Tra conferme e nuovi innesti, Sassari è pronta a riscattarsi

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Dal paradiso al purgatorio passando per l’inferno. Così potrebbero essere riassunte le ultime due stagioni della Dinamo Sassari. Dal triplete (Campionato, Supercoppa e Coppa Italia) della stagione 2014/2015, alla crisi d’identità nella parte centrale della stagione scorsa, fino ai playoff conquistati all’ultima giornata, in una annata a dir poco deludente per gli isolani. È evidente che l’errore principale, causa di questa brusca inversione di tendenza, sta a livello dirigenziale, nel fatto di non aver capito che, dopo una stagione vincente come quella 2014/2015, era finito un ciclo e bisognava rinnovarsi (errore riconosciuto anche dall’ex coach Meo Sacchetti nella conferenza post esonero).

A stagione in corso era ovviamente molto più difficile invertire un trend che sembrava ormai ben definito, a maggior ragione dopo il fallimento Calvani. Ma la Dinamo è stata comunque in grado di reagire soprattutto grazie all’arrivo in panchina di Federico Pasquini (uno che l’ambiente sassarese lo conosceva molto bene), promosso al doppio incarico di coach e GM. Quando fu chiamato in causa alla fine della scorsa stagione per salvare una nave che stava affondando come quella sassarese, sembrava fosse stata una scelta dettata dalla fretta del momento. Ma la sua capacità di risollevare l’ambiente da una situazione che sembrava ormai fuori controllo ha convinto la dirigenza della Dinamo, che, subito dopo la bruttissima eliminazione dai playoff contro Reggio Emilia, lo ha confermato nel doppio incarico anche per la stagione successiva. Il presidente Sardara si è sempre mostrato convinto della sua scelta e sicuro che Pasquini possa fare bene anche ricoprendo il doppio incarico, tecnico e manageriale. Di certo scommettere su un uomo con poca esperienza a livello di coaching è una scelta molto coraggiosa, pur rimanendo fuori discussione la sua conoscenza della pallacanestro. Sarà stata una scelta azzeccata? Ce lo dirà la prossima stagione. Fatto sta che non si può dire che la Dinamo non si sia presa un bel rischio con questa scelta, ma d’altronde rischiare è alla base di qualunque progetto vincente.

A sua disposizione Pasquini avrà un roster rinnovato, ma non troppo. Infatti, anche senza Meo Sacchetti, sono rimasti nel capoluogo sardo sia il figlio Brian Sacchetti che il capitano Jack Devecchi, vere e proprie bandiere della Dinamo, oltre a Stipcevic e D’Ercole. I primi due, soprattutto, sono ormai figli adottivi di Sassari e, con le loro giocate, hanno contribuito a tutti i successi ottenuti dalla Dinamo in questi ultimi anni. Giocatori mai sopra le righe, sono cresciuti tanto con questa maglia addosso e hanno sempre rispettato le scelte degli allenatori, dimostrandosi inoltre perfetti uomini spogliatoio. Saranno proprio loro, che ormai conoscono molto bene l’ambiente sassarese, ad avere un ruolo fondamentale per far sì che tra squadra e tifosi si ricrei quell’atmosfera magica che aveva caratterizzato l’anno del triplete.

D’altro canto la Dinamo presenta diversi volti nuovi: giocatori di talento ed esperienza internazionale che potrebbero riportare Sassari fin da subito ad altissimi livelli in Italia. I nomi più altisonanti sono di certo quelli di Johnson-Odom e Savanovic, oltre a Lacey, Carter, Olaseni e Lydeka. Darius Johnson-Odom si dividerà i minuti in cabina di regia con Stipcevic. Il playmaker americano è già stato in Italia (con la maglia di Cantù) e ci ha mostrato di cosa è capace sia in attacco che in difesa, grazie al suo fisico prorompente. Arriva a Sassari per mostrare il suo reale valore, dopo aver conquistato il titolo in Grecia con l’Olympiacos. Dusko Savanovic è probabilmente il vero colpo di mercato dell’estate sassarese, proveniente da due stagioni al Bayern Monaco. Giocatore con una grandissima esperienza internazionale, arriva in terra sarda dove sarà il leader carismatico, oltre che tecnico, della squadra, nonché una delle migliori ali forti del nostro campionato. Sarà un piacere per tutti poter apprezzare uno come Savanovic nel nostro campionato.

Trevor Lacey, l’anno scorso autore di un’eccellente stagione con la maglia di Pesaro, sarà la guardia titolare nello scacchiere biancoblu. Uscito dal college un paio di anni fa, è uno dei prospetti americani più interessanti tra quelli che giocano in Europa, grazie alle sue straordinarie qualità tecniche e una grande solidità mentale. Quest’anno avrà la possibilità di mettersi in mostra anche a livello europeo e sicuramente non se la farà sfuggire. Josh Carter sarà l’ala piccola nel quintetto della Dinamo. Se lo ricorderanno bene a Siena, dove è stato uno dei giocatori della gloriosa Montepashi nell’anno del fallimento societario. Tornato in Italia per confermarsi ai livelli della stagione senese, grazie alla sua prestanza fisica e alla sua polivalenza sarà fondamentale per variare il tema tattico di tante partite.

Sotto canestro invece si alterneranno Gabriel Olaseni e Tautvydas Lydeka. Il primo è reduce da un ottimo anno in Germania, durante il quale ha giocato anche in Eurolega. Seguito da tempo dalla dirigenza sarda, le sue doti principali sono atletismo ed esplosività che gli permettono di essere spesso incisivo anche in difesa. È inoltre uno che si diverte molto a dare spettacolo, volando spesso sopra il ferro. Il pivot di riserva invece sarà l’espertissimo Lydeka, uno che conosce molto bene il nostro campionato e che darà una mano grandissima a questo gruppo, soprattutto per le sue doti di uomo squadra. A chiudere il roster sassarese ci saranno due ottimi giovani italiani, entrambi provenienti da un’esperienza in A2: Monaldi (Chieti) e Ebeling (Ferrara), preferiti al talento di casa Marco Spissu, accasatosi alla Virtus Bologna.

Il filo conduttore del mercato di Sassari è stato chiaro: cercare giocatori che già conoscessero il campionato italiano o comunque con un’esperienza tale da garantire affidabilità fin dall’inizio del campionato. E questo non è un aspetto da sottovalutare considerando le difficoltà che molti giocatori incontrano approcciandosi per la prima volta al nostro campionato. Per questo non ci sarà da stupirsi se Sassari dovesse essere una delle squadre in grado di esprimere una buona pallacanestro e un’ottima intesa di squadra già dalle prime giornate.

Potrà essere questa la stagione dell’immediata rinascita di Sassari? Di certo non è facile ripartire dopo una stagione come quella passata in cui sono state deluse praticamente tutte le aspettative. Le pressioni ovviamente erano tante su una squadra che non aveva più nulla da chiedere alla sua esperienza in terra sarda, e i risultati si sono visti. Ma quest’anno sarà diverso. Si riparte con poche ma solide certezze e si cercherà di stupire il più possibile. I presupposti ci sono tutti, il roster risulta essere competitivo e abbastanza profondo per affrontare una stagione che vedrà la Dinamo impegnata anche a livello europeo. Quelli che sono rimasti sono una sicurezza, i nuovi hanno le qualità per fare bene. Sicuramente il potenziale di questa squadra è almeno tra le prime quattro in Italia, e già sarebbe un buon risultato, considerando questo come l’anno zero per la ricostruzione Dinamo.