Tra conferme e cambiamenti, gli Hornets restano a galla in una complessa offseason

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Marco Belinelli - © 2016 twitter.com/hornets
Marco Belinelli – © 2016 twitter.com/hornets
Non era per niente facile mettere insieme i pezzi in un’offseason come questa per gli Hornets. Tanti pezzi pregiati della squadra potevano partire in sede di free agency e lasciare la squadra a dover rinascere da zero, dopo un’ottima regular season da 48 vittorie ed una sconfitta comunque molto onorevole ai playoff in una tiratissima serie in sette partite contro gli Heat. Non avrebbe avuto alcun senso pensare ad una stagione di passaggio con Kemba Walker e Michael Kidd-Gilchrist negli anni migliori del loro contratto a lungo termine. La squadra doveva confermarsi e si è confermata, persino a buon prezzo, pur in una pazza estate con tanti milioni di dollari al vento.

Le notizie migliori sono arrivate dalle conferme di Marvin Williams e, soprattutto, di Nicolas Batum. Due giocatori di importanza fondamentale per la squadra di coach Steve Clifford, cui Charlotte è riuscita a far firmare contratti di lunga durata al di sotto di quello che poteva essere il loro valore in un mercato come quello esploso quest’anno. Williams ha firmato per 4 anni a 54 milioni di dollari, mentre il francese, cercato da molte squadre in giro per la NBA, è stato confermato per i prossimi 5 anni a 120 milioni di dollari. Nonostante entrambi potessero probabilmente aspirare a più soldi in franchigie anche più appetibili, il fatto che siano voluti rimanere con gli Hornets conferma l’ottimo lavoro compiuto dal general manager Rich Cho e dal suo staff. E’ poi arrivato, per sostituire quel Courtney Lee che ha vissuto in città appena metà stagione prima di prendere casa a New York tra le fila dei Knicks, il nostro Marco Belinelli, scontento dopo una deludente stagione ai Kings. Charlotte ha rinunciato alla propria scelta numero 22 in un Draft senza alcun nome portato a casa per ottenere le prestazioni dell’italiano. Lee percepirà 12 milioni a stagione nella Grande Mela, mentre il nativo di San Giovanni in Persiceto vale la stessa cifra per le prossime due annate messe insieme. Certamente meno abile dal punto di vista difensivo, Belinelli garantisce, invece, molta più qualità nel costruire gioco in attacco e crearsi il tiro. Penseranno Kidd-Gilchrist e Batum a coprire i buchi in fase difensiva.

L’assenza che certamente più peserà per gli Hornets l’anno prossimo è quella di un Jeremy Lin encomiabile durante la passata stagione uscendo dalla panchina. Il giocatore di origine taiwanese è andato a portare aiuto ai derelitti Nets e Charlotte ha riportato tra le proprie fila Ramon Sessions, con un contratto molto simile a quello del nostro connazionale. In questo caso, però, è evidente il calo di prestazioni rispetto al partente Lin, uno dei migliori play fuori dal quintetto visti durante la passata regular season. Sessions è una guardia con un buon gioco in pick-and-roll, che sa andare a canestro con facilità, ma non garantisce certezze alle spalle di un Walker che difficilmente riesce a stare in salute per tutta un’annata e, considerando gli infortuni che continuano a perseguitarlo, può essere considerato disponibile su una base di 50-60 partite. Convince molto di più l’aver lasciato partire un Al Jefferson in evidente declino di prestazioni a causa di una fragile tenuta fisica su un corpo sempre più pesante ed incapace di essere decisivo come nella stagione d’esordio a Charlotte. Al suo posto gli Hornets hanno chiamato, con un contratto annuale da 5 milioni di dollari senza alcun possibile rischio, un Roy Hibbert voglioso di rivalsa dopo la pessima esperienza ai Lakers. Soltanto qualche anno fa era considerato tra i migliori rim protector del panorama NBA e a 29 anni vuole dimostrare di non essere già un giocatore finito. La sua rinascita passa dai tanti minuti che potrà giocare con Clifford l’anno prossimo, sperando che la sua tenuta mentale possa tornare agli egregi livelli di quella fisica.

La squadra, quindi, sembra essere rimasta su un livello molto simile a quello della passata stagione, in una Eastern Conference di difficile lettura, con molte franchigie in crescita, ma nessuna che pare imbattibile alle spalle dei Cavaliers, campioni NBA in carica. Gli Hornets potranno dare fastidio a chiunque, come compete ai calabroni veri e propri.