A Phoenix vive la beata gioventù: basteranno i nuovi talenti per tornare grandi?

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Dragan Bender,   Marquese Chriss & Tyler Ulis - © 2016 twitter.com/Suns
Dragan Bender, Marquese Chriss & Tyler Ulis – © 2016 twitter.com/Suns
Un’offseason tra le più silenziose in NBA, dopo un Draft in cui sono arrivate le migliori soddisfazioni. Questa è l’estate dei Suns finora, trascorsa tra tentativi di trovare qualche buon free agent sulla piazza, coltivare le tante speranze per i giovani talenti e cercare di aggiungere quel pizzico di esperienza utile a guidare le nuove promesse arrivate a Phoenix.

Impossibile, dunque, non partire dalle fondamentali tre scelte allo scorso Draft, senza le quali si potrebbe parlare di stallo pressoché totale, poco adatto ad una squadra reduce da una regular season da 23 vittorie e 59 sconfitte, la peggiore da quella d’esordio in NBA nel 1968/69. La scelta numero 4 porta a Dragan Bender, ala grande croata classe ’97, con pochissima esperienza internazionale e proveniente dal Maccabi Tel Aviv, dove ha vinto una Coppa d’Israele l’anno passato. Una scelta apparentemente controversa, dunque, ma che nasconde prospettive spaventose. In 2 metri e 16 di altezza, Bender racchiude un solido tiro da oltre l’arco, un ottimo controllo del pallone e grandi qualità atletiche, a cui aggiunge una difesa potenzialmente mortifera. Se riuscisse a rafforzarsi fisicamente e mentalmente, considerata la scarsa esperienza, può diventare un giocatore straordinario nelle due fasi del gioco. Al momento rimane un prospetto grezzo e difficile da giudicare. La scelta di Bender, in teoria, aveva annullato la volontà di Phoenix di acquisire il desiderato Marquese Chriss, altra ala grande, in uscita da Washington. Il giocatore, però, scelto alla numero 8 dai Kings, è arrivato in Arizona in seguito ad uno scambio che ha spedito a Sacramento le scelte numero 13 e 28 di quest’anno, la seconda del prossimo e i diritti di Bogdan Bogdanovic. I Suns hanno così ottenuto due giovani talenti di straordinario valore in un ruolo scoperto. Chriss è considerato uno dei boom-or-bust di questo Draft, dotato di eccezionale esplosività e capace di segnare con continuità, ma preoccupa per gli scarsi fondamentali e le mancanze in difesa. Il tempo dirà se i Suns hanno giocato bene le loro carte per ottenerlo.

La terza scelta alla numero 34, Tyler Ulis, point guard da Kentucky, ha inizialmente fatto storcere il naso. L’aggiunta di un ragazzo di appena 1 metro e 75 per 68 chilogrammi di peso in una squadra che presenta già Eric Bledsoe, Brandon Knight e Devin Booker a roster non è sembrata delle migliori. Eppure, dopo una Summer League da 14.5 punti, 6.3 assist e 2.8 rubate a partita le sue quotazioni sono salite alle stelle.
Premesso che i Suns non si priveranno del talento pazzesco di Booker, 13.8 punti in 27 minuti a partita nel suo anno da rookie, è possibile auspicare una trade che spedisca uno degli altri due sopra citati altrove, per provare a rafforzarsi ulteriormente ed evitare di lasciare soltanto le briciole ad un Ulis dimostratosi come un possibile fattore tanto in attacco quanto in difesa. Ha la visione di gioco e la creatività per guidare le offensive, segna con continuità e ha il carattere giusto per prendersi il tiro decisivo, oltre ad aver sorpreso tutti con prestazioni difensive esaltanti, nonostante una stazza fisica molto minuta, che potrebbe fermare un atletismo devastante di fronte ad avversari particolarmente rocciosi.

Phoenix ha poi aggiunto soltanto due giocatori dalla free agency, riabbracciando tanto Jared Dudley dai Wizards quanto Leandro Barbosa dagli Warriors. Il contratto triennale a 30 milioni di dollari per il primo è un ottimo affare, considerando che l’anno passato nella capitale Dudley ha tirato con il 50% dal campo ed il 42% da oltre l’arco. Sarà fondamentale il suo contributo dalla panchina per far rifiatare i giovani. Starà a coach Earl Watson dosarlo a dovere. La scelta di Barbosa sembra avere meno senso, in un roster oberato di guardie, ma potrebbe diventare una guida spirituale di grande importanza nell’inesperto spogliatoio.

A proposito di vecchie conoscenze di Suns stellari, Amar’e Stoudamire, ritiratosi da giocatore dei Knicks con un contratto da un giorno, ha affermato di essere stato rifiutato dai Suns prima di prendere la decisione di chiudere nella Grande Mela: “Sarebbe stato il modo perfetto per lasciare. Ma non volevo mettermi a pregare Phoenix. Il mio cuore era diviso fra due città, Phoenix e New York. Sono andato dove mi hanno voluto“. Non una scelta encombiabile, in ricordo di quanto fatto da Stoudamire negli 8 anni nel deserto. Ora tutti gli occhi in Arizona, però, sono rivolti al futuro e a quelle tante scommesse da vincere per tornare grandi.

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