Qualificarsi ai playoff non basta più: gli Hawks in cerca del definitivo salto di qualità

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Si direbbe non sia cambiato nulla da un anno fa a questa parte. A ben guardare, però, gli Hawks hanno molte meno certezze di quante ne potevano tenere tra le mani la scorsa estate, tanto guardandosi indietro, quanto, soprattutto, proiettandosi verso il futuro.

Atlanta Hawks - © 2016 twitter.com/ATLHawks
Atlanta Hawks – © 2016 twitter.com/ATLHawks

La miglior stagione nella storia della franchigia, quella da 60 vittorie messa insieme tra fine 2014 ed i primi mesi del 2015, ha lasciato spazio ad un ottimo record, ma più ricco di ben 12 sconfitte. Eppure, la striscia di annate concluse con la gioia dei playoff non si è arrestata, anzi, Atlanta ha proseguito per la nona volta di fila oltre la regular season. La conclusione, comunque, è rimasta la stessa, in una serie senza storia contro i Cavaliers di LeBron James, ancora una volta senza festeggiare alcun successo, ma uscendo con uno sweep difficile da digerire. Quest’anno in particolare perché, dopo una prima serie vinta 4-2 contro i Celtics, così come era successo contro i Nets nella scorsa post-season, non si è volati in finale di Conference, ma ci si è fermati un turno prima, dinanzi al Prescelto. Un anno in più sulle gambe è sempre deleterio, specialmente se si tratta di uno dei roster più anziani dell’intera NBA. Non più giovanissimi e parte di un meccanismo alquanto fragile, sul punto di spezzarsi già a ridosso della trade deadline, quando Atlanta ha considerato dei possibile scambi in cui inserire Jeff Teague, Al Horford, Kyle Korver e Dennis Schroeder. Nessuno ha lasciato la Georgia, la classe di Paul Millsap ha continuato ad illuminare Atlanta, alcuni giovani interessanti hanno lasciato il segno e permesso al quintetto di tirare più il fiato, eppure non ci si è mossi in avanti di una virgola, anzi.

Ci sono squadre che avrebbero certamente pagato per la buona sorte vissuta in termini di inforuni dalla squadra di Mike Budenholzer, un anno fa stratega da Head Coach of the Year e quest’anno probabilmente frenato da un ambiente scarico. Tiago Splitter ha saltato la maggior parte della stagione per un gravissimo infortunio, ma, per il resto, tutti i migliori sono sempre stati a disposizione. Eppure è risultato evidente un calo, soprattutto offensivo, con Teague e Korver molto sottotono rispetto all’anno passato. Il paragone con una squadra che ha comunque scritto la storia della franchigia potrebbe sembrare ingeneroso, ma la caduta in termini di efficienza ha determinato lo scontro con Cleveland in semifinale di Conference e la conseguente uscita anticipata dai playoff. Che la ricostruzione pensata qualche mese fa sia necessaria per far volare più alti gli Hawks? Teague ha soltanto un anno di contratto rimasto e si avvicina ai 28 anni. Molti rumors lo volevano ad un passo dal passaggio ai Sixers, in cambio di Nerlens Noel, un giocatore perfetto per i gusti di Budenholzer, che ama i tiratori in ogni ruolo. Lo scambio metterebbe sotto i riflettori Schroeder, una riserva di altissima qualità, pronto forse per il salto in quintetto ed alla guida del team sul parquet. Korver è nella medesima situazione contrattuale e, a 35 anni, ha vissuto una stagione di quasi il 10% inferiore rispetto alla passata nella propria specialità, il tiro da oltre l’arco. Potrebbe essere sacrificato se si volesse raggiungere un grande nome in estate.

Al Horford,   Paul Millsap,   Kent Bazemore - © 2016 twitter.com/ATLHawks
Al Horford, Paul Millsap, Kent Bazemore – © 2016 twitter.com/ATLHawks

Millsap ha ancora due anni di contratto, ma l’ultimo sarà una player option che difficilmente accetterà. Il classe ’85 è cresciuto moltissimo ad Atlanta e rimane uno dei migliori giocatori della Lega sulle due fasi del gioco, pezzo pregiatissimo per la propria qualità. Chi sembra il più propenso a lasciare la città, comunque, è Horford, che cercherà l’ultima grande occasione (con un lauto contratto possibilmente) della propria carriera quasi sicuramente lontano dalla Georgia. Non sarà facile sostituire la sua abilità difensiva, unita ad un gioco offensivo che ha aggiunto anche l’arma del tiro di un solido tiro da tre punti. Kent Bazemore è migliorato a vista d’occhio e merita una conferma, mentre la decisione riguardo Mike Scott potrebbe dipendere da quanto saranno economicamente impegnativi gli obiettivi estivi della franchigia, che potrebbe dire la sua anche nella corsa a Kevin Durant, ma solo se riuscirà a liberare sufficiente spazio salariale per attirare la sua attenzione. DeMar DeRozan sembra sempre più convinto a voler approdare nella sua Los Angeles per aiutare a rifondare i Lakers, anche se Atlanta potrebbe essere un approdo perfetto tanto per questi Hawks quanto personale, in quanto si troverebbe a suo agio tra tanti tiratori, al contrario di quanto successo a Toronto. Oppure si potrebbe aspettare di lasciar partire Millsap la prossima estate per lanciarsi alla ricerca di uno dei fenomeni in uscita, tra cui Steph Curry, Russell Westbrook, Chris Paul, Kyle Lowry e Blake Griffin, oltre allo spauracchio James.

Qualcosa, però, deve cambiare fin da subito e le opzioni non mancano. Sul mercato c’è un giovane di strepitose prospettive come Hassan Whiteside, oltre a pezzi importanti, in tono minore, come Jeff Green e Courtney Lee. Soprattutto, però, un eccezionale aggiunta potrebbe essere Mike Conley, se lasciasse i Grizzlies. Eccezionale timoniere della manovra offensiva, se in salute può inventare per i compagni o fare reparto da sé, a seconda delle esigenze. Budenholzer aspetta, ansioso di sapere se la stagione calda gli farà ritrovare il sorriso.