cinque anni intensi: 2 scudetti e una Coppa Italia. Sono soddisfatto“. Il capitano biancorosso, che ha contratto fino al 2018 con opzioni di uscita per l’NBA, ha detto nella conferenza stampa del giorno dopo: “A Milano mi sono trovato, e mi trovo benissimo. E’ bellissimo avere tanta gente che mi vuole bene, e comunque io decida, sarà stato qualcosa di importante. Europa o Nba? Non ci sto pensando. Quando gioco non guardo ad altro”.

La pista NBA per Gentile non è da escludere perché, dopo la scelta nel Draft del 2014, gli Houston Rockets potrebbero finalmente dargli una chance, a maggior ragione in una franchigia con legami con Milano visto che il nuovo coach è Mike D’Antoni e nello staff dirigenziale c’è Gianluca Pascucci, ex general manager dell’Olimpia e che ha seguito dal vivo la finale scudetto. Non va però esclusa a priori un’esperienza in un top club di Eurolega: il Barcellona, il CSKA Mosca e il Panathinaikos (club dove ha giocato papà Nando) lo seguono da tempo, in aggiunta ci sarebbe l’ambizioso Darussafaka Dogus che ha ingaggiato coach David Blatt e sta già corteggiando Andrea Bargnani.

Per quanto riguarda il futuro del resto del roster, servirà un rafforzamento visto che la nuova Eurolega 2016-17 sarà ancor più dura e competitiva. Di sicuro non ci saranno più Barac e Jenkins, fuori nella serie finale, mentre in arrivo ci sono Awudu Abass da Cantù, Simone Fontecchio dalla Virtus Bologna e Davide Pascolo da Trento che andranno a comporre il nucleo italiano con Cinciarini e Cerella. Sul resto è ancora tutto un’incognita.