L’Italia si ferma ad un passo dal sogno: a Rio 2016 va la Croazia

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I ricordi iniziano a svanire e a perdersi nella memoria, ma quel 20 agosto del 2004, in cui l’Italbasket regalò un magico sogno d’argento a tutti gli appassionati, resterà ancora l’ultimo su un parquet olimpico almeno per i prossimi quattro anni.

Dario Saric - © 2016 twitter.com/FIBA
Dario Saric – © 2016 twitter.com/FIBA

Ieri sera, in un PalaAlpitour con un pubblico quanto mai carico di speranze ed esplosivo per l’occasione, sono tanti i fattori ad essere mancati alla nostra nazionale, quando sarebbe bastato soltanto un passo in più per volare in Brasile. Un attacco bloccato, non soltanto in un inizio di grandissima tensione per entrambe le squadre, che si presentano nel match con 1/6 dal campo, senza un tiratore affidabile dall’arco, come dimostra il pessimo 5/21 finale da tre punti, con tante individualità di valore, ma poca circolazione di palla e capacità di pensare da squadra. Nei 23 minuti di interruzione per il problema al tabellone elettronico, l’Italia non medita sui propri errori e rientra sul parquet scarica, tanto da finire, a cavallo tra il primo ed il secondo quarto, in doppia cifra di svantaggio. Intanto, per colpe almeno condivisibili con la terna arbitrale, forse annebbiata dalle parole di Aza Petrovic alla vigilia, comincia l’ecatombe di falli commessi dai nostri uomini migliori. Eppure gli azzurri lottano e tornano con forza nel match, grazie ad una grande difesa di Marco Cusin. E’ proprio una delle poche gioie della serata dal perimetro, opera di un ottimo Daniel Hackett (10 punti, 6 rimbalzi, 4 assist), a farci tornare a contatto sul -1. Dall’altra parte, però, Bojan Bogdanovic non ha ancora finito di farci male, come dimostrano i 26 punti totali nel match, e la Croazia allunga sul 39-34 alla pausa lunga.

L’inizio della ripresa è folgorante, l’Italia sembra potersi lanciare, guidata da un pubblico sempre più caldo, verso un parziale importante, soprattutto grazie ad un Danilo Gallinari tornato magico con un doppio gioco da tre punti dei suoi, ma l’attacco si arresta nuovamente e gli ospiti, guidati da un Kruno Simon decisivo con i suoi 21 punti, tornano in controllo del match. Chi ha dimostrato una crescita pazzesca in questo Preolimpico è senz’altro Nicolò Melli (11 punti e 8 rimbalzi al termine), capace di raccogliere rimbalzi offensivi di importanza capitale per l’economia del match e per farci rientrare a contatto al termine del terzo periodo. L’Italia, però, crolla nuovamente e continua a non trovare con regolarità la via del canestro, tanto da finire, sul 63-55 avversario a 5 minuti dal termine, con le spalle al muro. La grinta ed il grande cuore dei nostri, però, si vedono nel momento del bisogno e ci guidano ad un parziale pazzesco costruito da una tripla di Marco Belinelli e dai canestri di Hackett e Melli che, con la sua poderosa schiacciata su assist fenomenale del numero 8, fa esplodere Torino e ci porta avanti nel punteggio. In una partita in cui, allo scadere del supplementare, avremo perso la bellezza di quattro giocatori con 5 falli, al contrario dei nostri tenaci avversari senza alcuna defezione (30-21 il computo totale), ecco che ci vediamo privare di Gallinari nel momento decisivo, ma, tra canestri scellerati e liberi di importanza capitale, raccogliamo il 70-70 a 5 secondi dal termine grazie ad un tap-in di Melli.

Al supplementare, con i nostri talenti decimati dai falli, esce tutto il meglio della Croazia, guidata dai suoi campioni, su cui spicca un Dario Saric magistrale (18 punti e 13 rimbalzi), premiato MVP del torneo. La grande difesa costruita da coach Ettore Messina, decisiva per le sorti azzurre fin dal primo giorno, non basta più quando i minuti nelle gambe iniziano ad essere tanti e l’attacco azzurro, la cui prestazione potrebbe essere racchiusa nell’assurdo errore di Alessandro Gentile lanciato nel contropiede che potrebbe darci il -2, non ha quei colpi di genio che, dall’altra parte, produce un Bogdanovic mortifero con la sua tripla allo scadere dei 24 secondi, quella del +6, quella che si rivela decisiva nell’84-78 finale. La delusione del capitano Gigi Datome, la rabbia di Gallinari, un Melli senza parole e coach Messina che prova a risollevare il morale dei suoi, in un Preolimpico che avrebbe meritato maggior fortuna. Certo è che qualcosa in questa Nazionale dal talento pazzesco, ma incapace di compiere quel maledetto ultimo passo, non funziona. E bisognerà pensarci in fretta, per tornare davvero tra le prime protagoniste in Europa e coltivare nuovamente il sogno a cinque cerchi per il 2020 a Tokyo. I ricordi, per quanto magici, non bastano più.

5 COMMENTS

  1. Non vorrei essere troppo negativo, e non è il risultato che cambia la mia valutazione, ma questa Nazionale va rifatta. Lasciando a casa qualche talento offensivo e mettendo dentro qualche specialista. Così da responsabilizzare i 2-3 leader offensivi e far fare agli specialisti il resto di lavoro.

    Senza tiratori che aprono il campo e senza giocatori che abbiano il coraggio di prendere il tiro quando hanno spazio, purtroppo non si va da nessuna parte.

    Inoltre, c’è l’annoso problema della difesa del pick&roll centrale. Anni e anni che ci massacrano in questo modo.
    Siccome son passati anni e cambiati allenatori, credo ormai il problema sia nei giocatori e nella loro testa, nella loro predisposizione e nei loro valori tecnici.

    Sinceramente la considero l’occasione più grande che ha avuto questo gruppo per fare qualcosa di buono.

    Piccolo accenno su Gentile: o cambia faccia, modo di fare, modo di tirare e livello di concentrazione, oppure per me può anche stare a casa, perché ormai è chiaro che crea più danni che benefici per la Nazionale. E la cosa che più mi innervosisce non è il lay-up di mano destra da livello cadetti sbagliato, ma la palla persa sul seguente rimbalzo difensivo sui tiri liberi sbagliati da Simon.

    • Però scusate, ma Belinelli non è un tiratore da tre?
      Però al contrario di altri che nei momenti decisivi esplodono (vedi Bogdanovc e Saric) lui molto spesso inizia a tirare alla “dick of dog” e le percentuali tracollano.
      Datome è un eccellente tiratore tanto e vero che in NBA l’avevano preso come specialista ma anche lui mi sembra che abbia lasciato diversi buoni tiri.

      Io non voglio tirare pesi su nessuno: sono tutti ragazzi che sicuramente vogliono fare bene e che sentono la tensione di una nazionale che non si qualificava da 12 anni (e ora saranno 16) e non voglio nemmeno fare il “capitore” però è un dato di fatto che quest’anno non avevamo scuse, non c’erano infortunati, i migliori erano tutti presenti, l’allenatore era il top di gamma e quindi è ovvio che c’è qualche cosa che non va. Forse non nella nazionale ma proprio in questo gruppo.
      Per quanto riguarda Gentile, per dirla alla toscana: sonasega!
      Non mi riesco ad inquadrarlo, è sicuramente molto forte ma a me continua a non piacere. Anche lui nei momenti decisivi se è in svantaggio inizia a fare cag…volate da bimbetto.
      L’altro che non mi piace, non mi è mai piaciuto e non mi piacerà mai e Bargnani anche se in questo pre olimpico non si è comportato male. Però se devo avere un giocatore che nella zona decisiva devo tenere in panca che cavolo me ne faccio?

      Detto questo ora ci possiamo dedicare per qualche settimana alla pelota basca.
      Basta con il basket!
      :-))

  2. Sì, Belinelli è un tiratore in NBA, perché viene usato in un certo modo, ma in Nazionale non possiamo permetterci di tenerlo in un angolo ad aspettare lo scarico, infatti ha sempre lui la palla in mano, bloccando spesso l’attacco.
    Datome in questo Pre-Olimpico non è giudicabile, di fatto io non ho ricordi di lui in campo. Non ha lasciato nulla.

    Su Gentile mi sono già espresso. Sul Mago, i limiti li conoscevamo già tutti, non mi pare abbia fatto male sinceramente. In attacco si è preso i suoi tiri mentre in difesa ha fatto fatica come sempre, ma come hanno fatto Melli e Cusin. Infatti quel p&r centrale rimane la nostra croce.

    Bisogna cambiare qualcosa. Ripeto, meglio due attaccanti in meno e due specialisti in più. Poi, magari Polonara per Cervi (che si sapeva non avrebbe mai messo piede in campo) io l’avrei portato…

  3. Peccato non aver definito subito le gerarchie e peccato che Datome fosse fuori forma altrimenti per me sarebbe palla a Gallo e quando esce a Datome con Beli che prende blocchi sul lato debole e gli altri consapevoli fin dall’inaizio di essere comprimari…Messina è il migliore però come ha capito che nei finali Bargnani è dannoso doveva capirlo anche di Gentile…portare Pascolo o Polonara avrebbe aiutato…e poi cmq il solito problema che non abbiamo un play vero
    il basket in italia sta andando a rotoli, non meritiamo l’olimpiade

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