Gli Spurs del post-Duncan scaldano i motori: sarà nuovamente gloria?

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Pau Gasol - © 2016 twitter.com/spurs
Pau Gasol – © 2016 twitter.com/spurs
Questa offseason, in qualunque modo andrà l’anno prossimo, per gli Spurs sarà sempre ricordata come quella in cui Tim Duncan si è ritirato. Non si possono dimenticare 19 stagioni di ricordi, di vittorie, di storia. Cinque titoli, oltre 26.000 punti, 15.000 rimbalzi e 3.000 stoppate, ma nulla vale di più di essere diventato l’anima di una squadra dominante, che ha segnato la sua epoca in maniera incancellabile.

Il sostituto di Duncan è stato identificato in Pau Gasol, in uscita dai Bulls dopo un paio di stagioni di ottimo livello. Si è andati sul sicuro scegliendo il 36enne spagnolo, un mix perfetto di esperienza e carattere, ma il problema si riproporrà nuovamente al termine dell’accordo biennale da 32 milioni di dollari firmato in estate. San Antonio ha superato la concorrenza di giovani squadre in cerca di un veterano di qualità, come Blazers, Raptors e Timberwolves, puntando sulla certezza quasi assoluta di potergli permettere di disputare dei playoff da protagonista, al contrario di quanto successo l’anno passato a Chicago. Un’altra certezza nell’affranto spogliatoio di San Antonio sarà nuovamente Manu Ginobili. L’argentino, dopo aver ricevuto un’allettante offerta dai Sixers per quasi 20 milioni di dollari, ne ha accettati 14 per la prossima annata per restare nell’amata città texana. Il trio con The Big Fundamental e Tony Parker è ormai nella leggenda, ma Ginobili dovrebbe trovare subito feeling con Gasol, essendo entrambi giocatori di squadra, prima ancora di ottime individualità. Manu sarà una figura di fondamentale importanza per mantenere unito il gruppo, considerando anche la partenza di Boris Diaw verso Utah per liberare salary cap, e potrà godere di molti minuti con la partita in bilico, pur partendo sempre dalla panchina dietro Danny Green.

Un altro veterano in arrivo agli Spurs è David Lee, che ha firmato un biennale da 3.2 milioni di dollari, con una player option per il secondo anno. A 33 anni il nativo di St. Louis ha dimostrato di poter dare ancora un solido contributo nei mesi trascorsi ai Mavericks, in cui ha messo insieme 8.5 punti e 7 rimbalzi in appena 17 minuti uscendo dalla panchina, spesso come centro nel quintetto piccolo. Dopo il declino del rapporto con gli Warriors, pur culminato con il titolo dell’anno scorso, e le delusioni di Boston, per Lee sarà l’occasione di togliersi qualche altra piccola soddisfazione in carriera. Investimenti sui giovani sono stati fatti, Draft a parte, in Ryan Arcidiacono, recentemente eletto Most Outstanding Player delle Final Four NCAA con i Wildcats, e Patricio Garino, argentino in forza ai Magic nella scorsa Summer League. Arcidiacono era finito undrafted, mentre Garino, il quale al momento sta preparando il torneo olimpico con la sua nazionale, nonostante 12 punti, 3.3 rimbalzi, 3.3 assist e 2 rubate a partita è stato allontanato da Orlando, per firmare poi con gli Spurs. Dal Draft, con la scelta numero 29, è arrivata la guardia Dejounte Murray da Washington, una vera e propria steal, l’ennesima degli ultimi anni. E’ uno dei prospetti pronosticati per le prime 15 posizioni, ha un fisico imponente per il ruolo ed un talento che, alle spalle di Parker, può soltanto crescere per il meglio.

Il quintetto Spurs è fuori discussione, soprattutto considerando l’ottimo ambientamento di LaMarcus Aldridge l’anno passato e la crescita esponenziale di Kawhi Leonard in regular season, tanto da essere pronto a giocarsi il titolo di MVP. Mancano, però, uomini di sicura affidabilità in uscita dalla panchina, Ginobili a parte, e l’estate, da questo punto di vista, non ha portato ciò che ci si aspettava da una franchigia tanto abile e capace di sorprendere sempre. A meno che coach Gregg Popovich non abbia già analizzato a fondo i giovani prospetti arrivati a San Antonio e sia pronto a trasformarli in giocatori straordinari.