Curiosità
I Cavaliers crollano di peso in gara 2 alla Oracle Arena ed ora vedono allontanarsi sempre più il sogno di conquistare l’anello. La sconfitta di 33 punti è una delle peggiori nelle finali ed il -48 subito da Cleveland nelle prime due sfide è il peggior differenziale di sempre nelle Finals arrivati a questo punto. Gli Warriors dominano, con un Andrew Bogut capace di 4 stoppate nel solo primo quarto, come non accadeva dalle 5 di Ben Wallace nei Pistons nel primo quarto di gara 3 della serie conclusiva del 2005. Golden State sale a quota 121-1 nelle ultime due stagioni quando prende almeno 15 punti di margine (unica sconfitta contro i T-Wolves quest’anno) e conquista la vittoria numero 87 tra stagione regolare e playoff, il massimo di sempre, a pari merito con i Bulls del 1995/96. Steve Kerr diventa, inoltre, il secondo coach nella storia dopo Phil Jackson a vincere 30 delle prime 40 sfide allenate nei playoff. Il 2-0 con cui volano in Ohio è quanto mai di buon auspicio per la vittoria finale.
Notte da dimenticare per LeBron James, che interrompe la striscia di 9 vittorie consecutive in gara 2 dopo una sconfitta in gara 1 e rischia di veder finire il suo incredibile filotto di 25 serie di playoff consecutive con almeno una vittoria in trasferta. Per la prima volta in carriera nelle Finals non segna alcun punto nel primo quarto (alla fine saranno soltanto 19) e gli Warriors allungano a 7 successi consecutivi contro i Cavaliers, la miglior striscia vincente contro una squadra del Prescelto nella sua carriera. Solo tre squadre nella storia NBA hanno rimontato uno svantaggio di 0-2 nelle Finals, ovvero i Celtics nel 1968/69 sui Lakers, i Blazers nel 1976/77 sui 76ers e gli Heat nel 2005/06 sui Mavericks. Cleveland ha un record di 2-10 nelle Finals ed ha perso le ultime cinque partite consecutivamente.
NBA Finals – Gara 2
Golden State Warriors – Cleveland Cavaliers 110-77 Serie: 2-0
(Green 28; James 19)
