Il talento si paga e i Grizzlies non badano a spese: azzardo o saggezza?

2
1325

Mike Conley - © 2016 twitter.com/memgrizz
Mike Conley – © 2016 twitter.com/memgrizz
Parlando di Grizzlies di questi tempi non si può che partire da un numero: 152.605.576. Sono i milioni di dollari che finiranno nelle tasche di Mike Conley grazie al quinquennale firmato in questa offseason, con 140 di questi milioni garantiti. Il contratto più esoso nella storia NBA, semplicemente. Il numero in questione, però, non deve far pensare ad un grossolano errore. La squadra nelle mani di David Fizdale, al primo incarico da head coach dopo 8 anni da assistant a Miami, se dovesse far pace con la fortuna, sarà tra le grandi protagoniste della prossima regular season, in una Western Conference sempre più indiavolata al vertice.

L’offseason da cifre astronomiche per Memphis si è aperta con l’arrivo di Chandler Parsons, con un quadriennale da 94 milioni di dollari, quell’ala con un solido tiro da tre punti che tanto mancava in città e che corrisponde perfettamente all’upgrade al roster che Conley aveva richiesto come prerogativa per intavolare il discorso sul rinnovo del contratto. L’ex giocatore dei Mavericks percepirà addirittura di più rispetto a Marc Gasol l’anno prossimo, nonostante lo spagnolo abbia firmato l’estate scorsa un contratto da ben 113 milioni di dollari, spalmati su cinque stagioni. Non può essere soltanto una questione di aver trovato una soluzione dal perimetro, dunque. Parsons è anche molto abile nel trattare il pallone ed è in grado di crearsi un tiro off the dribble, togliendo molta pressione dalle mani di Conley e Gasol come uniche fonti di gioco offensivo. Per questo la scelta è tanto apprezzabile: più spazio di manovra anche senza palla per il play classe ’87 e meno difensori nel pitturato a dare noie a Gasol. Certo è che Parsons ha non pochi problemi in fase difensiva e l’infortunio al ginocchio da cui è reduce non aiuta di certo a migliorare la situazione. La presenza di giocatori di esperti del genere come Tony Allen, però, potrebbe rendere le cose molto più semplici e trasformare il meccanismo in vincente.

Chandler Parsons - © 2016 twitter.com/memgrizz
Chandler Parsons – © 2016 twitter.com/memgrizz

Sono proprio gli infortuni a lasciare aperta la porta del dubbio sui Grizzlies, che hanno 340 milioni impegnati su tre giocatori che l’anno passato hanno giocato appena 23 partite in totale dopo l’All-Star Game, playoff inclusi. E’ proprio questa la più grande preoccupazione riguardo il contratto di Conley, che comunque costituisce la scelta migliore che Memphis potesse fare in questa offseason. Un investimento sul lungo periodo darà al giocatore la certezza di essere al centro del progetto in un’organizzazione in cui si è trovato perfettamente a suo agio, con un’atmosfera resa nuovamente competitiva dopo la complessa scorsa stagione. Il talento si paga caro al giorno d’oggi in NBA, soprattutto se si vuole guardare oltre una o due stagioni di contratto. Conley è in grado di costruire splendidamente il gioco grazie ad un’intelligenza spiccata sul parquet e di dire la sua anche in difesa, soprattutto grazie all’abilità nel rubare il pallone dalle mani degli avversari. I 13.6 punti, 5.6 assist e 1.5 rubate di media tenuti in carriera, oltre a nessuna selezione per l’All-Star Game, potrebbero fuorviare, anche se è proprio questo il momento per il nativo di Indianapolis di dimostrare tutto il suo valore, per non far ricredere la franchigia su questo comunque dispendiosissimo investimento.

Uno dei quintetti più spettacolari della Lega, completato da Allen e da Zach Randolph, baluardo da 15.3 punti e 7.8 rimbalzi a partita ancora a 35 anni, nelle mani di un allenatore che, da assistant, è stato tra i più rispettati nella Lega. Anche se essere al timone è tutta un’altra questione. La panchina, perso Matt Barnes, in volo verso Sacramento ha aggiunto in Troy Daniels un altro tiratore di buon valore, in James Ennis un’interessante ala forte per il futuro, e ben quattro scelte dallo scorso Draft, di cui almeno due dovrebbero essere già pronte per l’anno prossimo. Wade Baldwin, arrivato con la numero 17 da Vanderbilt, è un sosia di Conley, un leader sui due lati del campo, con grande prestanza fisica per il ruolo e ottima qualità nel rubare palla. Deyonta Davis, da Michigan State alla numero 31, ha un talento da prime posizioni ed il fatto che sia scivolato al secondo giro non toglie la sua abilità nel segnare dalla media distanza e, soprattutto, la sua esplosività sotto canestro, che garantisce rimbalzi e stoppate in quantità. Rade Zagorac, 20enne serbo, continuerà probabilmente a crescere oltreoceano, ma è già un buon tiratore da tre punti, che potrà diventare eccelso prima dello sbarco in NBA. Wang Zhelin, centro cinese altissimo, ma ancora poco formato fisicamente, è acerbo e dovrà farsi le ossa prima di poter aspirare al salto di qualità a Memphis.

Dopo una offseason scoppiettante, dunque, ai blocchi di partenza i Grizzlies si presenteranno, nemmeno a dirlo, tra le probabili protagoniste della prossima annata. Sperando che gli infortuni lascino in pace i suoi gioielli, oggi quanto mai costosi e ricchi di aspettative.

2 COMMENTS

  1. La firma di conley è stata giusta, però impegnare così tanto cap solamente per 3 giocatori è un grosso rischio, soprattutto riguardo a Parsons che si porta dietro il contrattone simil mavs.

    • Purtroppo sono stati costretti: la loro scelta il prossimo anno ce l’hanno i Nuggets ed il 2018 viene considerato povero di talento quindi avrebbero vissuto 3 anni nel limbo prima di poter avere una realistica chance di ricostruire…

Comments are closed.