Tre nuovi arrivi e tante riconferme, Portland rinforza le sue fondamenta

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Poche mosse ma con un’idea abbastanza chiara dietro. Potrebbe essere questa la definizione del mercato dei free agent operato dai Portland Trail Blazers. Lasciate ad altre squadre le incombenze di strapparsi i grandissimi calibri, la dirigenza della franchigia dell’Oregon ha scelto di trattenere Crabbe, Harkless e Leonard e prendendo dal mercato un giocatore per ciascuna area del campo, un centro, un’ala, un playmaker.
D’altronde la scorsa stagione la squadra è riuscita ad arrivare in quinta posizione nella Western Conference, passare il primo turno di playoff eliminando i Clippers e perdendo solamente 4-2 contro i Golden State Warriors, pur essendo la franchigia che spendeva meno come salari di tutta la Lega! Un risultato incredibile, che ha fatto decidere al GM Neil Olshey di proseguire più o meno su quella strada.

I NUOVI ARRIVI

L’unica grande offerta presentata ad un veterano è stato un biennale da circa 40 milioni di dollari totali a Pau Gasol per cercare di portare esperienza di playoff in una squadra ancora giovanissima; al rifiuto dello spagnolo che ha scelto i San Antonio Spurs la dirigenza ha virato verso un giocatore notevolmente meno forte ma molto funzionale: Festus Ezeli infatti è stato una parte importantissima dei Warriors capaci di vincere il Titolo NBA lo scorso anno. Il vero capolavoro di Olshey però è stato il contratto fatto firmare al centro nigeriano: un biennale da 15 milioni complessivi con la seconda stagione che ha una team option. Cifre ridicole rispetto a quelle viste in questa ultima sessione di mercato.
L’altro arrivo riguarda il reparto playmaker dove attraverso una trade è stato ingaggiato Shabazz Napier che dopo le ottime cose fatte vedere a UConn e le belle parole spese per lui prima del Draft da parte di LeBron James qualche anno fa, non è mai riuscito ad imporsi al piano di sopra, passando da Miami a Orlando senza giocare però grandi minuti. A Portland potrebbe rivelarsi utile per dare fiato a Lillard e McCollum, in una rotazione a 3 guardie, ma anche per giocare al fianco di uno di questi due giocatori togliendogli l’onere di far girare la squadra.

La firma più controversa effettuata dal GM Olshey è stata sicuramente quella di Evan Turner, arrivata dopo il rifiuto di Chandler Parsons. Dal punto di vista tecnico la scelta può avere un senso, infatti viene inserito un altro ottimo trattatore di palla e buon passatore, che toglierà pressione a Lillard in caso di pressing o difese molto chiuse su di lui, dandogli la possibilità di giocare maggiormente lontano dalla palla. Il problema dell’ex seconda scelta assoluta dei Sixers è che per gli standard NBA attuali, il suo tiro da 3 è totalmente insufficiente e questo porta le difese a non considerarlo quando è sull’arco, riempiendo l’area e togliendo spazi per le penetrazioni. Ai Celtics il problema si è visto abbastanza chiaramente e quindi i 70 milioni per 4 anni sembrano, anche in un’estate di cifre pazze, obiettivamente troppi per un giocatore da 10.5 punti, 4.9 rimbalzi e 4.4 assist di media lo scorso anno (cifre che comunque dimostrano la sua capacità di essere utile in più cose su un campo da basket).

Dal Draft poi è arrivato Jake Layman, ala da Maryland, con buon tiro da tre che potrebbe andare a colmare le lacune di Aminu e Harkless da questo punto di vista.

LE CONFERME

Anche per alcuni dei giocatori rimasti qualche dubbio sulle cifre fatte firmare sorge. Se per Meyers Leonard e Maurice Harkless i contratti di 4 anni a 40 milioni possono tranquillamente essere assorbiti con il nuovo salary cap essendo comunque due pezzi importanti della panchina di Stotts, discutere fa la riconferma di Allen Crabbe. Per l’ala ex California è stato rotto il salvadanaio ed è stata pareggiata l’offerta da 4 anni per 75 milioni fatta al giocatore dai Nets. Una scelta importante che segna la volontà della franchigia di continuare con il gruppo che ha fatto bene lo scorso anno, e la fiducia in uno dei giocatori migliorati di più nell’ultimo anno. Ma anche una scelta rischiosa visto che Crabbe ha segnato 10 punti di media, uscendo dalla panchina, mentre questo nuovo contratto sembra molto simile a quello di un titolare con cifre importanti!

Notizia degli ultimi giorni infine è l’estensione di contratto firmata da CJ McCollum: 4 anni per 106 milioni di dollari, il max contract che la guardia avrebbe potuto firmare. Lo scorso anno è stato un tassello fondamentale per il raggiungimento dei playoff e la sua integrazione con Lillard è stata perfetta. Si tratta comunque di cifre altissime che (quarto giocatore non-All-Star nella storia NBA a firmare un contratto superiore a 100 milioni) andranno a gravare pesantemente sul salary cap dei Blazers, ma necessarie per trattenerlo e cercare di fondare una base solida, viste anche le grandi difficoltà mostrate negli ultimi anni di raggiungere dei free agent di livello.

Una foto pubblicata da CJMcCollum (@3jmccollum) in data: